“Profilo di una Sezione”, un valido contributo alla formazione docente alla fine del secolo scorso
Il volume offre una esposizione dettagliata della storia e delle attività della sezione Mirto-Rossano dell'Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi. Qui il libro è presentato tramite le note di alcuni protagonisti

CORIGLIANO-ROSSANO - Vi proponiamo di seguito la presentazione del libro di Franco Emilio Carlino "Uciim. Profilo di una sezione. 25 anni a servizio di una comunità scolastica (1978/2003)". Un valido contributo alla formazione docente alla fine del secolo scorso raccontato tramite le note di alcuni protagonisti
Il volume, offre una esposizione dettagliata della storia e delle attività della sezione Mirto-Rossano dell'UCIIM (Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi), un'associazione professionale di docenti cattolici. Il testo illustra e commenta le iniziative culturali, professionali e spirituali promosse dalla sezione nel corso degli anni, con particolare attenzione alla formazione dei docenti attraverso conferenze, ritiri e dibattiti su temi pedagogici, teologici e sociali. Evidenzia il ruolo di leadership e la dedizione di figure chiave come la fondatrice Anna Bisazza Madeo e i vari presidenti succedutisi, Maria Teresa Russo, Nicoletta Farina, Franco Emilio Carlino. Si considerano i temi ricorrenti di autonomia scolastica, professionalità docente e formazione religiosa, documentando l'impegno dell'associazione nel supportare gli insegnanti e nel promuovere i valori cristiani nell'ambito educativo.
«Da qualche tempo - scriveva Anna Bisazza Madeo, Consigliere Centrale Uciim - ero stata sollecitata a stendere la presentazione di questo “Profilo di una Sezione”, che avevo visto prendere forma e consistenza. Il mio eludere e rinviare erano sintomatici della ritrosía a lasciarsi prendere dalla commozione che accompagna la memoria e genera uno stato di esitazione e perplessità. “25 anni”, un quarto di secolo, sono una frazione infinitesimale in rapporto ai tempi della storia, un frammento ancor più estremamente ridotto rispetto alle categorie bibliche, ma è pur vero che, comparati al khronos esistenziale di un essere umano, rappresentano una porzione consistente della sua vita, significativa non solo di condizioni transitorie ma anche di realtà valoriali. Sentirmi direttamente ed anche psicologicamente coinvolta in questa memoria, non mi permette un sufficiente distacco, tale da consentire uno sguardo oggettivo; né credo potrebbe essere altrimenti per chi all’Uciim ed alla Scuola ha dedicato senza riserve tutte le energie degli anni più vigorosi, ricevendone certamente una ricchezza incalcolabile sotto molteplici aspetti».
«1978/1979: …Si, … sono proprio abbondantemente trascorsi 25 anni. La Sezione UCIIM di Mirto-Crosia/Rossano/Corigliano (Sezione zonale, diocesana ed interdistrettuale) conta e racconta i suoi cinque lustri di vita e di attività. Al racconto prendono parte una miriade di voci e di presenze: Soci, Dirigenti e Consulenti locali e nazionali, eccellentissimi Vescovi, illustri Relatori ed Esperti, Rappresentanti di Istituzioni e di Associazioni, Amici vecchi e nuovi…, coordinati dall’attuale Presidente di Sezione Franco E. Carlino. La primavera del ’79 segna il momento di passaggio dalla fase di formazione del gruppo a quella organizzativa e propulsiva. La nuova Sezione, che in pochi mesi ha triplicato il numero iniziale degli iscritti (da 10 a 30), esprime grande vitalità, forte coesione, entusiasmo partecipativo, anche perché è formata in massima parte da docenti giovani».
«Il contesto generale della zona appare favorevole al sorgere ed al consolidarsi della nuova Associazione, vi concorrono fattori sociali e motivazioni di varia natura: l’esigenza di rompere la gelosa chiusura culturale di ambienti ristretti ed autoreferenziali; l’assenza di strutture associative vitali; l’opportunità di aggregazione su interessi comuni; il desiderio di confronto e di nuove esperienze; il bisogno di informarsi ed attrezzarsi di fronte alle innovazioni interne alla scuola e partecipative a vari livelli; la necessità di acquisire competenze professionali; il piacere di conoscere in anteprima i temi del dibattito nazionale sulla scuola; il contatto diretto con Esperti di chiara fama; la comprovata fiducia nella serietà delle iniziative;… Lo spirito che anima la Sezione fin dal suo nascere è improntato alla natura ed alle finalità dello Statuto dell’Unione; l’organizzazione è fedele alle indicazioni statutarie e regolamentari; le attività realizzate mirano fondamentalmente alla promozione della persona, attraverso la formazione religiosa, professionale e culturale; vengono attuate anche particolari iniziative per stimolare il senso di appartenenza e facilitare sentimenti di amicizia e di comunità».
