Annibale Montalti, il medico e scienziato rossanese di risonanza internazionale
«Uomo, cittadino e padre esemplare, ricercatore d’alto e indiscusso valore, insegnante geniale quanto modesto, uno dei più eminenti maestri nella disciplina cui Egli consacrò tutto il fervore della sua esistenza»
Nacque a Rossano il 1858, figlio di Muzio e Adelaide Amantea. Dopo le Scuole Elementari seguì la sua formazione nel Convitto Nazionale Vittorio Emanuele di Arezzo ove conseguì la maturità classica. La sua formazione universitaria avvenne presso la facoltà di Medicina e Chirurgia a Firenze dove si laureò giovanissimo.
Per la sua diligenza, volontà, metodo e scrupolosità fu benvoluto dal suo maestro, l’insigne prof. Angelo Filippi, direttore del Gabinetto di Medicina Legale, che apprezzando il suo studio lo sollecitò a rimanere a Firenze, dove poi si fermò come aiuto nel suo Gabinetto di Medicina Legale.
Insieme al suo maestro collaborò, anche con l’altro discepolo di Filippi, prof. Alberto Severi, dell’Università di Genova, al grande Trattato classico italiano di Medicina Legale conforme al diritto italiano pubblicato da Francesco Vallardi nel 1914.
A conferma di quanto appena citato si vuole riportare, al riguardo, quello che scrivono Michele Liguori, Giovanni Cannavò e Marco Orrico circa i cultori di medicina legale, presenti in epoca più recente, il cui nome può essere degno di stare accanto a quello di scienziati come Lorenzo Borri e Angelo Filippi.
«Citiamo tra i più noti: – scrivono i tre autori – Cesare Biondi (n. 1867), autore di un trattato di medicina legale, di un manuale semeiotica e diagnostica, ecc.; Annibale Montalti (1858-1922) insegnante a Palermo e collaboratore, col Filippi e il Severi, al manuale di Medicina legale (1889); Alberto Severi, professore all’Università di Genova, dove pose le basi di un laboratorio sperimentale e divise la cattedra di medicina legale da quella di materia medica e tossicologia a cui era unita; Lorenzo Borri (1864-1923) successore del Filippi nella cattedra di Firenze (1906) resosi particolarmente noto per l’interesse con il quale si applicò agli studi di infortunistica e della medicina assicurativa, campo nel quale esplicò un’attività veramente prodigiosa dal 1898 all’anno della sua morte; […]»1.
Superato il Concorso per la Cattedra di Medicina Legale all’Università di Palermo, Annibale Montalti vi si trasferì dopo essersi sposato con la propria cugina Giuseppina de Mundo, che morirà alla giovanissima età di 42 anni, e dalla quale ebbe come prole due femmine Teresa e Adelaide e un maschio al quale fu dato il nome di Mario, che seguendo le orme dell’illustre genitore divenne anche lui dottore in medicina e chirurgia specializzandosi in malattie dell’occhio.
Già assistente del rinomato oculista siciliano Giuseppe Cirincione, esercitò la professione a Roma ove per i suoi meriti venne nominato dal Governo Fascista del tempo, Commendatore. Fu anche libero docente di Chimica Oculistica, e stimatissimo nella branca professionale. Ritornando ancora sulla figura di Annibale, si può dire che questi esercitò la sua professione con grande preparazione, esperienza e competenza. Numerose rimangono le pubblicazioni delle sue perizie delle quali ancora si parla in molti testi di Medicina.
In concreto, però, chi era realmente il rossanese prof. Montalti e quali erano le sue peculiarità oltre che essere stato Ordinario di Medicina Legale nell’Ateneo di Palermo dove si era trasferito con la famiglia.
Fu fondatore della Cattedra di Medicina Legale, della quale ne divenne Preside e successivamente anche Preside della Facoltà. Di questa autorevole figura rimangono fondamentali lavori scientifici nei diversi settori della medicina legale lasciando segni straordinari della sua attività oltre che testimonianze lodevoli del suo spirito di ricercatore, restituendo a molteplici argomenti e problemi un apporto significativo attraverso le sue osservazioni e le sue ricerche.
