Non è un semplice albero: è la Pita! Dopo tre anni ad Alessandria del Carretto torna l'antica Festa dell'Albero
Domenica scorsa la selezione dell'abete del Pollino che la prossima domenica sarà trascinato in paese e issato il 3 Maggio in occasione della festa patronale. Ritorna uno dei riti pastorali più antichi della Calabria. Ecco il programma
ALESSANDRIA DEL CARRETTO - «Non è solo un albero... È la Pita!» Così il sindaco di Alessandria del Carretto, Domenico Vuodo, ha aperto le porte alla lunga celebrazione di quella che, di fatto, è la festa dell'Albero più antica della Calabria. Probabilmente anche l'unica che si celebra sul territorio regionale. Domenica scorsa gli esperti boscaioli del piccolo centro del Pollino, che sorge a più di mille metri dal livello del mare, si sono ritrovati nei boschi della catena del Dolcedorme per scegliere l'abete della cerimonia, la Pita appunto, che la prossima domenica 30 aprile sarà trascinato nella piazza centrale del piccolo centro montano per diventare emblema della festa popolare. Una cerimonia che non si teneva più da tre anni a causa del Covid e che oggi ritorna con tanto entusiasmo e attesa del popolo alessandrino.
In realtà Alessandria del Carretto è famoso per due eventi molto partecipati, tra i più autentici del folklore calabrese: il Carnevale Storico di Alessandria del Carretto con le più note Polecenelle bielle e la Festa della Pita (Pitë).
Quest'ultima si svolge ogni anno il 3 di maggio, in occasione della festività del patrono, Sant'Alessandro, e rappresenta un vero e proprio rito di rinascita della natura, tra i più antichi del Mediterraneo.
In realtà, il rito collettivo ha inizio la seconda domenica di aprile, quando la comunità si raduna nei boschi del Pollino per inaugurare la prima fase di una tradizione sospesa tra sacro e profano: il taglio di un abete alto circa 20 metri (pitë, in dialetto alessandrino). L'abete prescelto viene abbattuto, diviso in tronco e cima, e ripulito. L’ultima domenica di aprile, l’albero viene trasportato a braccia fino al paese, accompagnato dall'organetto, dalle zampogne e dai canti popolari che lo celebrano quale simbolo virile, di rinascita.
La “Pita” si ricongiunge alla cima mozzata in Piazza San Vincenzo, al centro del paese, in una sorta di riunione tra "maschile" e "femminile".
Nella data del 3 maggio, festa di papa Alessandro Martire, il monumentale Abete Bianco del Pollino viene consacrato al proprio santo: il rito profano confluisce così in quello sacro, in un'atmosfera di festosa allegria. La cima, addobbata con doni e prodotti tipici del territorio, è oggetto della cosiddetta "salita dell’abete", vero e proprio Gioco della Cuccagna, in linea con le più celebri Feste dell'Abete (o dell'Albero di Maggio) che hanno luogo in diversi Paesi d'Europa.
La Festa della Pita si conclude con la sua fragorosa caduta, salutata da un applauso.
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