«Punto focale di riferimento è il progetto di vita professionale di Gesualdo Nosengo: “vivere la professione secondo un nuovo stile cristiano”, lo stile di responsabilità dei laici, riconosciuto dal Concilio Vaticano II, una responsabilità che impegna nella duplice fedeltà, a Dio ed alle "realtà secolari". Questa "formula associativa" dà ispirazione ideale al nostro gruppo, che, nel corso degli anni, attinge anche ai chiari insegnamenti ed alle coerenti testimonianze di tante Persone che lo aiutano a crescere».
«Quanto vado accennando è ampiamente raccontato o, forse meglio, documentato in questo volume, in cui Franco Carlino, con lo stile proprio del documentarista, si attiene scrupolosamente ai dati per restare fedele ai fatti, a costo di apparire ripetitivo. Egli si avvale opportunamente non solo di quanto ha conservato nella memoria e nell’archivio personale ma di tutto ciò che è stato gelosamente custodito nella Sezione: - verbalizzazioni degli incontri del Consiglio direttivo e delle Assemblee (vedi “Parte Prima”), una miniera di piccole informazioni, di per sé non particolarmente significative, ma che nell’insieme danno il senso della continuità, della tenacia, della laboriosità incessante; - relazioni e/o schemi dei Relatori, appunti, resoconti, registrazioni, manifesti, locandine, ecc. (per quanto attiene alla “Parte seconda”); - riferimenti ai grandi temi, spunti e griglie di riflessione, indicazioni per la meditazione, bibliografie, tematiche sviluppate in gruppo, appunti di spiritualità laicale e profes
Oltre le righe, i capitoli e l’intera opera, si legge tanto altro circa la vita di questa Sezione: l’impostazione solida, l’organizzazione efficiente, l’articolazione opportunamente modulata, la collegialità e la condivisione degli incarichi e delle responsabilità, l’entusiastica partecipazione, l’operosità di un gruppo motivato, la dedizione gratuita, l’impegno di presenza e testimonianza, lo spirito di solidarietà».
«Oltre le righe non si legge quanto, per motivi logistici, non è stato e non può essere registrato ma solo immaginato. Alcuni flash di ricordi restano negli occhi e nel cuore di chi li ha vissuti; così rimangono indelebili nella mente le numerose escursioni ricreativo-culturali, iniziative di notevole incidenza ai fini della socializzazione e dell’affiatamento del gruppo, momenti che hanno facilitato l’instaurarsi del clima di generale ben-essere nello stare insieme. Come non richiamare l’attenzione e l’adesione a particolari eventi ecclesiali? Come non riconoscere che la consistente partecipazione, la propositività e la collaborazione fattiva di questa Sezione hanno reso possibili alcune attività regionali? Occasioni di rilievo per la crescita personale e del gruppo sono stati anche i convegni nazionali, i viaggi culturali UCIIM e gli incontri internazionali del SIESC, cui la Sezione era sempre presente con un considerevole numero di partecipanti; tali eventi hanno costituito opportunità di autentica ricariUciim, per poi reinvestire in loco nuove energie e competenze».
«In proposito mi piace ricordare come la Presidente nazionale (Cesarina Checcacci) sollecitasse ed attendesse con ansia le nostre adesioni, anche perché, a suo dire, eravamo “la Sezione più giovane” quanto all’età dei Soci. Il tempo passa. “Oggi non è che il ricordo di ieri e domani non è che il sogno di oggi”, direbbe il poeta, elevandosi al di sopra della lettura delle cose. Per noi, più concretamente immersi nella quotidianità spesso prosaica, l’oggi non è solo un ricordo, è una realtà che scaturisce dal passato ma vive il presente in tutte le sue modulazioni, in questo clima storico-culturale caratterizzato purtroppo da dilagante conflittualità, da individualismi esasperati, da psicologismi maniacali, tra le contraddizioni sociali e le innovazioni scolastico-istituzionali, con entusiasmi e disinganni, timori e speranze. Per noi dell’UCIIM di Mirto-Rossano, la nostra Sezione è una realtà viva e vitale, fedele alle ispirazioni originarie, dinamica nell’intercettare bisogni ed attese, flessibile in relazion
«Da Christifideles laici vogliamo coltivare la nostra vocazione educativa al “servizio della comunità scolastica”, operando per la qualificazione dell’insegnante come professionista dell’educazione, in possesso cioè di valori autentici, di sicuro senso etico, di fondata cultura e solide competenze; vogliamo essere innanzi tutto testimoni di vita e dare ragione della speranza che è in noi.