Nonostante la straordinarietà del personaggio, apprezzato per i suoi studi nel campo scientifico della medicina legale e per quanto lo stesso abbia consegnato alle future generazioni anche in termini di pubblicazioni di alto livello scientifico, delle quali mi occuperò più in avanti, A. Montalti non raccolse la dovuta riconoscenza che spetterebbe a un uomo di così alto profilo come studioso e come persona. Detto ciò in aiuto di quanto appena accennato, riporto un fugace passaggio dell’articolo di Salvatore Moscato che così disserta: «“Il nome di Annibale Montalti è specialmente legato, nella storia dell’Università, alla creazione dell’Istituto di medicina legale, che egli volle ed ottenne, superando con invitta tenacia lotte e ostacoli. Venuto ancora giovane a Palermo, dalla nativa Calabria, qui trascorse in più di un ventennio tutta la sua carriera di scienziato e di Maestro; e quanti lo conobbero e ne udiron la voce, serbon nel cuore il ricordo di una squisita bontà”. […] Al di là della pomposa retorica del linguaggio del tempo, le ultime parole mettono in evidenza la figura umana del personaggio che doveva essere caratterialmente socievole, se tutti coloro che lo conobbero apprezzarono le qualità, oltre che di uomo di scienza, anche le doti umane. […] A Palermo, l’Istituto di medicina legale porta ancora oggi il suo nome, ma il suo ricordo – da ricerche personalmente condotte in questo Istituto – è un po’ sfociato anche nel corridoio dell’Istituto da Lui fondato, appeso alla parete, esiste un quadro con la sua immagine affiancata da quelle di altri direttori, suoi successori alla direzione dell’Istituto di medicina legale. […]»2.
Montalti fu anche promotore della nascita, a Palermo, di una scuola per giovani studiosi della medicina legale, scienziato di risonanza internazionale e Socio Fondatore della Società Romana di Antropologia, un organismo culturale che si occupa dell’antropologia evoluzionistica, fondata nel 1893 da Giuseppe Sergi che ne fu il primo presidente, Società, che nel corso del periodo fascista modificò il nome in “Istituto Italiano di antropologia”. Ad esprimere l’elettorato attivo in quanto socio fondatore, come appare dai documenti rintracciati3 nel corso della ricerca risulta esserci anche il prof. A. Montalti che partecipò alla elezione del 4 giugno 1893 per approvare lo Statuto ed eleggere la Presidenza della Società per il Biennio 1893-94 affidata, appunto, al prof. Giuseppe Sergi.
Montalti lascia anche quasi cinquanta opere presenti nel Catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale e altre inedite.
Tra le tante si vogliono menzionare: «Morte per contusione cerebrale, Tipografia Cenniniana, Firenze 1885; L’intervento chirurgico rispetto alla medicina legale in certe lesioni traumatiche: Laboratorio di medicina legale nel r. Istituto superiore in Firenze, Tipografia Cenniniana, Firenze 1886; La voce umana ed il rumore prodotto dal treno in movimento: Studio pratico sperimentale di medicina legale, Tip. Tempo Domenico Vena, Palermo 1894; Delle forme tipiche della imene in rapporto alle questioni forensi dell’attentato al pudore e della violenza carnale, Tipografia Cenniniana, Firenze 1888; Immersione del neonato nei liquidi bollenti in rapporto alla docimasia polmonare, studio sperimentale, Stefano Calderini e Figlio, Reggio Emilia 1887; Una esumazione giudiziaria, Tip. Tempo, Palermo 1895; Studio pratico ed esperimentale intorno all’avvelenamento per benzina (tentato suicidio), Tipografia Cenniniana, Firenze 1890; Morte per colpo d’arme da fuoco / pel dott. Annibale Montalti, Tipografia Cenniniana, Firenze 1886; Un caso di avvelenamento acuto per idroclorato di cocaina seguito da morte, Tipografia Cenniniana, Firenze 1888; Un caso di necrofilia, A. Brangi, Palermo 1913; Ricerche sperimentali sulla diffusione del mercurio nel cadavere: nota preventiva, Francesco Vallardi, Milano 1897; Il calore irradiato in rapporto alla docimasia polmonare nella tesi d’infanticidio e relative questioni: studio sperimentale, Tipografia Cenniniana, Firenze 1889; La medicina legale ed il suo insegnamento: prolusione al corso di medicina legale dell’anno 1890-91, Carlo Clausen, Torino, Palermo 1891; La verginità della donna in rapporto agli editti del secolo decimosesto ed alle nuove disposizioni nel n. c. penale italiano: studio medico legale, Giornale di Sicilia, Palermo 1900»4.
