de Il Gruppo Lapietra Ripristinata la verità. Dopo lunghi anni di informazioni distorte artatamente diffuse da detrattori di mestiere, da taluni esponenti politici, giornalisti ed editori in palese concerto, il 30 dicembre 2015 scorso il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale (Sezione Quinta), ha pronunciato una sentenza sul ricorso n. 1683 del 2015, proposto da una Impresa, attraverso la quale si è posta la parola fine all’annosa vicenda della famosa “Edilizia Sociale” di cui alla L.R. 36/2008 della Regione Calabria. Finalmente una sentenza che rende giustizia a chi, nonostante tutto, ha cercato con ogni mezzo di portare avanti le proprie iniziative e le proprie aziende nel rispetto delle leggi e delle istituzioni, sopportando, tuttavia, danni notevoli da una informazione fuorviante, ingannevole e diffamatoria. Per delle aziende che operano sul mercato, in un momento tra l’altro difficile per l’economia del Paese, finire nel tritacarne della macelleria mediatica è deleterio. Gli effetti possono essere talvolta devastanti. Tra questi: la credibilità d’impresa, altamente minata. L’imprudenza e la superficialità si traducono spesso in spregiudicata irresponsabilità. Dietro un’azienda ci sono imprenditori ma, soprattutto, lavoratori; è il futuro di intere famiglie a essere compromesso! Ci siamo trovati di fronte a un sistema creditizio che si è irrigidito e ha revocato linee di finanziamento, alcune compagnie assicurative non hanno rilasciato le polizze fidejussorie e i clienti si sono spaventati. Sono solo alcune delle conseguenze che le nostre Aziende hanno dovuto subire a causa di una vicenda che ha assunto contorni grotteschi e paradossali. Con la richiamata sentenza, il Consiglio di Stato non solo respinge totalmente le argomentazioni dei ricorrenti contro l’annullamento del vecchio bando per la realizzazione degli alloggi di “edilizia sociale”, ma va ben oltre, con affermazioni rare in materia di giurisprudenza, difficili da rinvenire in altri provvedimenti similari, quali: “…
l’interesse pubblico alla revoca dell’illegittimo finanziamento prevale sull’eventuale affidamento ingenerato nel beneficiario soprattutto quando, considerando le modalità palesemente illegittime attraverso le quali quest’ultimo si è visto assegnare il beneficio economico, è da escludere che si possa essere ingenerato un qualsiasi legittimo affidamento…”, oppure l’apodittica affermazione: “…
l’annullamento in autotutela dell’illegittima ammissione al finanziamento – peraltro – ha natura sostanzialmente doverosa sotto il profilo delle responsabilità e della legittima gestione delle risorse pubbliche: non rileva nella specie, infatti, solo la validazione della spesa da parte dell’Amministrazione, ma anche la necessità stessa di ripristinare la legalità violata che ha originato una indebita (pure potenziale) erogazione di benefici economici comunque a danno delle finanze pubbliche”. In sostanza, il Consiglio di Stato non solo afferma che quel Bando si poteva annullare e che quindi non è stato commesso nessun reato nel farlo, ma che il Dipartimento dei Lavori Pubblici della Regione Calabria aveva il
“dovere” di annullarlo al fine di “ripristinare la legalità violata” e pertanto impedire l’indebita erogazione di contributi pubblici. Il Gruppo Lapietra ha subito danni rilevantissimi da un’ossessiva campagna mediatica, che per ben 4 anni lo ha esposto al pubblico ludibrio, presentandolo come soggetto capace di ordire chissà quali trame per i propri interessi, con pesantissime ricadute sull’immagine di impresa che ha fatto dell’affidabilità, del rispetto delle regole, dei contratti e degli impegni assunti con i clienti, la propria bandiera. Per questo motivo, il nostro Gruppo ha deciso, nell’ambito della propria comunicazione aziendale, di acquistare degli spazi sulla stampa al fine di portare questa verità alla conoscenza del pubblico e denunciare il clima di diffamazione e di intimidazione nei confronti di chi opera dietro un’impresa. Il Gruppo ha operato con diligenza, professionalità e serietà nel territorio, realizzando infrastrutture anche di interesse generale. Determinate accuse hanno messo in discussione l’onestà di chi questo Gruppo lo ha fondato dal nulla, con enormi sacrifici quotidiani, di chi oggi lo amministra con orgoglio, grande dedizione e rettitudine. Ringraziamo infine i nostri dipendenti, i clienti e quella larga fascia di cittadini che hanno conservato la propria indipendenza di giudizio, per il supporto che ci hanno dato e che continueranno certamente a darci in futuro.