Questo è il giorno di sua maestà il fritto: pronti per Scorateddi, Crustuli, Chinuliddi e Pasta Cumpett'
L'1 dicembre in Calabria si apre il lungo periodo delle feste, quelle vere, quelle che riscaldano il cuore nelle case. I bambini si preparano al Natale le mamme, invece, riempiono le case dei profumi della tradizione
CORIGLIANO-ROSSANO - Nella nostra Calabria tante tradizioni continuano ad esistere nonostante la vita ci costringa a ritmi sempre più frenetici.
Una di queste riguarda certamente l'1 dicembre. Nel sentimento popolare si lascia novembre, il mese dei morti e si entra in quello del Natale, il mese della nascita di Gesù e quindi della gioia.
I più frettolosi in questo giorno preparano già gli addobbi natalizi; alberi, presepi e lucine varie entrano già nelle case e sui balconi, ma la tradizione vuole che tutto ciò sia pronto per l’Immacolata l’otto dicembre.
Nei centri commerciali e nei negozi panettoni e goloserie varie si trovano già dai primi di novembre, ma tutto ciò fa perdere la bellezza dell’attesa e la gioia dei momenti che arrivano a scandire le nostre vite.
Per fortuna sono ancora in tanti ad essere d’accordo che il primo dicembre nelle case dei calabresi si frigga. Cosa? Ma “scorateddi, crustuli, chinuliddi e pasta cumpetta”!
Il fritto tra i calabresi è visto come buon augurio, come segno di gioia e quindi ogni qualvolta c’è da festeggiare qualcosa è pronta la farina, l’olio e la padella che lasciano in cucina, ma non solo, un profumo di cose buone.
Le giovani massaie forse non apprezzano molto questo “profumino”, ma anche questo nel passato era un segno del periodo che si attraversava. Fare la salsa in casa o produrre il vino con l’uva di Cirò lasciava il suo odore particolare che si sentiva per le strade.
Anche il fritto lasciava uno di questi gradevoli odori, ma questo avveniva quando le case non erano come gli attuali alveari, quando si abitava tutti a piano terra e si lasciava la porta aperta senza problemi. Oggi al massimo gli odori arrivano sul proprio pianerottolo.
Il saluto più frequente di questi giorni in cui si producevano squisitezze, ma anche la salsa ed il vino, era: Santu Martino, quale augurio di abbondanza e generosità.
Oggi in tanti preferiscono comprare questi prodotti nei vari forni delle nostre città ma questo, quando sono buoni, serve solo a consolare il palato. L’aria di festa che il fritto natalizio produce, quello non lo si può eguagliare.