di SERAFINO CARUSO In questo periodo si parla tanto di
fusione. Ma non di fusione di materiali o altro. Bensì della molto più delicata e importante questione relativa alla
fusione di Comuni. Nello specifico il progetto di fusione dei due Comuni più importanti, per densità demografica, economia e territorio, dell'arco jonico cosentino. Vale a dire
Corigliano e Rossano. Un progetto partito anni addietro. Consolidatosi negli ultimi anni grazie al lavoro del
comitato delle "100 Associazioni" delle due città. Poi istituzionalizzato con le
delibere comunali prima di Rossano nel gennaio 2015, poi di Corigliano un anno dopo. Per arrivare, qualche mese fa, al
progetto di legge regionale di fusione presentato dal
Consigliere regionale Giuseppe Graziano. Ultimo atto politico il
voto unanime, e storico, del Consiglio regionale sulla indizione del
referendum popolare consultivo che spetta al Presidente della Regione Calabria,
Mario Oliverio. Il quale si è detto molto entusiasta di questa possibilità. Che vedrebbe nascere la
terza città della Calabria per numero di abitanti (più di
80.000) e la prima per estensione territoriale. Insomma, il territorio e soprattutto i cittadini di questa ormai grande area urbana sono chiamati a un appuntamento epocale con la Storia: mettere da parte beceri campanilismi e unirsi per andare verso un futuro più roseo, oppure continuare a restare divisi per andare ancora più indietro di quanto fatto fino adesso.
LE SPINTE ENTUSIASTICHE E I BASTONI TRA LE RUOTE
Nella vita, così come in ogni ambito che vede coinvolto l'agire umano, l'
entusiasmo gioca un ruolo primario. Senza di esso si riuscirebbe a fare ben poco. Lo sanno bene gli
imprenditori di successo. Che con abnegazione, fatica, costanza e determinazione portano avanti un'idea per poi farne un'azienda. Creando sviluppo e posti di lavoro. Lo sanno bene i
politici lungimiranti (ormai perle rare), che nel proprio agire istituzionale mettono davanti a tutto l'interesse generale, di tutti. Lo sanno bene quei
cittadini che, in silenzio, ogni giorno compiono, ognuno nel proprio ambito di lavoro e nella propria famiglia, il proprio dovere. Con onestà. Lo fanno perché al loro fianco cammina quella parola: entusiasmo. Quello stesso entusiasmo che anima chi sta lavorando, con costanza e abnegazione, al progetto di fusione di Corigliano e Rossano. E che invece manca in chi, dall'altro lato, cerca di mettere i
bastoni tra le ruote di questo carro che ormai si è avviato. Che senso ha, quindi, la posizione assunta dal Sindaco di Cassano All'Jonio,
Gianni Papasso, se non quella di
disturbo a questa grande occasione di sviluppo non solo per Corigliano e Rossano, ma per tutta l'area della
Sibaritide? Che senso ha proporre la
"grande" "Città di Sibari" in cui non credono nemmeno i cassanesi stessi? Tutto questo non ha nessun senso, se non quello di cercare di
disturbare il cammino intrapreso, non senza fatica (vero caro
Giuseppe Geraci?), da Corigliano e Rossano. Geraci, appunto: esca dal limbo. E cammini insieme al suo collega
Stefano Mascaro, che, al contrario suo, crede in maniera convinta nella fusione!
IL BUON POLITICO NON GUARDA AL PROPRIO TORNACONTO, MA ALL'INTERESSE GENERALE!
Cammino che presenta, comunque,
grandi insidie. Innanzitutto proprio il
referendum popolare. Si deve lavorare per cercare di far capire ai cittadini delle due Città quali saranno i
vantaggi derivanti dalla fusione. Che, così come ci ha ben detto il coordinatore delle "100 Associazioni"
Amerigo Minnicelli, saranno
soprattutto di carattere politico. Oltre che economico. Questa futura Città avrà un
peso politico-istituzionale di grande rilievo. Per prima cosa il
Ministero della Giustizia dovrebbe immediatamente riammettere il
Tribunale in questo territorio. E siccome l'immobile c'è già, sarebbe il caso ritornasse nel centro storico di Rossano. A Corigliano si potrebbe trasferire qualche altro servizio di non poco conto. Non guardino, i cittadini coriglianesi, con scetticismo a questo processo: i rossanesi, che nel corso degli anni hanno fatto "man bassa" di ogni servizio del settore terziario, non vogliono "rubare" nulla alla vicina Corigliano. Si deve iniziare a ragionare in termini congiunti. E sarà giusto trasferire qualche servizio importante nel territorio del Comune di Corigliano. Che già comunque, avrà (speriamo!) il
futuro nuovo Ospedale. Che non è cosa di poco conto. Ma se ci perdessimo in disquisizioni e sciocchezze simili, avremmo perso in partenza. Adesso la
politica e il
tessuto sociale delle due città hanno il compito principale: comprendere appieno e far comprendere altrettanto ai cittadini
l'importanza di unire, per sempre, queste due Città nella sola Corigliano-Rossano. Il buon politico non deve guardare al proprio interesse. Bensì a quello della collettività. E ciò impone un
rigore morale assoluto. Questo territorio merita rispetto da parte dello Stato e di tutte le amministrazioni pubbliche. Quindi, cari detrattori: anziché rispondere alle
logiche di partito e a
interessi di parte, mettetevi una mano sulla
coscienza. E agite di conseguenza.