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Il Castello di Mandatoriccio, un maniero medievale dal grande fascino

3 minuti di lettura

Austero e imponente, il Castello feudale di Mandatoriccio è sistemato nella zona più alta del vecchio borgo, nel Centro Storico del paese, costituen­done il nucleo principale.

La sua edificazione viene data, verosimilmente, nel corso del periodo aragonese tra la metà del XV e gli inizi del XVI secolo, anche se permangono dubbie e contraddittorie alcune vicende che hanno contrassegnato la storia del maniero durante i secoli.

Più volte smantellato e riedificato in alcune parti contiguo alla Chiesa Madre sistemata lateralmente, come era solito fare in epoca feudale, confermerebbe, come già riportato, che le origini del paese siano molto più antiche di quanto si pensi. E non manca chi sostiene più distanti origini di un stanziamento umano, nato appunto intorno al Castello e alla Chiesa Madre dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, già nella seconda metà del 1200, avendo evidenziato nella struttura difensiva particolarità architettoniche precedenti al periodo della Rinascenza.

È intuibile, che proprio intorno all’attuale Castello fatto edificare nei primi anni del 1600, per volontà di Teodoro Mandatoriccio, duca di Crosia, appartenente alla nobile famiglia dei Mandatoriccio di Rossano e al quale si deve la fondazione del paese intorno al 1634, si sia formato anche il primo nucleo abitato determinando in maniera decisiva l’avvio del profilo urbanistico e architettonico dell’attuale cittadina.

È certo altresì che l’impianto primitivo del Castello era provvisto solo di due torri che compaiono orientate nell’odierna piazza Duomo, con l’obiettivo di ispezionare la vallata sottostante dell’Arso prospiciente il mare per preve­nire probabili sbarchi saraceni (le altre due torri, quelle orientate su piazza del Popolo furono aggiunte in un secondo momento). È sicuro anche che lo stesso fosse salva­guardato da mura, così come si deduce da alcuni resti di fortificazione ritro­vati nelle vicinanze, tesi da ritenere ragionevole se si considera che a Man­datoriccio una delle zone prossime al maniero è denominata dialettalmente ‘arrere ‘e mura’ (dietro le mura).

Dopo i Mandatoriccio il maniero fu dimora dei Sambiase, Principi di Cam­pana; rivestì un ruolo fondamentale nella vita del paese vivendo il suo pe­riodo migliore a cavallo tra i secoli Sei­cento e Settecento. Passato di mano nei possedimenti privati di alcune famiglie, ultima quella dei Brunetti, successivamente il Castello, per molti anni, rimase chiuso avviandosi così a un periodo di totale decadimento anche se ha conservato, quasi immutato, il suo aspetto primitivo.

A seguito di un importante intervento di recupero e restauro avvenuto nel 1989, con molte delle parti conservate a pietra vista, il vecchio fortilizio di origine normanna, una delle più affascinanti e meglio preservate costruzioni feudali, non ha perso però il suo grande fascino e la sua genesi medievale. Dal 1994 è adibito a residenza municipale e ancora oggi ospita tutti gli uffici del Comune.

Realizzato interamente in pietra, per le sue molteplici peculiarità, ancora oggi rilevabili, quali la fortificazione con cinta muraria, le torri e la porta d’ingresso di via Roma, a difesa del nucleo abitato si può accostare alla più classica idea di castello a pianta quadrata. Si sviluppa su tre piani con corte interna e scale di accesso per i piani sovrastanti, e fortificato dalle quattro torri cilindriche poste ai vertici della struttura si espande a base circolare im­ponendosi maestoso alla vista del visitatore.

Per il suo naturale punto strategico di difesa, che ha reso negli anni im­prendibile il luogo, il Casale di Mandatoriccio fu ritenuto per lungo tempo un punto di richiamo per i vari feudi confinanti quale salvamentum a garanzia e salvaguardia delle popolazioni del luogo martellate dalle improvvise e in­sistenti scorribande saracene, ma anche mandamentum di notevole rilevanza politica.

BIBLIOGRAFIA

Franco Emilio Carlino, Mandatoriccio storia, costumi e tradizioni - Ferrari Editore, Rossano 2010;

Franco Emilio Carlino, Proverbi popolari e modi di dire nel dialetto di Mandatoriccio - Ferrari Editore, Rossano 2011;

Franco Emilio Carlino, Espressioni tipiche nel dialetto di Mandatoriccio - Ferrari Editore, Rossano 2012;

Franco Emilio Carlino, Sulle orme delle proprie radici – Rassegna stampa e documentazione fotografica degli eventi relativi ai tre volumi dedicati a Mandatoriccio, Copycenter, Rossano 2012;

Franco Emilio Carlino, Trame di continuità Volume I: La Calabria e lo Ionio cosentino sino alla nascita del Casale di Mandatoriccio - Ferrari Editore, Rossano 2013;

Franco Emilio Carlino, Mandatoriccio – Storia di un Feudo. Dal nobile Casato dei Mandatoriccio di Rossano alla blasonata famiglia dei Sambiase di Cosenza. Dai Toscano –Mandatoriccio fino all’Unità d’Italia (1619-1860), Imago Artis, Rossano 2016;

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Franco Emilio Carlino, Itinerari storici, artistici e archeologici di Rossano e Circondario – I borghi della Sila Greca, Rossano, Consenso Iure Loquitur, Rossano 2018;

Franco Emilio Carlino, Antropologia dell’artigianato, pp. 375-400, in AA.VV. Memorie di una città nascente Corigliano Rossano, a cura di Fausto Cozzetto, Ferrari editore, Rossano 2019;

Franco Emilio Carlino, Storia di un territorio – Il Reventino - Savuto, Luigi Pellegrini Editore, Cosenza 2019;

Franco Emilio Carlino, I Toscano Patrizi Rossanesi – Storia, genealogia e feudalità, Luigi Pellegrini Editore, Cosenza 2020;

Franco Emilio Carlino, Mandatoriccio, Comunità operosa. La condizione socio-economica dopo l’Unità d’Italia, in Rivista Calabrese di Storia del ’900, pp. 63-78, n. 1-2, 2020.

Franco Emilio Carlino, Mandatoriccio. Il Feudo dell’Arso e la Torre stellata, Luigi Pellegrini Editore, Cosenza 2020;

 

Per leggere la prima parte del saggio intitolata “Mandatoriccio, da borgo medioevale a moderna cittadina votata alle attività turistico-alberghiereclicca qui

Franco Emilio Carlino
Autore: Franco Emilio Carlino

Nasce nel 1950 a Mandatoriccio. Storico e documentarista è componente dell’Università Popolare di Rossano, socio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e socio corrispondente Accademia Cosentina. Numerosi i saggi dedicati a Mandatoriccio e a Rossano. Docente di Ed. Tecnica nella Scuola Media si impegna negli OO. CC. della Scuola ricoprendo la carica di Presidente del Distretto Scolastico n° 26 di Rossano e di componente nella Giunta Esecutiva. del Cons. Scol. Provinciale di Cosenza. Iscritto all’UCIIM svolge la funzione di Presidente della Sez. di Mirto-Rossano e di Presidente Provinciale di Cosenza, fondando le Sezioni di: Cassano, S.Marco Argentano e Lungro. Collabora con numerose testate, locali e nazionali occupandosi di temi legati alla scuola. Oggi in quiescenza coltiva la passione della ricerca storica e genealogica e si dedica allo studio delle tradizioni facendo ricorso anche alla terminologia dialettale, ulteriore fonte per la ricerca demologica e linguistica