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Quando il buongusto non fa rima con l'arte: una brutta esperienza a teatro

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Riceviamo e pubblichiamo il contributo dello scrittore e romanziere, Francesco Russo, che ci racconta della sua "non felice" esperienza avuta nel corso di uno degli ultimi spettacoli proposti nel cartellone della Stagione teatrale della città di Corigliano-Rossano. Non c'entra nulla l'organizzazione, nulla riguarda la polemica delle quisquilie. Vi proponiamo un punto di vista di verso, differente. Lo facciamo per dare voce alla critica, che quando controcorrente alimenta il dibattito e - crediamo - alimenti anche la crescita di una comunità e ne sostiene l'acquisizione di una consapevolezza valoriale. 

28.01.2023, nella nostra città va in scena “Persone naturali e strafottenti”, scritta da Giuseppe Patroni Griffi, che fu non solo regista, drammaturgo, sceneggiatore e scrittore, ma anche considerato una delle personalità più anticonformiste del mondo intellettuale italiano della seconda parte del Novecento. A seguito della visione dello spettacolo, propongo queste considerazioni in qualità di cittadino, uno di quei tanti desiderosi di fruire di un momento di aggregazione sociale e culturale nella nostra città.

Ora, cerchiamo di essere spietatamente sinceri: chi sottoscrive un abbonamento teatrale, di certo si informa sui titoli delle opere che verranno rappresentate e sugli attori che le porteranno in scena, più raramente sull’autore e la trama.

Ecco perché, quando tra le rappresentazioni di una stagione teatrale promossa dall’Amministrazione di una città, ne risulta una dal tema complesso, con una messa in scena che vuole realisticamente mettere a nudo problematiche spinose, sarebbe consuetudine intelligente sceglierla come opera fuori abbonamento. In quella circostanza, emergerebbero quelle specificità e provocazioni che un pubblico appassionato del genere comprenderebbe ed apprezzerebbe, evitando così il rischio che in sala si trovino anche famiglie inconsapevoli con bambini al seguito.

Perché un’opera teatrale (così come letteraria, cinematografica, o musicale) ha il diritto, ma anche il dovere, di affrontare qualsiasi tema, anche scomodo. Deve, però, non prescindere mai dall’aspetto culturale e quindi ha un obbligo, oserei dire ontologico, di trasmettere sempre un minimo di contenuto ai suoi fruitori.  Se così non fosse, non distingueremmo la canzone d’autore dal tormentone estivo, il film d’autore dal cine-panettone. Soprattutto, non dovrebbe superare i limiti di decenza e buon gusto.

Mi rendo conto che introdurre questo argomento, decenza e/o buon gusto, lascia gioco facile a chi è pronto a dare del “bigotto” a chiunque eccepisca degli elementi poco garbati in un’opera. Per tale motivo, è essenziale chiarire meglio questo punto. La provocazione è una pertinenza imprescindibile dell’arte, ma occorre che la stessa non sia fine a sé stessa, ma rechi in nuce una valida modalità espressiva. Ad esempio, chi vi scrive ha da poco pubblicato un libro sul Punk, genere musicale irriverente per eccellenza, rappresentato da artisti con una precisa identità sonora ed espressiva, che hanno saputo accattivarsi un proprio pubblico, ma non ritenuti apprezzabili da tutti.

In sostanza, non è solo il contenuto ad essere importante in un’opera (e dunque il tema trattato), ma, anche e soprattutto, la modalità espressiva della medesima, che deve empatizzare con la platea alla quale viene offerta. Da Pasolini a David Bowie, da Dostoevskij a Lou Reed, da Stanley Kubrick ad Irvine Welsh, tanti artisti, per opere di genere diverso,  hanno parlato di temi scomodi e scottanti, cercando di provocare una reazione nel fruitore senza mancare di buon gusto. Quest’ultimo, sfortunatamente, si è smarrito durante la rappresentazione di “Persone naturali e strafottenti”, che ha scritto una pagina stridente nella nobile storia teatrale della nostra città e le tante persone che hanno abbandonato il teatro prima della conclusione ne rappresentano la più fulgida testimonianza.                                                                                                         

 Francesco Russo

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.