Nel secondo trimestre 2016, per entrare nel dettaglio, tutte le ripartizioni territoriali mostrano un aumento congiunturale delle esportazioni di beni: +4,3% per l’Italia nord-orientale, +3,4% per l’Italia nord-occidentale, +2,8% per l’Italia meridionale e insulare e +1,3% per l’Italia centrale.
Nei primi sei mesi dell’anno, la stazionarietà tendenziale dell’export nazionale è sintesi dell’aumento registrato per le regioni delle aree meridionale (+11,1%) e nord-orientale (+1,9%) e del calo delle aree insulare (-23,1%), nord-occidentale (-1,6%) e centrale (-0,4%).
I mercati di sbocco dell’export
Nei primi sei mesi del 2016, Lombardia (+3,6%), Emilia-Romagna (+6,5%), Veneto (+3,0%), Abruzzo (+11,4%), Toscana (+4,1%) e Piemonte (+1,7%) sono le regioni che contribuiscono maggiormente all’aumento delle vendite verso i paesi Ue (+3,1%). Aumentano in misura rilevante anche le esportazioni verso la stessa area di interscambio per Basilicata (+12,8%) e Calabria (+13,3%). Per quanto concerne la dinamica dell’export nazionale verso i mercati extra Ue (-3,9%), le regioni che determinano in misura maggiore questo risultato sono: Piemonte (-18,3%), Sicilia (-31,4%), Sardegna (-42,9%), Lombardia (-2,7%), Emilia-Romagna (-4,3%) e Veneto (-3,4%). Si segnala inoltre un’importante diminuzione dell’export verso quest’area di interscambio per Puglia (-10,9%) e Valle d’Aosta (-23,4%).
(fonte: strill.it)