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Festività di San Bartolomeo da Rossano: il contributo del prof. Filareto

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Corigliano Rossano. In occasione del 962° anniversario della morte di San Bartolomeo, che ricorre domani 11 novembre, il contributo del professore Francesco Filareto, noto storico del territorio.  "Ritengo che non possa passare sotto silenzio la data dell’ 11 novembre p. v., 962° anniversario della morte di S. Bartolomeo. Con-Fondatore dell’Abbazia bizantino-greca di Grottaferrata, con-Patrono della Calabria e quindi della Città Nuova di Rossano-Corigliano insieme a S. Nilo e a S. Francesco di Paola.
SAN BARTOLOMEO DA ROSSANO, PROF. FILARETO: LE 4R RICORDO, RICONOSCIMENTO, RICONOSCENZA, RESTITUZIONE
Sia per onorare la memoria del Santo rossanese, che ci fa prendere coscienza delle “4 R”, ossia dei quattro principi-valori umanistici del Ricordo-Riconoscimento-Riconoscenza-Restituzione verso chi ha fatto la propria parte e ha bene operato. La memoria vince la morte e mantiene in vita chi non c’è più, che continua a vivere nella reminiscenza di chi resta. E questa  quando è condivisa da una comunità di persone-cittadini, garantisce a questa la coesione e l’unità sociali, l’ identità culturale-valoriale di appartenenza, la consapevolezza dell’interesse generale e del bene comune entro i quali sono assicurati l’interesse e il bene dell’individuo.  Quando una popolazione perde memoria rifà gli stessi errori del passato, si spaesa, è disorientato, si smarrisce, è affetta dal mal di vivere. Con questo spirito di richiamo alla memoria profetica, fondamento dell’identità e del futuro, affido alla riflessione personale e comunitaria di chi legge, S. Bartolomeo di Rossano.
SAN BARTOLOMEO DA ROSSANO, PROF. FILARETO: LA VITA
Molte notizie le ricaviamo dalla “Vita di S. Bartolomeo Juniore”, scritta in greco dal discepolo Luca, Egumeno di Grottaferrata, tra il 1060 e il 1075,  e dall’ “Encomio di S. Bartolomeo Juniore”, anch’esso in greco, composto da Giovanni Rossanese nel 1230; entrambe le traduzioni commentate in italiano sono di P. Germano Giovanelli, Archimandrita di Grottaferrata, databili rispettivamente al 1942 e al 1962. Basilio (è questo il nome di battesimo di Bartolomeo), appartenente a famiglia aristocratica originaria di Bisanzio, nasce intorno al 980/981 a Rossano (“Ruskìa” o “Ruskiané ” o “Rusiànon”), allora città principale o capitale (“metròpolis”) del dominio bizantino in Italia (“Thema di Calabria e Longobardìa”), importante zona ascetica o “Montagna Santa” o “Aghion Oros”, sede di Diocesi da circa 400 anni (secc. VI-VII), noto centro umanistico-scientifico della Calabria e del Mezzogiorno. Formatosi culturalmente e religiosamente nella sua città natale e nei Cenobi viciniori (come “S. Giovanni Calibìta”), sceglie, nel 993/994, di lasciare per sempre la sua città natale e di emigrare nelle regioni latine del centro Italia.  Dopo un breve soggiorno a Roma, si reca nel Monastero di “S. Michele di Vallelucio” presso Montecassino, attratto dalla figura carismatica del suo più illustre concittadino ed emigrante San Nilo, che aveva fondato quel Cenobio e lì soggiornava dal 982 al 994.  Guidato dal suo Maestro, si fa monaco e sacerdote italo-greco-niliano, cambiando il nome in Bartolomeo Juniore. Nei successivi dieci anni (994-1004), segue il suo Maestro, nei Monasteri di “Serpèri” (o Seràpide) a Gaeta, di Roma, di “S. Agata” a Tuscolo.  Ne raccoglie l’eredità spirituale, ne diventa il principale discepolo e continuatore, perfezionando ulteriormente la sua formazione religiosa e culturale.
SAN BARTOLOMEO DA ROSSANO: DISCEPOLO DI SAN NILO  
Asceta cenobita, animato da un’alta tensione spirituale e caritatevole, vive il messaggio evangelico nella prossimità e al servizio dei poveri, degli ultimi, degli invisibili. Fonda, nel 1004, insieme a San Nilo, sua guida morale-spirituale (deceduto nello stesso anno), un Monastero con attigua chiesa, battezzato “S. Maria di Grottaferrata”, che completa in vent’anni nel 1024;  lo organizza con una Regola nuova e originale (“Typicon”)  e ne fa uno dei più qualificati e famosi referenti della religiosità e della cultura greco-bizantine d’Europa.  Pur rifiutando il titolo di Egumeno  o Abate (come già fece anche S. Nilo), dirige di fatto, per oltre 40 anni, il suo Monastero. Che diventa famoso e attrattore di una nutrita schiera di giovani monaci. Fa del Monastero una comunità o fraternità tra le più qualificate d’Europa. Impegnata nella promozione umana (mediante lo Scriptorium, la Biblioteca, la Scuola), nella missionaria ri-evangelizzazione, nella creazione di un’efficiente azienda agricola, che richiama le disorientate popolazioni del territorio, salvandole dalle carestie e assicurando loro aggregazione sociale e difesa dei loro elementari diritti.
