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Da Vaccarizzo a Cosenza passando per Altomonte: è il vino il vero collante della Calabria Citra

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La prima parola chiave, “vino”, sottile e profumato fil rouge, la ritroviamo tra i nomi dei tre eventi che dal fine settimana passato e fino ad oggi hanno costellato la provincia di Cosenza come una grande, gioiosa ouverture dellestate: Borgo di Vino ad Altomonte, Vini Arbëreshë a Vaccarizzo Albanese e Cosenza Wine District in programma questa sera dalle 19.00 nel capoluogo della provincia.

Siamo in Calabria, già conosciuta come Enotria, che appunto vuol dire terra del vino; in questi eventi c’è tanto vino e tanto pubblico. Il vantaggio della folla - dei vini e delle persone - è diventato banco di prova nellinterazione significativa tra i visitatori e le varie cantine, tra i loro gusti, e le storie di ogni vignaiolo.

Dopo la pandemia, in eventi come questi ci si sente sempre come un bambino perso in un negozio di giocattoli dopo essere stato rinchiuso per punizione in casa per qualche mese. Chiari sono i vantaggi di simili eventi: con un contributo relativamente basso, si ha la possibilità di fare festa e di avere tantissimi assaggi diversi, pronti a rimanere impressi nella memoria, etichette da notare nei taccuini oppure immortalate con lo scatto del telefonino, da custodire per il prossimo acquisto ragionato nellenoteca di fiducia.

Entrando nello specifico, il secondo denominatore comune che fa da trait dunion tra i tre eventi è il Consorzio Terre di Cosenza DOP, presente con i suoi vini di qualità. Questi splendidi vini vanno riscoperti nelle loro identità organolettiche chiaramente definite e devono essere percepiti finalmente in modo giusto dai consumatori. Per questo, col sostegno della Regione Calabria, il Consorzio ha messo in moto un grande lavoro di promozione che da Milano e Roma arriva anche nella nostra provincia con iniziative specifiche come quella per il settore Ho.Re.Ca. o il Press Tour dedicato ai comunicatori. Mirano a strutturare il brand. Presso gli addetti alla ristorazione nasce la consapevolezza di avere sul territorio vini che meritano un posto d'onore nella carta vini dei ristoranti. Le identità organolettiche sono dovute principalmente alle condizioni orografiche e climatiche esistenti, ma il terroir in senso lato, comprende anche le persone implicate, le tecniche di vinificazione e coltivazione.

È difficile dare una breve definizione di un vino Terre di Cosenza dal punto di vista del seguente quartetto: tradizione, varietà, stile di vinificazione ed esistenza di caratteristiche olfattive e gustative. Ma è una domanda legittima perché, quando acquisti una bottiglia di Bordeaux, ovunque tu sia nel mondo, sai cosa aspettarti; come chiare sono le aspettative su alcune DOP italiane più conosciute, facendo naturalmente la differenza sui vari livelli di qualità.

Se è importante che i consumatori scoprano le identità organolettiche uniche di questi vini, è altrettanto importante che i produttori siano in grado di comunicare in modo accurato e comprensibile le caratteristiche dei loro prodotti.

La denominazione Terre di Cosenza DOP comprende unarea molto vasta e tante aziende vitivinicole con produttori di vino molto creativi; c’è molta effervescenza dal lato sperimentale, e dentro il consorzio c’è una grande consapevolezza sui punti di forza dei loro vini. Oltre al magliocco, emblematico vitigno dei grandi vini rossi Terre di Cosenza, il futuro vinicolo della denominazione potrebbe consistere, in una riscoperta dei vini bianchi da uve autoctone: greco, pecorello, mantonico. Infatti i vigneti si trovano quasi tutti in collina, e ciò è un vantaggio; la lavorazione, però,  molto più delicata, dev'essere curata nei minimi dettagli. 

La reputazione è il grande premio di una costante e corretta evoluzione che, come ogni evoluzione, si fonda sull'innovazione e sulla tradizione. Il feedback diretto si verifica  dall'entusiasmo dei clienti collaudati ma anche di quelli potenziali che si avvicinano questi giorni timidamente agli stand. Dopodiché, il marketing contribuirà a poter parlare, successivamente e costantemente, di una capitalizzazione di mercato.

Infine mi preme presentare in breve la radiografia dellambizioso evento, quello con più storia alle spalle dei tre, il concorso Vini Arbëreshë di Vaccarizzo Albanese, arrivato questanno allesame di maturità, nella sua diciottesima edizione.

Oltre i banchi di assaggio dei vini Terre di Cosenza, della cantina arbereshe Cervinago di Civita e di numerose cantine dAlbania presenti, accompagnate dal ministro dellagricoltura albanese Frida Krifka, ospite del Sindaco di Vaccarizzo, Antonio Pomillo, i protagonisti sono stati i vini naturali. 200 vini di 21 paesi arbereshe tra comunità e frazioni: Castroreggio, San Martino di Finita, Cerzeto, Santa Caterina Albanese, San Costantino Albanese, San Paolo Albanese, San Benedetto Ullano, Santa Sofia dEpiro, San Demetrio Corone, San Cosmo Albanese, San Giorgio Albanese, Civita, Frascineto, San Basile, Macchia Albanese, Eianina, Spezzano Albanese, Vaccarizzo Albanese, Lungro, Firmo, Acquaformosa. Queste cifre costituiscono la cornice del mosaico dei vini artigianali arbëreshë, quelli del contadino, che meriterebbero un approfondimento in futuro e che possono beneficiare nel concorso svolto a Vaccarizzo d'una certificazione indipendente di qualità. La stragrande maggioranza dei vignaioli ricadono nellterritorio della DOP Terre di Cosenza e sognano un giorno di poter etichettare i loro vini col prestigioso marchio declinato in una denominazione specifica, Arbëresh.

In realtà una piccola rappresentanza dei vini arbëreshë di qualità allinterno del consorzio c’è già. Nella batteria dei vini raccontanti e degustati alla cieca” (cioè senza svelare neanche alla fine i nomi dei produttori) dal grande giornalista enogastronomica Luciano Pignataro ieri sera a Cosenza,  al cospetto di un pubblico qualificato, accolto dal sempre attento Assessore regionale all'agricoltura Gianluca Gallo, da Massimiliano Battaglia assessore attività produttive di Cosenza, dal Presidente del Consorzio Demetrio Stancati e dal Presidente dell'Enoteca Regionale Gennaro Convertini, alla vigilia del Cosenza Wine District, ho riconosciuto tra i rossi un vino arbëresh con cui ho brindato insieme al relatore, alla vita e al futuro del comparto vitivinicolo dell’Arberia e della Calabria.

Elia Hagi
Autore: Elia Hagi

Studia a Roma filosofia e teologia e comunicazioni sociali e oggi svolge a Vaccarizzo Albanese il suo ministero sacerdotale. Diventato sommelier, segue con passione la rinascita del vino calabrese con un particolare interesse rivolto ai vini identitari Arbëreshë.