Cariati trasforma la Giornata contro la violenza sulle donne in un laboratorio civile di coscienza collettiva
Nel Museo Civico Mu.MAM una comunità intera si ritrova tra arte, scuola, poesia e testimonianze per riflettere sul fenomeno della violenza di genere e sulle sue radici culturali
CARIATI - Nella cornice del Civico Museo del Mare, dell’Agricoltura e delle Migrazioni, la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne diventa molto più di un appuntamento in calendario: si trasforma in un momento di riflessione condivisa, di consapevolezza e di responsabilità collettiva. L’iniziativa “Donna, vita, libertà di essere… oltre il silenzio”, promossa dal Mu.MAM in collaborazione con l’Amministrazione comunale, è un percorso culturale che intreccia linguaggi diversi — il dialogo istituzionale, la parola letteraria, la creatività artistica, il contributo delle scuole — per affrontare un tema che, anno dopo anno, assume un’urgenza sempre più drammatica.
L’incontro sarà aperto dal sindaco Cataldo Minò e dalla delegata alla Cultura Alda Montesanto, segno di un impegno istituzionale che accompagna un territorio da sempre sensibile ai temi sociali. A dare voce alle emozioni e alle contraddizioni della violenza di genere saranno gli studenti dell’IIS Cariati, autori del video “Il silenzio che urla”, che esplora con sguardo giovane e diretto la dimensione psicologica della sopraffazione. Gli stessi studenti interpreteranno alcune pagine di Passi affrettati di Dacia Maraini, un testo che porta in scena le ferite spesso invisibili delle donne costrette al silenzio.
Accanto a loro, la poesia sarà protagonista con i versi della poetessa Marta Siciliano, che indagano l’identità femminile attraverso immagini interiori e delicate, mentre la danza diventerà gesto narrativo grazie alle allieve della scuola “Il ritmo del Successo” diretta da Francesca Lefosse e Sonia De Simone. Una pluralità di linguaggi che non vuole celebrare un rituale, ma alimentare un confronto vivo.
Il dibattito, coordinato dalla direttrice del Museo Assunta Scorpiniti, vedrà gli interventi della dirigente scolastica Sara Giulia Aiello, della psicologa Assunta Cosentino, della docente Daniela Mancini e di rappresentanti istituzionali, in un dialogo aperto anche al pubblico. L’obiettivo è comune: capire, prevenire, educare. Perché la violenza di genere, ricordano gli organizzatori, è prima di tutto una questione culturale, radicata, complessa. E la cultura — l’arte, la scuola, il pensiero critico — può diventare uno degli strumenti più efficaci per contrastarla.
Il messaggio che arriva dal Museo è chiaro: la lotta alla violenza sulle donne non si esaurisce nel ricordo di una data, né può essere delegata solo alle norme o alle emergenze. È un impegno quotidiano che passa dalla consapevolezza, dalle reti di solidarietà, dall’educazione al rispetto, dalla capacità di ascoltare e di mettere in discussione stereotipi e strutture che alimentano la disparità.
A Cariati, la Giornata internazionale diventa così un abbraccio collettivo, una chiamata alla responsabilità e un invito a trasformare il silenzio in voce. Perché oltre il silenzio, ricorda il titolo dell’evento, c’è la libertà di essere. E una comunità che sceglie di ascoltare è già un passo avanti nel cammino verso quella libertà.