Ciò è possibile se ciascuno avrà equilibrata cura del sé ed intenzionale attenzione alla sua perfettibilità primariamente umana, quindi cristiana, civile, professionale; poiché tale operazione prende avvio dalla coscienza, la formazione religiosa e spirituale deve occupare un posto di grande rilievo, per salvaguardare lo sviluppo armonico della personalità».
«La pubblicazione del presente volume rappresenta un consuntivo a medio termine della vita di questa Sezione, un frammento della storia dell’UCIIM (ma i grandiosi mosaici sono fatti di piccole tessere). Sfogliarne le pagine, seguire le tematiche è in qualche modo rivivere momenti di vita associativa, avvenimenti ed appuntamenti della storia della scuola, ripercorrere esperienze significative, rivedere volti … anche di chi ci ha preceduto sulla via della nostra speranza. Il senso che il Curatore intende dare al lavoro presentato è: “La memoria per progettare il futuro”. Questa prospettiva di avanzamento impegna la sua responsabilità di presidente di Sezione, ma anche la responsabilità e la sensibilità di tutti i Soci vecchi e nuovi, a proseguire alacremente sulla via tracciata. Dopo 25 anni, la Sezione dovrebbe poter contare sull’esperienza di molti, dovrebbe puntare sull’impegno forte e coerente di coloro che hanno acquisito maturità, ma non può fare a meno dell’entusiasmo dei giovani. Una bella espressione Kahlil Gibran ci offre una suggestiva immagine ideale: “le stagioni si cingono l’un l’altra, e il presente abbraccia il passato con il ricordo, e con la speranza l’avvenire”. Nel nostro caso, il vissuto è un’esperienza che fa parte di noi, una ricchezza interiore divenuta patrimonio del nostro stesso essere, è un fitto tessuto di rapporti umani, di sentimenti condivisi, di generosa operosità, in un clima di autentica amicizia. Il futuro, l’avvenire, per evitare il rischio dell’utopia, ha bisogno di concretezza e di essenzialità. Nutrire una speranza significa “avere un sogno”, ma per realizzarla occorre “essere un segno”».
A seguire il contributo del Presidente Nazionale Uciim – Luciano Corradini.
«Ci sono momenti nella vita nei quali si ha l’impressione di non valere nulla, di essere incapaci di affrontare le situazioni e i problemi personali, familiari, professionali, associativi. Ci si sente inadeguati di fronte al presente e smarriti di fronte al futuro. Questo stato d’animo di tipo depressivo, che con diversa gravità affligge talora i singoli, ma anche i gruppi, le comunità e interi popoli, fa pensare ai nebbioni che calano in autunno nelle pianure del Nord, rendendo difficile la circolazione. È come se il sole fosse stato inghiottito dalla nebbia e l’azzurro del cielo fosse per sempre scomparso. In questi casi, per quanto si cerchi di “ficcar lo viso” in avanti, come diceva il padre Dante, non si riesce a veder le stelle. C’è però un modo per immaginare quello che non si riesce a vedere a occhio nudo: consiste nel ricordare quello che si è visto e quello che si è fatto, non solo quando il cielo era limpido, ma anche quando nebbia e nuvole parevano bloccarci, e invece non ci hanno impedito di ava
«La memoria serve per integrare e per correggere la percezione d’impotenza provocataci dalla nebbia. Se abbiamo visto e fatto questo e quest’altro, se siamo stati capaci di progettare e di fare, di resistere e di persistere, nonostante le difficoltà incontrate, vuol dire che la nebbia non è invincibile e che noi non siamo dei buoni a nulla. Proprio come dice il sottotitolo di questo libro.
