10 ore fa:Festival Euromediterraneo di Altomonte: nel borgo, la magia dell’abbraccio
14 ore fa:Anche il M5S di Co-Ro fa partire la raccolta firme contro l'autonomia differenziata
11 ore fa:La Calabria isolata è il karma della Ferrovia Jonica: vittima di decenni di disattenzioni
11 ore fa:Gli alunni dell'Istituto Amarelli in vista alla caserma dei Vigili del Fuoco di Co-Ro
10 ore fa:Al Museo Civico di Paludi la mostra personale di pittura di Rossella D’Aula
12 ore fa:Corigliano-Rossano: aperte le iscrizioni per la refezione scolastica
14 ore fa:Auto finisce fuori strada ma i soccorritori sul posto non trovano nessuno
14 ore fa:Il duo Pancella - D'Amato in concerto al pontile di Trebisacce
9 ore fa:Movimento del territorio: «Continua la latitanza del sindaco sulle contrade»
15 ore fa:Premio "Giorgio La Pira - Città di Cassano" assegnato al Cardinale Matteo Maria Zuppi

Questo è il giorno di sua maestà il fritto: pronti per Scorateddi, Crustuli, Chinuliddi e Pasta Cumpett'

1 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO - Nella nostra Calabria tante tradizioni continuano ad esistere nonostante la vita ci costringa a ritmi sempre più frenetici.

Una di queste riguarda certamente l'1 dicembre. Nel sentimento popolare si lascia novembre, il mese dei morti e si entra in quello del Natale, il mese della nascita di Gesù e quindi della gioia.

I più frettolosi in questo giorno preparano già gli addobbi natalizi; alberi, presepi e lucine varie entrano già nelle case e sui balconi, ma la tradizione vuole che tutto ciò sia pronto per l’Immacolata l’otto dicembre.

Nei centri commerciali e nei negozi panettoni e goloserie varie si trovano già dai primi di novembre, ma tutto ciò fa perdere la bellezza dell’attesa e la gioia dei momenti che arrivano a scandire le nostre vite.

Per fortuna sono ancora in tanti ad essere d’accordo che il primo dicembre nelle case dei calabresi si frigga. Cosa? Ma “scorateddi, crustuli, chinuliddi e pasta cumpetta”!

Il fritto tra i calabresi è visto come buon augurio, come segno di gioia e quindi ogni qualvolta c’è da festeggiare qualcosa è pronta la farina, l’olio e la padella che lasciano in cucina, ma non solo, un profumo di cose buone.

Le giovani massaie forse non apprezzano molto questo “profumino”, ma anche questo nel passato era un segno del periodo che si attraversava. Fare la salsa in casa o produrre il vino con l’uva di Cirò lasciava il suo odore particolare che si sentiva per le strade.

Anche il fritto lasciava uno di questi gradevoli odori, ma questo avveniva quando le case non erano come gli attuali alveari, quando si abitava tutti a piano terra e si lasciava la porta aperta senza problemi. Oggi al massimo gli odori arrivano sul proprio pianerottolo.

Il saluto più frequente di questi giorni in cui si producevano squisitezze, ma anche la salsa ed il vino, era: Santu Martino, quale augurio di abbondanza e generosità.

Oggi in tanti preferiscono comprare questi prodotti nei vari forni delle nostre città ma questo, quando sono buoni, serve solo a consolare il palato. L’aria di festa che il fritto natalizio produce, quello non lo si può eguagliare.

Gino Campana
Autore: Gino Campana

Ex sindacalista, giornalista, saggista e patrocinatore culturale. Nel 2006 viene eletto segretario generale regionale del Sindacato UIL che rappresenta i lavoratori Elettrici, della chimica, i gasisti, acquedottisti e tessili ed ha fatto parte dell’esecutivo nazionale. È stato presidente dell’ARCA territoriale, l’Associazione Culturale e sportiva dei lavoratori elettrici, vice presidente di quella regionale e membro dell’esecutivo nazionale. La sua carriera giornalistica inizia sin da ragazzo, dal giornalino parrocchiale: successivamente ha scritto per la Provincia Cosentina e per il periodico locale La Voce. Ha curato, inoltre, servizi di approfondimento e di carattere sociale per l’emittente locale Tele A 57 e ad oggi fa parte del Circolo della Stampa Pollino Sibaritide