Inizia il viaggio dell’Eco dello Jonio tra le fontanelle da cui sgorga l’acqua pubblica. Negli ultimi anni, nel silenzio, sono state dimezzate
di Josef Platarota Nel centro storico di Rossano esistono circa 48 fontane pubbliche, 25 sono attive (di cui 3 monumentali e non potabili) e 13 no. Ciò significa che
un 1/3 dell’acqua pubblica è inutilizzabile sia per dissetarsi e sia per fare scorta. Il sistema idrico in quest’area è un enorme metastasi che non trova una cura: è un organismo psicopatico che sfida finanche le leggi della fisica. [gallery ids="106910,106911,106912"] Dilungarsi sull’insufficiente livello di approvvigionamento idrico sarebbe banale oltre che ripetitivo. Ma se per un doccia - sbagliando - si può chiudere un occhio, lo stesso non si può per i diritti vitali. L’acqua, in questo periodo poi, va a legarsi in maniera invisibile con la fase 2 anti-Covid, creando così un buco nero
. Le persone più bisognose hanno il diritto di avere un più facile accesso ad un bene primario come quello dell’acqua. Rossano Centro Storico conosce delle zone di disagio economico-sociale e luoghi periferici come Via delle Prigioni, la Camara, il Ciglio della Torre, Pente, che
posseggono muri da cui può sgorgare acqua ma sono o cementificati o presentano rubinetti senza la chiave. [gallery ids="106914,106916,106915,106913"] Grazie alla spiccata sensibilità dimostrata dal Comitato Acqua per tutti a Rossano siamo riusciti ad entrare dentro gli anfratti di Rossano documentando come il dissetarsi sia diventato un lusso. C’è da aggiungere altro:
non esiste certezza scientifica che l’acqua sia effettivamente potabile, viste le cattive condizioni delle tubature e un mancato tracciamento delle sue qualità partendo dalla sorgente. È bene ricordare la direttiva europea del 2018 in cui si “invitava” i paesi membri ad aumentare le fontanelle pubbliche, con un duplice obiettivo:
innalzare l’accesso all’acqua per i soggetti svantaggiati e ridurre i rifiuti di plastica. Inoltre, si faceva obbligo di rendere pubbliche la loro posizione, fornendo informazioni sulla qualità dell’acqua. Tutto ciò – e molto altro - a Corigliano Rossano non viene attuato.
Ci sono quartieri che conoscevano la loro fontanella pubblica che, dalla sera alla mattina, sono scomparse; un rossanese se volesse riempire dei bidoni deve obbligatoriamente arrivare solo al Traforo, in piazza Noce;
il lungomare Sant’Angelo non ha neanche tubature, quelle che c’erano, come nella Piazza Caduti di Nasiriya, sono state murate. Il Covid, nel mondo, sta facendo morire di fame, ma occhio a far sì che non faccia morire anche di sete.