Un monolite per il Poeta della Fede: nuova collocazione per la statua di Don Giulio Varibobba
San Giorgio Albanese celebra la memoria del sacerdote e poeta arbëreshë le cui "Kalimere" continuano a risuonare come Vangelo popolare e cemento identitario per le comunità italo-albanesi

I poeti contemporanei non godono più delle statue che ornavano le piazze nel diciannovesimo secolo, né della reputazione che li accompagnava nel ventesimo. Eppure, il 23 aprile scorso, a San Giorgio Albanese, mentre i lunghi rami degli alberi del piazzale panoramico antistante la chiesa sembravano accarezzare il cielo, si è verificato un evento insolito: è stata benedetta una statua dedicata a un poeta vissuto trecento anni fa.
Alla presenza del Vescovo eparchiale di Lungro Mons. Donato Oliverio, del Sindaco Gianni Gabriele – promotore dell'iniziativa –, del Parroco Papàs Marius Voinea e di numerose altre autorità civili, militari e religiose, è stato reso omaggio a Don Giulio Varibobba. Sacerdote e poeta, è universalmente riconosciuto nell'Arberia per le sue "Kalimere" – poemi religiosi composti in lingua arbëreshe ancora oggi cantati nelle chiese italo-albanesi. Queste opere sono Vangelo in forma popolare, catechesi e memoria storica, un elemento fondamentale per l'identità delle comunità albanofone, un modo per fissare per iscritto la lingua del popolo tramandata oralmente.
Oggi, come è noto, la poesia non ha mercato. Le case editrici la evitano, le librerie la relegano agli scaffali meno in vista. Non esiste presenza più discreta, solennità più umile, angoscia più gentile. Eppure, nulla possiede un valore maggiore.
Don Giulio Varibobba non aspirava alla gloria terrena, ma cercava la grazia divina. E chi legge e canta le sue opere sa che le sue parole, semplici e ferventi, sanno elevarsi a vette straordinarie. Perché la poesia autentica non si scrive per mettersi in mostra o per lasciare un segno per i posteri. Si è poeti quando si dimentica il proprio "io", quando, in un istante di verità, è l'Altro – o l'Oltre – a scrivere attraverso di noi.
Don Giulio ha cercato quella grazia per sé e per il suo popolo. E nella cornice della festa di San Giorgio e dopo due giorni dedicati alla sua memoria, forse un po' di quella grazia l'abbiamo percepita anche noi, partecipanti all'evento.