A Vaccarizzo Albanese si rinnovano gli antichi riti pasquali
Uno dei più attesi è l'Acqua Muta: l'acqua raccolta, in assoluto silenzio, da una particolare fonte, alla mezzanotte del sabato santo è investita di un potere curativo e viene usata per rimuovere ogni forma di male

VACCARIZZO ALBANESE - Il sabato santo è il giorno della Resurrezione di Cristo nella liturgia greco bizantina (quella cioè praticata a Vaccarizzo Albanese e in tutti gli altri paesi arbëreshë), ma qui si ammanta di rituali e tradizioni particolari, quasi unici, come La Riganella, dolce tipico la cui origine sembra essere del periodo tardo medioevale.
Secondo le tradizioni legate al rito bizantino, questo dolce pasquale viene preparato in molte famiglie a cominciare dal giovedì santo e la sua consumazione avviene solo dopo il mezzogiorno del sabato. Nel rituale religioso, la forma della riganella, a spirale, simboleggia il concetto di rigenerazione ciclica della vita, molto diffusa nella iconografia bizantina. Il nome si deve invece alla presenza di un ingrediente piuttosto insolito nelle ricette dolciarie, l'origano, usato oggi solo in pochissime altre realtà arbëreshë. Il resto dipende dal "gomito" delle donne che si cimentano nell'impresa e in qualche altro "pizzico" di ingrediente... segreto.
La Riganella più rinomata, secondo la vox populi, è dunque quella di Vaccarizzo, testimoniato anche dal fatto che in questa occasione l'unico forno esistente in paese viene ogni anno preso d'assalto dagli abitanti delle cittadine limitrofe con prenotazioni che si aggirano attorno ai mille pezzi. Un successo che ha spinto l'Associazione socio culturale Arberia ad organizzare per sabato pomeriggio, dalle 18 fino a mezzanotte, quando avverrà la Resurrezione di Cristo, un vero e proprio Concorso con tanto di Giuria che dovrà giudicare circa 30 concorrenti, esclusivamente di Vaccarizzo, con una bella targa d'argento alla vincitrice e attestati di partecipazione a tutte le concorrenti.
L'altro evento molto atteso è denominato L'Acqua Muta, un evento che, secondo lo storico Francesco Perri, autore del libro "Acqua muta- Significato, similitudini e confronti tra Italia e Albania", sia in lingua italiana che arbëreshë, si svolge oggi solo a Vaccarizzo e a Polene, un villaggio vicino a Korca, cittadina del sud quasi al confine con la Grecia e la Macedonia del Nord, dopo aver consultato il fior fiore degli storici albanesi, primo fra tutti il professore Emil Lafe.
Secondo una antica credenza popolare l'acqua raccolta, in assoluto silenzio, da una particolare fonte, alla mezzanotte del sabato santo era investita di un potere curativo, quasi di taumaturgico, e veniva usata per sanare malattie o rimuovere ogni forma di male... e anche di malocchio!
A partire dagli inizi del Novecento la tradizione segue una precisa usanza: a mezzanotte, dopo il suono delle campane della chiesa a festa per la Resurrezione di Cristo e dopo aver acceso il grande fuoco al centro della piazza, tutti i fedeli si recano alla Vecchia Fontana (specialmente le ragazze) in assoluto silenzio, sia all'andata che al ritorno, per riempirsi la bocca di acqua che dovrà servire per spegnere il fuoco.
È però costume che i ragazzi tentino in tutti i modi di distrarre e far parlare le ragazze rompendo così il sacro rito del silenzio e costringerle così a ripetere tutto il rituale da capo.
Nel frattempo un gruppo di cantori intona l'inno della resurrezione " Kristos Anesti", Cristo è risorto, prima in chiesa, poi vicino al fuoco e poi davanti all'abitazione del Papas, del parroco, che spalanca la sua porta di casa facendo entrare i graditi ospiti offrendo dolci, vino e bibite...a volontà!