2 ore fa:Grandi spazi per la fede: rinnovata per 99 anni la Concessione all'Ordine dei Minimi
1 ora fa:Si perde nei boschi della Sila, ritrovato dalla Polizia Provinciale
4 ore fa:A Roseto Capo Spulico una mostra racconta il restauro della statua di Sant'Antonio nel cuore dei festeggiamenti
5 ore fa:Co-Ro, approvati i regolamenti per la gestione e l’uso delle strutture teatrali e i gemellaggi
4 ore fa:Celebre (Cgil) chiede al Presidente Occhiuto tutele per i lavoratori che rischiano lo stress termico
3 ore fa:Pd Cosenza: crescono le adesioni al gruppo "Innovazione, Comunità e Territori"
3 ore fa:La solidarietà di politica e istituzioni alla consigliera di Crosia ferita in un incendio
10 minuti fa:Dal salotto diffuso di Vakarici alla scoperta del mondo
5 ore fa:Un weekend di grandi sfide per la Corricastrovillari-Guglielmo Atletica
40 minuti fa:Il sistema camerale calabrese incontra l’Assessore alle politiche per il lavoro

Dai Templari alla Sacra Sindone: storie e leggende del Castello di Roseto Capo Spulico

1 minuti di lettura

Proseguiamo il nostro viaggio attraverso i Marcatori Identitari Distintivi della Calabria del nord-est, con la rubrica che per tutta l'estate, ogni domenica, ci porterà alla scoperta di luoghi, tradizioni e personalità di spicco.

Questa settimana andiamo a Roseto Capo Spulico, nell'Alto Jonio calabrese per scoprire il Castello arroccato su uno scoglio. Un luogo di interesse culturale anche a livello nazionale presente già nelle antiche mappe nautiche, una tra queste è quella dell'Italia affrescata nella Sala delle mappe presso i Musei Vaticani.

Il castello è di forma trapezoidale ed ha tre torri, di cui una merlata e più alta rispetto alle altre. Vi sono ampi saloni di rappresentanza all'interno (visitabili), ed all'esterno si possono vedere cisterne e scuderie. La tradizione vuole che, tra il 1204 e il 1253, durante il regno di Federico II, il castello custodì la Sacra Sindone del nostro territorio*.

All’interno delle mura del “Castrum Petrae Roseti” si celerebbe il più grande mistero della cristianità: il Sacro Graal. Il maniero appartenuto ai Templari e requisito da Federico II, inseguito all’inasprimento dei rapporti durante la VI crociata, proverebbe la localizzazione in Calabra della reliquia più cercata della Storia. È un documento federiciano inedito l’elemento che lo confermerebbe. Tale indizio è stato ritrovato nel 1998 da Yasmin, egittologa e docente di Storia Medievale e Paleografica e Kathrin Von Hohenstaufen, discendenti dirette dello Stupor Mundi, in un archivio di origine normanna custodito nel Castello di Alfi Fiordimonte. Questo prezioso reperto attesterebbe l’appartenenza della Coppa Sacra, della Sindone e delle Sacre Bende all’Imperatore e il transito delle preziose reliquie nel Castello di Roseto Capo Spulico. Questa scoperta che all’epoca fece scalpore, ricevette anche un riconoscimento pubblico da parte dei Cardinali Antonio Innocenti, Francesco Colasuonno e Ersilio Tonini. Ma è la misteriosa sfera di pietra e calce, ritrovata durante l’ultimo ammodernamento del castello, ad essere l’elemento che più avvalorerebbe tale affascinante ipotesi e che risolverebbe la ricerca senza fine che ha affascinato e ispirato letterati, scienziati di ogni epoca e che alimenta ancora la legenda di Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda. La pietra sferica con sopra incisi i simboli templari dell’Agnello mistico, della Croce e del Giglio, ritrovata dentro un anfratto murato della Torre della Sindone del castello, sarebbe a detta delle Von Hohenstaufen l’Omphalos quel “Loculo Ubi Christi Cenavit” contenente il Graal.**

*fondoambienteitaliano.it

** Proposta ufficiale di mappatura del Mid della Calabria depositata alla Regione Calabria

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.