SAN BARTOLOMEO DA ROSSANO, PROF. FILARETO: CALLIGRAFO, E AMANUENSE
E’ amatissimo dalla gente tanto da essere considerato operatore di miracoli e Santo.  E’ co-protagonista di quella grande stagione della “Riforma” della Chiesa cattolica che porterà al pontificato rinnovatore di Gregorio VII, partecipando ad alcuni Sinodi romani (1036/37, 1044) ed esercitando un decisiva influenza sui Pontefici Benedetto VIII, Giovanni XIX, Benedetto IX.  Su quest’ultimo svolge una tale azione magistrale di orientamento e di guida da persuaderlo a cambiare radicalmente vita, a rinunciare al Papato (come farà, in anni recenti, Benedetto XVI), a farsi monaco e suo discepolo a Grottaferrata (1048, 1054). Certamente l’ autore del “Bios” (1035-1055), ossia della “Vita di San Nilo”, biografia scritta in elegante lingua greca, che rappresenta l’opera storica e agiografica più importante del sec. XI, quella che ci consente di conoscere le vicende umane di Rossano e di gran parte dell’Italia a cavallo dell’anno Mille. Famoso innografo, il più grande nel sec. XI, fondatore della Scuola Innografica di Grottaferrata. Abilissimo amanuense e calligrafo nello “Scriptorium” del suo Cenobio, che dota di un’immensa Biblioteca. Legislatore ascetico-liturgico, ideatore del “Tipico” (“Typicon”), ossia la “Regola” originaria dell’Abbazia di Grottaferrata (1025 circa), la più antica tra quelle italo-bizantine, che codifica le norme ascetiche di S. Nilo, sarà il modello di riferimento di altri Cenobi (come “S. Maria Nuova Odigìtria” o “Patìr” di Rossano, del “S. Salvatore” di Messina, di “Casole” di Otranto) e assicura al Monastero vitalità, longevità (e sono trascorsi oltre mille anni) e un ruolo insostituibile quale luogo ecumenico di incontro, confronto, sintesi tra i due  Cristianesimi del Mediterraneo, quello greco-ortodosso orientale e quello latino-cattolico occidentale.
SAN BARTOLOMEO DA ROSSANO, PROF. FILARETO:  MEMORIA COLLETTIVA
Questa breve e modesta commemorazione di un “illustre figlio di Rossano”, in occasione del 962° anniversario della sua morte, ha lo scopo di fare MEMORIA, attuale e prospettica, di un nostro conterraneo, che, con la sua autorevole testimonianza di vita e il suo “exemplum”, ha contribuito a fare bene la propria parte per costruire un mondo più giusto e pacifico.  Fare MEMORIA di S. Bartolomeo, inoltre, equivale a restituire conoscenza, visibilità e coscienza collettive a chi, essendo poco conosciuto e poco ricordato (persino nelle giaculatorie dei Santi e nelle celebrazioni liturgiche), è puntualmente dimenticato e, di conseguenza, è poco amato, cercando così di smentire la massima evangelica di “nemo profeta in patria”. E tutto ciò sarebbe un’operazione culturale di non poco conto. Ma c’è di più. La MEMORIA di chi ha bene operato e ha lasciato tracce indelebili di sè, emergendo, con coraggio e rischi personali, dalla folla degli anonimi effimeri, conquistandosi una meritata notorietà, contribuendo a esportare dalla Calabria in Italia e in Europa la Civiltà mediterranea, la cultura e la religiosità greco-bizantine, contribuendo a rendere Rossano famosa e prestigiosa nel mondo, irrobustisce l’identità della nostra popolazione, dando a questa la fierezza dell’appartenenza a una comunità di cittadini-persone che ha pari dignità rispetto alle altre (e non è figlia di un Dio minore) e perciò diventa il fondamento di un progetto di sviluppo sostenibile per il futuro. Pertanto, fare MEMORIA di S. Bartolomeo di Rossano significa dargli apprezzamento e gratitudine: infatti, nel 1958, è stato riconosciuto Con-Patrono della Calabria (insieme a S. Nilo di Rossano e S. Francesco di Paola). Si è in attesa che venga riconosciuto Con-Patrono di Rossano, insieme al suo Maestro S. Nilo e alla Theotòcos Achiropìta.
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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