A Cariati, la memoria si fa racconto: “Giornali prigionieri” di Giuseppe Ferraro emoziona il MuMAM
Nel Giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, un evento intenso e partecipato dedicato alla memoria della Grande Guerra
CARIATI – È stato un pomeriggio di emozione, conoscenza e riflessione quello vissuto al Civico Museo del Mare, dell’Agricoltura e delle Migrazioni (MuMAM), dove il pubblico ha partecipato numeroso alla presentazione del libro “Giornali prigionieri. La stampa di prigionia durante la Grande Guerra”, edito da Donzelli e firmato dallo storico Giuseppe Ferraro.
L’incontro, curato e moderato dalla direttrice del Museo, Assunta Scorpiniti, si è inserito nel programma di celebrazioni promosso dall’Amministrazione comunale di Cariati per la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, un momento dedicato al ricordo dei Caduti e al valore della memoria collettiva.
Il volume di Ferraro apre una pagina poco esplorata della storia italiana: quella dei giornali nati nei campi di prigionia, realizzati dai soldati italiani catturati durante la Prima guerra mondiale – oltre 600 mila uomini, metà dei quali fatti prigionieri dopo Caporetto.
Attraverso quei fogli, scritti tra la fame e la speranza, l’autore restituisce voce e dignità a una generazione dimenticata, mostrando la guerra non come evento geopolitico, ma come esperienza umana, drammatica e intima. «È un’opera di grande rilevanza in questo momento storico – ha dichiarato il sindaco Cataldo Minò – perché ci invita a riflettere sul presente, ricordando il sacrificio dei giovani che difesero la Patria e il dovere civico di ciascuno di noi».
«Quei giovani prigionieri – ha aggiunto l’assessora alla Cultura Alda Montesanto – hanno trovato nei giornali una via per resistere, per esistere, per raccontarsi. Ricordarli è un atto di civiltà».
Durante l’incontro, Ferraro ha sottolineato come la ricerca si concentri su una dimensione “dal basso” della storia: «I giornali di trincea erano strumenti di propaganda; quelli di prigionia, invece, ci restituiscono l’anima dei soldati, la loro sofferenza, la loro umanità».
L’evento, arricchito da filmati d’epoca e riflessioni intense, ha suscitato grande partecipazione e numerosi apprezzamenti per l’autore, studioso di lungo corso, dottore di ricerca presso l’Università di San Marino, dirigente dell’Istituto Calabrese per la Storia dell’Antifascismo e direttore del Comitato di Cosenza dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano (ISRI), che ha una sede proprio all’interno del Museo Civico di Cariati.
A fare da cornice all’incontro, la mostra “Cariati, memorie di guerra e impegno per la pace”, inaugurata per tutto il mese di novembre e dedicata ai cimeli e ai documenti delle due guerre mondiali.
La direttrice Assunta Scorpiniti ha annunciato che la raccolta sarà presto arricchita da una nuova ricerca condotta tra le famiglie del territorio, per custodire e ampliare una memoria “più che mai necessaria al tempo di oggi”.
Un evento che ha unito cultura, storia e comunità, restituendo al pubblico non solo il valore della memoria, ma anche la consapevolezza che ricordare è un atto di pace.