Presentato il libro sulla figura di "Giuditta Levato. La contadina di Calabricata"
Scritto da Lino Furfaro, promosso dalla Fai Cisl Calabria, dalla onlus “Comunità Progetto Sud” e dall’associazione “Cnca Calabria”. Sapia: «Importante occasione per sostenere il lavoro agricolo dignitoso, sicuro e ben retribuito»
CORIGLIANO-ROSSANO - Si è tenuto ieri sera, martedì 6 agosto, a Corigliano-Rossano l’evento di presentazione del libro “Giuditta Levato. La contadina di Calabricata”, scritto da Lino Furfaro, promosso dalla Fai Cisl Calabria, dalla onlus “Comunità Progetto Sud” e dall’associazione “CNCA Calabria”.
L’interessante iniziativa, moderata dalla redattrice editoriale Erminia Madeo, a cui ha partecipato la stessa autrice del romanzo, ha ripercorso le vicende della società agricola calabrese all’indomani della fine della seconda guerra mondiale, in cui ebbero inizio, a seguito dei Decreti Gullo, le “lotte per la terra”, che tanti contadini come Giuditta Levato agognavano dopo secoli di soprusi da parte dei latifondisti.
«Un libro che racconta una storia con molte vicende e che offre uno spaccato della Calabria rurale del ‘900, segnata da povertà e ingiustizie sociali, ma che fa emergere - ha dichiarato nell’intervento introduttivo il Segretario Generale della Fai Cisl calabrese Michele Sapia - anche coraggio e speranza, virtù necessarie ai nostri giorni, specie in Calabria, in cui è fondamentale sostenere un cambiamento partecipato».
«Purtroppo, in una regione a vocazione agricola, come la Calabria, con uno straordinario patrimonio agroalimentare – ha proseguito Sapia – emerge da indagini passate che ci sono ancora donne e uomini vittime di sfruttamento e violenze, episodi di caporalato e lavoro nero. Un quadro odierno regionale che presenta notevoli complessità e problematiche, come il numero esiguo delle aziende agricole calabresi iscritte alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità, inoltre, quattro lavoratori su dieci sono irregolari, in 10 anni il numero degli operai agricoli in Calabria è diminuito quasi del 30% ed ancora forti differenze retributive tra uomini e donne».
Anche sul piano della sicurezza, la Calabria è “zona rossa” per numero di infortuni e morti bianche, con il settore agricolo secondo solo a quello dell’edilizia. Ancora tanti, troppi ghetti e baraccopoli, circuiti illegali per il reperimento della manodopera a basso costo.
Serve maggior confronto e fare rete per imprimere un fondamentale cambio di passo. A cominciare dal rinnovo dei contratti provinciali agricoli, per una retribuzione più equa e per migliorare il welfare aziendale in agricoltura, sostenere sicurezza, formazione e bilateralità.
L’ordinanza della Regione per vietare il lavoro agricolo nelle ore più calde, è certamente un provvedimento positivo che tutela la salute e sicurezza degli addetti. Sono però urgenti ulteriori misure come la condivisione di un protocollo regionale contro il caporalato e lo sfruttamento in agricoltura, rendere operativo il Tavolo Verde regionale, approvare la legge sull’agricoltura sociale e mettere in campo misure e programmazione per valorizzare il lavoro agricolo di qualità, istituire una banca regionale delle terre incolte, creando opportunità soprattutto per i giovani, sostenere il ruolo strategico di un’azienda regionale come l’Arsac, anche attraverso l’avvio del ricambio generazionale».
Sono seguiti i contributi del Presidente del Consiglio comunale di Corigliano-Rossano Rosellina Madeo, del fondatore della “Comunità Progetto Sud” don Giacomo Panizza, dello storico Daniele Pisano e dell’autrice Lina Furfaro, mentre la lettrice Angela Campana ha interpretato alcuni passi significativi del libro