Dalla Sila al Pollino: continua il viaggio del Festival Vivaldi
I direttori artistici: «Ogni concerto è un incontro e ogni incontro diventa un segno di fiducia nella cultura. La risposta del pubblico ci commuove: significa che la musica è ancora un linguaggio necessario»

CASTROVILLARI - Ci sono fine settimana che sembrano disegnati per suonare, e quello che si apre con i prossimi appuntamenti del Festival Antonio Vivaldi – ottava edizione – appartiene esattamente a questa categoria: un intreccio di giovani talenti, prime assolute e grandi interpreti che continueranno a far vibrare la Calabria con la forza universale della musica.
Si comincia a San Giovanni in Fiore, nel Museo Demologico, dove la Sala Saverio Marra accoglierà il duo formato da Gottardo Roberto Iaquinta e Giuseppe Iaquinta. Due giovani interpreti cresciuti artisticamente nel solco della rassegna e ora protagonisti di un concerto che si annuncia come un piccolo laboratorio di emozione e ricerca. Il programma, volutamente a sorpresa, rispecchia il senso più autentico del Festival: la fucina, la prova, la scoperta. Un momento di ascolto che si lega idealmente ai percorsi di formazione già tracciati dagli altri giovani artisti che si sono esibiti nelle scorse settimane nello stesso luogo. È qui che la musica incontra il silenzio del Museo e lo trasforma in respiro, in gesto, in promessa.
Il viaggio proseguirà sabato verso Castrovillari, città che del Festival è ormai simbolo e cuore pulsante. Nella cornice del Castello Aragonese, sabato, si vivrà un momento destinato a lasciare traccia: la prima assoluta mondiale delle "Peças para piano" del compositore brasiliano Elian Thames De Oliveira, affidata all'intensità interpretativa di Roberto De Leonardis. Accanto a questa novità, le grandi sonate di Haydn e Beethoven, affidate al virtuosismo dei pianisti Antonio Di Cristofano e Giuliano Adorno, insieme al Quartetto d'archi dell'Orchestra Sinfonica di Cosenza. Un dialogo tra passato e presente, tra la forma classica e il coraggio dell'espressione contemporanea: ciò che rende il Festival un ponte, e non un museo del già sentito.
La chiusura del trittico sarà affidata, domenica, alla Sala degli Specchi del Palazzo della Provincia di Cosenza, il "salotto buono" della città, dove il pubblico troverà due pianoforti e un'eredità da ascoltare: quella che lega idealmente maestro e allievo, tradizione e futuro. Sarà un concerto dal titolo eloquente, "L'eredità del Maestro", con musiche di Haydn e Beethoven, affidate ancora una volta a Giuliano Adorno e Antonio Di Cristofano, accompagnati dal Quartetto d'archi dell'Orchestra Sinfonica di Cosenza. Un omaggio alla scuola pianistica europea e a quella tensione artigianale del suono che attraversa i secoli e continua a generare bellezza.
Con questi tre appuntamenti, il Festival Antonio Vivaldi supera la soglia dei dodici concerti realizzati in questa edizione 2025, confermandosi come una delle rassegne più longeve e riconosciute del panorama musicale calabrese.
I direttori artistici Alessandro Marano e Margherita Capalbo parlano con gratitudine di un pubblico che cresce di tappa in tappa, costante, attento, capace di seguire ogni città come fosse una tappa di un unico viaggio:
"Ogni concerto è un incontro – dichiarano – e ogni incontro diventa un segno di fiducia nella cultura. La risposta del pubblico ci commuove: significa che la musica è ancora un linguaggio necessario, un modo per ritrovarsi e riconoscersi."
Dal Museo Demologico di San Giovanni in Fiore, dove la giovinezza della musica si misura con l'eco delle radici, al Castello Aragonese di Castrovillari, che apre le sue stanze alla creazione contemporanea, fino alla Sala degli Specchi di Cosenza, dove la tradizione torna a specchiarsi nel presente, il Festival Antonio Vivaldi continua a scrivere una storia che è insieme artistica e civile: una partitura viva, che suona di appartenenza, di cultura e di futuro.