Si può fare memoria della propria vicenda personale, magari aiutandosi con le agende, le fotografie, le filmine, il dialogo con gli amici; e si può far memoria delle vicende di una famiglia, di un gruppo, di un’associazione, di una città, addirittura del mondo, aiutandosi con tutte le fonti che siano in grado di ravvivare la nostra memoria e di arricchire la nostra percezione del passato. Ci sono le autobiografie e le autostorie, cioè le storie raccontate da chi le ha vissute in quanto membro di un gruppo del quale ha più o meno diretta conoscenza, e non solo le storie dei professionisti della ricerca storiografica».
«In sede sociologica e psicologica, ma anche in sede pedagogica, si è di recente scoperto il valore culturale, terapeutico, educativo dell’autobiografia, mentre più antica è la convinzione del valore della coscienza storica e della ricostruzione delle vicende passate, in vista della ricerca della “verità” e del “senso” che queste hanno per noi, e in vista della progettazione del futuro. Non sempre dalle autobiografie esce un capolavoro paragonabile alle Confessioni di Agostino, e dal lavoro storiografico esce un capolavoro come la Storia d’Europa di Chabod. Alcuni riescono a fare della ricostruzione e della narrazione delle vicende vissute capolavori utili alla storia dell’umanità, altri fanno un lavoro significativo e utile per sé, per la propria famiglia, per la propria associazione. È il caso del libro di Franco Carlino, che serve non solo a lui, ma alla prestigiosa sezione UCIIM di Mirto-Rossano, che dev’essere orgogliosa della sua vitalità. E sono certo che servirà all’UCIIM di tutta Italia e in particolare a tutti quelli che riusciranno a sfogliare queste pagine e a rintracciare nella serie dei fatti, dei racconti, delle sintesi, delle fotografie, la testimonianza vissuta della possibilità di avanzare nel nuovo secolo con la stessa energica e comunitaria spiritualità professionale con cui l’UCIIM di Mirto-Rossano ha camminato nel quarto di secolo di cui qui si fornisce puntuale ricostruzione».
«Quando tornai la seconda volta a Rossano nel giugno del 2003, per partecipare alla conclusione dell’attività annuale di questa sezione, non ero al massimo delle mie risorse psicofisiche. La stanchezza per l’anno accademico e associativo che si andava concludendo, la faringite che minacciava di rendermi afono, il grande caldo che assolava la Calabria e le fatiche del viaggio avevano un poco depresso il mio patrimonio immunitario. Un po’ di nebbia me l’ero portata da casa, ma gli amici di Rossano mi aiutarono a diradarla. L’amicizia, la cortesia, l’ospitalità offertami dai coniugi Madeo nel lungo viaggio in auto, l’affetto del Presidente F. E. Carlino e di Mons. F. Milito, la partecipata conferenza dibattito che facemmo nel chiostro a cielo aperto, finché il sole non tramontò, lasciando il posto ad una splendida serata di canti napoletani eseguiti in modo mirabile dal coro e dall’orchestra, con gli interventi, fra gli altri di Anna Madeo, presidente storica, di Francesco Caravetta e di molti altri, le cena in pizzeria con una cinquantina di soci, tutto questo costituisce un indimenticabile patrimonio di ricordi, che mi aiuta ad affrontare con coraggio le vicende dell’imminente XXI congresso nazionale dell’UCIIM. Dall’assessore al turismo al direttore del coro e concertatore d’orchestra al titolare della pizzeria, tutto era all’insegna dell’UCIIM: non piccola insignificante, residuale associazione corporativa, ma trama fitta del tessuto vitale di una città ricca di civiltà e di storia».
«Spero che avere fra le mani questo libro serva a rallegrare coloro che hanno vissuto le vicende ucimine, scolastiche, ecclesiali, sindacali, civili e politiche degli scorsi 25 anni e a incoraggiare coloro che vedono nebbia davanti al nostro futuro associativo.
Se ci sono persone e sezioni e paesi e città che vivono in questo modo e con questa fedeltà l’ideale associativo, non dobbiamo temere il futuro. Basta non aspettarlo rassegnati, magari con la testa rivolta al passato. Come con lo specchietto retrovisore in automobile, anche nella vita non si deve dedicare troppo tempo a guardare indietro: bastino quei colpi d’occhio che per guardare avanti e per non andare fuori strada».