Partito il restauro del famoso “Murale contro il Femminicidio” dell’artista rossanese Elisa Caracciolo
Caracciolo insieme a Marina Biagini ha realizzato quest’opera nel 2012 per ricordare le tante donne uccise per mano del partner o di un familiare. Per l’8 marzo le due artiste-attiviste hanno deciso di avviare i lavori di restauro

ROMA – L’opera romana Murale contro il Femminicidio, che ricorda tutte le vittime di femminicidio a partire dal 2012, è al centro di un lavoro di restaurato avviato lo scorso 8 marzo in occasione della Giornata Internazionale per i Diritti delle donne.
Le artiste-attiviste che hanno ricordato le donne uccise attraverso questa importante opera, sono e la rossanese Elisa Caracciolo e Marina Biagini. Entrambe ne hanno curato il restauro.
Si tratta di un murale unico perché si sviluppa lungo due muri perpendicolari, in zona San Lorenzo, tra Via dei Sardi e Via degli Enotri. I due muri circondando dei campi da gioco e un edificio del 1926.
La scelta del luogo – spiega Caracciolo a The art Newspaper – non è causale. «Abbiamo cercato un muro che fosse abbastanza grande e lungo e volevamo scegliere un luogo già aperto a questo tipo di espressione artistica. San Lorenzo aveva entrambe le cose».
Il quartiere San Lorenzo ha una storia a sé e un carattere unico. Famoso per essere stato teatro dei bombardamenti durante la Seconda Guerra mondiale, oggi presenta una vivace comunità studentesca. È un luogo aperto, che possiede la sensibilità giusta per poter accogliere e far rivivere il messaggio custodito nell’opera.
Il murale è così composto: sullo sfondo color terracotta si stagliano tante sagome bianche, identiche, che si ripetono una dopo l’altra tenendosi per mano. L’apparente anonimato creato da questa successione in serie di forme viene annullato dalla presenza del nome e dell’età diella donna che ha perso la vita.
“Murale contro il Femminicidio” è un’opera il cui messaggio è ancora tristemente attuale, che spinge a riflettere su quanta strada siamo chiamati ancora a percorrere prima che le donne godano di una effettiva emancipazione e di una reale parità in materia di diritti.