Sotto la collina di Gadice riemerge il tesoro nascosto dell'Antica Roma
A Calopezzati, sopralluogo della Soprintendenza e dei Carabinieri TPC: l’area, già segnalata negli anni ’70, è stata riconosciuta di interesse culturale con decreto ministeriale del 1999. Legambiente ora chiede fondi per la tutela e la valorizzazione

CALOPEZZATI – C’è un tesoro archeologico che da decenni riposa sotto la collina di Gadice, a pochi metri dal mare di Calopezzati, e che oggi torna a far parlare di sé. Si tratta dei resti di una villa romana risalente all’età tardo-repubblicana e alla prima età imperiale, che la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Cosenza ha confermato essere parte di un contesto di straordinario interesse storico.
Il 16 settembre scorso, su sollecitazione del circolo Legambiente Nicà di Scala Coeli, si è svolto un sopralluogo ufficiale nell’area. Presenti la funzionaria archeologa Giovanna Verbicaro, responsabile per il territorio, insieme al personale del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Cosenza. L’ispezione ha confermato che l’area rientra in un complesso archeologico noto sin dagli anni ’70, quando furono eseguite le prime ricognizioni sul sito.
Già nel 1976 la Soprintendenza Archeologica della Calabria aveva segnalato l’importanza del luogo. Nel 1990 il professore Armando Italiano Grasso, nell’ambito del progetto Giacimenti Culturali, condusse indagini più approfondite che portarono all’individuazione di strutture pertinenti alla villa. Una scoperta che portò il Ministero dei Beni Culturali a emanare, l’11 ottobre 1999, il decreto di vincolo che riconosceva ufficialmente il sito di Gadice come bene di interesse culturale.
Purtroppo, nel corso del Novecento, parte dell’area è stata compromessa dalla realizzazione della linea ferroviaria Taranto–Reggio Calabria e successivamente dalla costruzione della Strada Statale 106 Ionica, che hanno inciso profondamente sul paesaggio costiero. Tuttavia, le prospezioni geofisiche eseguite negli anni hanno permesso di definire con precisione i limiti del contesto archeologico, oggi tutelato da vincoli stringenti.
Ecco come poteva apparire la Villa Romana di Gadice in una ricostruzione fatta con la AI
«Siamo davanti a un patrimonio di valore inestimabile – sottolinea Nicola Abruzzese, presidente di Legambiente Nicà – che merita di essere studiato, protetto e valorizzato. Per questo invitiamo il sindaco di Calopezzati a farsi promotore presso Ministero e Regione Calabria di una richiesta di fondi straordinari finalizzati alla ricerca e alla tutela dell’area».
La stessa Soprintendenza, attraverso la dottoressa Verbicaro, ha espresso la disponibilità a collaborare per eventuali progetti di indagine e valorizzazione, qualora fossero reperite le risorse necessarie.
Oggi, dunque, la villa romana di Gadice torna al centro dell’attenzione pubblica e istituzionale. Un sito che racconta la storia antica della costa ionica calabrese e che potrebbe diventare, con i giusti investimenti, non solo luogo di ricerca ma anche di fruizione culturale e turistica.