Le testimonianze a favore del Montalti arrivano anche dal compianto Giovanni Sapia, il quale in un suo breve passaggio del Discorso inaugurale del quarto anno di attività dell’Università Popolare di Rossano così affermava: «[…] Ho voluto proporre nomi che illustrarono la città negli scorsi secoli in un clima ufficiale di cultura, ma dico che la tradizione ha conservato la sua dignità, fiorendo nel nostro secolo attraverso l’opera di concittadini che hanno onorato la professione medica e la cattedra universitaria. Alcuni di essi sono giovani e vengono dalle nostre scuole; dei defunti, amo richiamare nomi cari al ricordo, come quelli di Nicola Giannettasio, al quale è intitolato il civico Ospedale, di Giuseppe Casciaro, che in esso profuse luce di operosità e intelligenza ed esempio di serietà e di rigore morale, di Scipione Caccuri, che fu professore di medicina del lavoro nell’Università di Napoli, di Annibale Montalti, che tenne lungamente la cattedra di medicina legale nell’Università di Palermo. A quest’ultimo, l’importanza della cui opera è testimoniata dal busto marmoreo che i palermitani gli hanno eretto davanti al palazzo dell’Università, deve volgere particolare attenzione la Storia della Medicina, come a colui che ha contribuito a stabilire solide fondamenta ad una disciplina che interviene di diritto e di necessità in un ampio spettro della vita sociale, e le cui opere, pur nello sviluppo che il pensiero ha avuto in circa sessanta anni dalla sua morte, conservano intatti autorità e prestigio nelle Università italiane. […]»5.
All’età di 65 anni, il 12 agosto 1922, dopo una luminosa carriera Annibale Montalti, di antica casata, che ha caratterizzato per vario valore la storia di Rossano, dopo essere approdato trentenne alla cattedra universitaria di Medicina legale nell’Ateneo di Palermo, che tenne permanentemente facendo registrare tappe di estrema importanza attraverso le sue ricerche e la pubblicazione di opere, ancora considerevoli fondamenti della disciplina trattata, terminava la sua vita terrena lasciando un profondo vuoto nella famiglia e nell’ambito della Medicina. A parlare della sua dipartita, a quell’epoca fu anche “Il Giornale d’Italia” del 5 settembre 1922 che testualmente così commentava la sua morte: «Si è spento a Palermo – dove ha universalmente amato e stimato – il professore Annibale Montalti, Ordinario di Medicina Legale nel nostro Ateneo e già Preside della facoltà medico-chirurgica, uomo, cittadino e padre esemplare, ricercatore d’alto e indiscusso valore, insegnante geniale quanto modesto, uno dei più eminenti maestri nella disciplina cui Egli consacrò tutto il fervore della sua esistenza. […]»6.
BIBLIOGRAFIA
1 M. Liguori; G. Cannavò; M. Orrico, La responsabilità medica. Dalla teoria alla pratica processuale, CAP. I, Inquadramento storico della medical malpractice, Maggioli Editore, 2011, p. 19.
2 S. Moscato, Annibale Montalti uno scienziato calabrese dimenticato, Calabria Sconosciuta, Rivista Trimestrale di Cultura e Turismo, Anno XXXII, 124, Ottobre-Dicembre 2009, Editore Rosa Polimeni, Reggio Calabria, 2009, p. 62.
3 Cfr. www.isita-org.com/Anthro-Digit/Doc/Volumi%20PDF/Volume_1_PDF/1-02.
4 A. Montalti, in https://opac.sbn.it/
5 G. Sapia, Discorso inaugurale..., in Tommaso Bomparola da Corigliano, di R. Romanelli; C. Brillante, Università Popolare Rossano – Università di Bologna Cattedra di Storia della Medicina, Tipo-Lito Editoriale C. Biondi, Cosenza, 1985, p. 12.
6 P. Emanuelli, Annibale Montalti. Un lutto della Medicina, Il Giornale d’Italia, settembre 1922, p. 3, 5.