Il gambero viola di Cariati conquista Anversa: l’icona anti-oicofobia della Calabria arriva tra Rubens e Van Dyck
L’opera realizzata con sola liquirizia calabrese dall’artista andaluso Santiago Ydáñez protagonista al Museo Snijders & Rockox House: dalla residenza a Rossano centro storico al dialogo con i maestri fiamminghi

CORIGLIANO-ROSSANO - Il Gambero Viola di Cariati, dipinto con sola liquirizia calabrese e nato nella residenza artistica esperienziale organizzata da Otto Torri sullo Jonio tra Rossano e il Museo Amarelli, è ufficialmente entrato in uno dei templi dell’arte europea. Da pochi giorni è esposto al Museo Snijders & Rockox House di Anversa, in Belgio, all’interno della mostra internazionale “Santiago Ydáñez e gli antichi maestri”, dove l’artista andaluso dialoga frontalmente con giganti come Rubens, Van Dyck e Jordaens.
Un salto di livello impressionante — ma non casuale — per un’opera che è diventata simbolo della battaglia culturale contro l’oicofobia, il rifiuto e la vergogna delle proprie radici. Il Gambero Viola, prodotto identitario della biodiversità jonica spesso ignorato persino nei menu calabresi, è stato scelto da Ydáñez come “icona necessaria”. Una ferita e un atto d’amore, insieme.
L’opera, già protagonista dell’evento Oicofobia a Corigliano-Rossano nel 2022 dentro il Concio Amarelli, torna ora al centro di una narrazione europea grazie alla rete costruita da Otto Torri sullo Jonio, all’Università di Malaga e al contributo di Enel Italia e della Regione Calabria. Lenin Montesanto, direttore del progetto, parla senza giri di parole: «Era ora che la Calabria venisse vista, non spiegata. Il Gambero Viola non è folklore: è un interrogativo. Ci chiede cosa scegliamo ogni giorno di dimenticare e rinnegare».
E il messaggio arriva potentissimo proprio da Anversa, la culla del Barocco europeo. Dove oggi un artista andaluso, con liquirizia calabrese, fa parlare il mondo della Calabria che resiste alla cancellazione culturale.
Un fatto non folklorico. Ma politico. E inevitabilmente europeo.