Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano… proprio come quella storia nata attorno all’eco-distretto di Corigliano-Rossano e alla
intramontabile questione dell’emergenza rifiuti che sta facendo tanto discutere ed il cui destino, avvolto nelle nebbie, sembra essere indissolubilmente legato (almeno per ora) alle volontà del territorio ionico. Nei giorni scorsi avevano sollevato il sospetto che la soluzione per superare il momento di impasse e andare verso una nuova politica di gestione dei rifiuti sullo Jonio l’avrebbe dovuta trovare proprio il sindaco Stasi (leggi anche
Emergenza rifiuti alla resa dei conti, Stasi deve individuare una discarica per Bucita).
LA BACCHETTATA DI STASI: «CONFUSIONE SCIENTIFICA»
A questo “sospetto” ha fatto eco lo stesso primo cittadino che, attraverso un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, n
on ci ha pensato due volte ad ammonire tutti (forse anche noi) parlando di
«confusione scientifica». «Confusione sui ruoli, sui tempi, sui documenti, sulla normativa e sui modi, con qualche “qualcuno paventa” di troppo. Intanto – ha precisato il numero uno del palazzo di Città -
il capofila dell'ARO non ha alcun ruolo rispetto all'individuazione dei siti dove allocare gli impianti, quindi sostanzialmente è sbagliato dal titolo fino alle conclusioni. A dover proporre alla Regione Calabria – nella qualità di ente finanziatore degli impianti previsti del Piano Rifiuti steso dalla giunta Oliverio -
i siti dove allocare gli impianti è semmai l'ATO ed il suo organo di governo, ovvero la Comunità d'Ambito formata da tutti i sindaci della provincia. È così tanto per l'individuazione del luogo dove allocare il secondo impianto di trattamento della provincia di Cosenza (il cosiddetto ecodistretto), quanto per l'individuazione dei siti per gli impianti di smaltimento, ovvero le discariche di servizio. Insomma – ha chiosato Stasi - l'ARO non c'entra né dalla porta né dalla finestra».
I "GIRI IMMENSI" CHE ALLA FINE RIPORTATO LA QUESTIONE SUL TERRITORIO
Allora, per trovare la verità - dopo aver incassato il “cazziatone” del sindaco Stasi - abbiamo fatto praticamente il giro di mezza Calabria: da Catanzaro a Lamezia Terme, da Cosenza a Rende. Abbiamo interloquito con tutte le massime autorità regionali e provinciali in tema di gestione rifiuti e tutte ci hanno detto o fatto capire che
quella famigerata soluzione (chiamata discarica) all’eco-distretto di Corigliano-Rossano alla fine la devono trovare i sindaci del territorio. Che oggi hanno un portavoce che è appunto il sindaco Stasi. Un eco-distretto, quello appunto di Corigliano-Rossano, che ha un impianto tecnologico pubblico per il trattamento dei rifiuti (quello di Bucita) ma che non ha una discarica di servizio dove poter conferire gli scarti di lavorazione.
IL COMMISSARIO COZZA: «NON HO COMPETENZE SU CORIGLIANO-ROSSANO»
Partiamo da chi dice di non avere (almeno per il momento) delle competenze nel merito. E questa è
Ida Cozza, dal dicembre scorso commissario ad acta dell'Ato 1 Cosenza, per l'individuazione dei siti in cui allocare l'Ecodistretto della provincia e le discariche a servizio. «Il mio ruolo è specifico – ha risposto la Cozza quando le abbiamo chiesto dell’eco-distretto ionico – e
tra le mie competenze non c’è quella di occuparmi dell’eco-distretto di Corigliano-Rossano».
I DIRIGENTI REILLO E PALLARIA: «DAL GENNAIO 2019 SONO I SINDACI CHE DECIDONO»
Non contenti, allora, abbiamo chiesto chiarimenti al
dirigente del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, Orsola Reillo, che richiamando le decine di missive inoltrate nel corso di questi ultimi mesi ai sindaci dell’Ato Cosenza ha messo in chiaro un dato: «
La gestione dei rifiuti, dall’1 gennaio 2019, è totalmente in capo agli Ambiti territoriali ottimali e quindi ai comuni. La Regione – ha precisato – ha demandato le competenze ai sindaci. Anche perché – questo un inciso importante della dirigente Reillo – qualsiasi soluzione adottata finora dalla Regione e condivisa con i territori è stata sempre rigettata». Alle parole della dirigente Reillo, poi, hanno fatto eco quelle di un altro pezzo da 90 della cittadella regionale:
Domenico Pallaria, dirigente generale delle opere pubbliche. «
Le scelte – ha detto –
le deve fare la politica.
E in questo caso la politica locale che ha il compito di individuare le discariche di servizio. Nel caso dell’Ambito di Cosenza – ha ricordato – le scelte sono ovviamente demandate alla rispettiva Ato,
nel caso particolare dell’eco-distretto di Corigliano-Rossano è normale che la proposta di individuazione della discarica a servizio dell’impianto di Bucita debba pervenire dai suoi territori». Anche perché, questo il significato del discorso di
Pallaria, la discarica per gli scarti di Bucita non può sicuramente essere allocata a Praia a Mare ma dovrà essere individuata nello stesso territorio della Sibaritide. Più chiaro di così!
IL PRESIDENTE MANNA: «DALL'ARO DELLA SIBARITIDE ASPETTAVAMO UNA PROPOSTA CHE NON È ARRIVATA»
Ma come se non bastasse, abbiamo chiesto chiarimenti anche al sindaco di
Rende, Marcello Manna, oggi a capo dell’Ato Cosenza. «
Dell’ecodistretto di Corigliano-Rossano ne abbiamo discusso, rimanendo che sarebbe pervenuta dall’Aro della Sibaritide una proposta». Proposta che, però, non è ancora arrivata e che se dovesse tardare ancora ad arrivare potrebbe far scattare dei provvedimenti. «Se l’Aro non ci dirà dove porterà gli scarti di Bucita – ha detto Manna – chiederemo l
’attivazione delle procedure sostitutive (un commissariamento nel commissariamento?)
per poter utilizzare quello che c’è ancora da utilizzare tra i siti esistenti». Insomma, un’altra decisione calata dall’alto che quasi certamente risulterà impopolare e penalizzante per il territorio. A conti fatti sarebbe più opportuno che la Sibaritide, con a capo Flavio Stasi investito dell’autorevolezza che ha il sindaco della terza città della Calabria,
decida “motu proprio” il suo destino, prima che lo facciano altri e trovino le peggiori soluzioni per i cittadini di questo territorio pur di risolvere l’emergenza. E nel contingente è necessario trovare una discarica prima di ripiombare nell’ennesima e dispendiosa emergenza rifiuti.
mar.lef.