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Le opere di Gasparo Fiorino, grande musico rossanese del passato

8 minuti di lettura

Si tratta, di una monografia in musica e stampa, di Versi in lode di cento gentildonne romane, Et le villanelle à tre voci, nuovamente poste in luce e intavolate dall’arrangiatore Magnifico M. Francesco di Parise, Musico eccellentissimo in Roma, e stampata in Ve­nezia appresso Girolamo Scotto nel MDLXXI (1571) e le cui copie possono essere rintracciate presso il Museo internazionale e Biblioteca della musica di Bologna, la Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara, la Biblioteca del Conservatorio di musica Luigi Cherubini di Firenze e, infine, presso la Bri­tish Library (RISM: GB-Lbm-Lbl) - London (UK). Un’opera monografica che ebbe grande successo tanto da essere ripubblicata una prima volta nel 1573 e nuovamente ristampata nel 1582.

Un’ulteriore dimostrazione di quanto appena sostenuto arriva, inoltre, qualche anno dopo, con la sua nuova opera dal titolo: Opera Nuova Chiamata La Fama Libro Primo, Canzonelle alla Napolitana, nella cui prima pagina an­cora una volta è richiamato il nome di Gasparo Fiorino Musico della Città di Rossano. L’opera, come lo stesso autore riporta, “in lode & Gloria d’al­cune Dame Francesi e Italiane” è dedicata a Madama Lucrezia Buonvisi del Signor Gerolamo Buonvisi mio Signore”, fu stampata a Lione per lo stesso autore nel MDLXXVII (1577).

Di questa pubblicazione, di quanto se ne viene a sapere pochissime sono le copie in circolazione. L’opera secondo Giulio Le Pera e Maria Elena Mu­rano è stata ultimamente identificata «da Carlo Galiano (anche se già pre­sente in Laurent Guillo, Les édition musicales de la renaissance lyonnaise, Paris, Klincksiek, 1991) e il cui unico esemplare noto si conserva presso la Bi­bliothéque Municipale di Troyes. Nel frontespizio di questa cinquecentina, entro una cornice ovale che circonda un ritratto del musicista inciso nella diffusa prospettiva rinascimentale di tre quarti, si legge: «Gasparo Fiorino Musico et P. di la Città di Rossano etatis suae XXX8 1577». Egli, quindi, oltre ad evidenziare il suo status di musico e poeta della città di Rossano, dichiara anche che nel 1577 aveva trentotto anni»10.

Della stessa opera risultano tracce nella monografia di Maria Paola Borsetta e Annunziato Pugliese che raccoglie gli atti di un Convegno te­nutosi presso l’Università di Cosenza11

Non sono molte le composizioni che ci rimangono di Fiorino: attra­verso il Catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale riporto: -Canzonelle a tre e quattro voci…Libro secondo, una monografia di musica e stampa vero­similmente pubblicata nel 1574, -Libro terzo di Canzonelle a tre, et a quattro voci, anche questa una monografia di musica e stampa, pubblicata a Vene­zia dagli eredi di Girolamo Scotto nello stesso anno (1574) ed infine, due spogli di musica manoscritta, il primo con il titolo: -Tre villanelle a 3 voci, n. 1 ed il secondo -N. 3 | Sopra la morte dell’Illustrissima et Eccellentissima Donna Isabella Colonna, Principessa di Sulmona, facenti parte di Anticaglie musicali italiane - Raccolte e restaurate da Guido Tacchinardi.

Facendo ricorso, ancora una volta, allo studio di Giulio Le Pera e Maria Elena Murano, delle opere di Fiorino si possono conoscere anche i destina­tari delle relative dediche. «Il Secondo Libro Delle Canzonelle a tre e quattro voci […] è dedicato alla figlia Giulia di Agostino Lomellino, appartenente ad una nobile e ricca famiglia genovese, che annovera fra i suoi componenti anche dei dogi della città di Genova. Il Libro Terzo delle Canzonelle a tre, et a quattro voci, pubblicato anch’esso nel 1574, è dedicato a Giovani Battista Doria. L’ultima “canzonella” del Libro Secondo, non recando alcuna dedica, porta il titolo di Passioni amorose di Fiorino […]»12

Sulla figura di Fiorino, autore anche di opere in versi, nelle quali di­mostrò un particolare talento accreditatogli anche attraverso note di am­mirazione, interessanti e convincenti informazioni arrivano, poi, dallo spoglio dello storico Crescenzio Di Martino, presente in Opac Sbn, pub­blicato su Il Serratore bimestrale di vita, storia, cultura e tradizioni di Co­rigliano Calabro e della Sibaritide, dal titolo: Gasparo Fiorino a Rossano: un documento notarile svela un episodio della vita del grande musico rossanese vis­suto nel Cinquecento, documento recuperato dall’autore nel 1995. La ricerca documentale mi ha permesso di ritrovare il suddetto spoglio che ripro­pongo quasi integralmente, dal quale emerge una comunicazione ufficiale giurata, volontaria e autonoma, di notizie e fatti che ‘Gasperi Fiorinus de Civitate Rossani’, il 26 gennaio 1560, produce al notaio Pietro Antonio Carbone di Corigliano, alla presenza di alcuni testimoni, gente abbastanza conosciuta e di ottima reputazione, allo scopo di preservare l’attendibilità della dichiarazione di Fiorino e fugare così eventuali sospetti sul possibile travisamento della verità.

Nel documento Di Martino così scrive: «La figura di Gasparo Fiorino, […] rimaneva occultato tra le pieghe e le colorite figure di quello sfarzo­so arazzo raffigurante le millenarie vicende della patrizia Rossano. Solo recentemente è stato pubblicato un ampio e particolareggiato saggio di Annunziato Pugliese che ha celebrato la memoria del maestro e ha fatto conoscere l’evolversi di una vita intensa vissuta tra la natia Rossano e, per citare le principali tappe, Venezia – dove Gasparo fu cantore nella Basi­lica di San Marco, – Genova, Ferrara – entrando al servizio del munifico cardinale Ippolito II D’Este, – Roma. […] Solo si lamentava un vuoto do­cumentale riguardante gli esordi della sua esistenza e le gravi lacune dette, ci privano del piacere di avvicinarci alla figura del Fiorino muniti di quelle piccole, minute informazioni che potrebbero permetterci di meglio pene­trarla: non conosciamo, al momento, nulla circa la sua famiglia, la condi­zione sociale, la sua nascita, i primi studi, i suoi legami di amicizia sullo sfondo di una Rossano in effervescente movimento dal punto di vista so­cio-culturale. Eppure la sottile logica della conservazione, che sottende in maniera apparentemente sensibile, ma, in realtà, tenace, il ricordo, la memoria, la storia stessa e che talvolta, se sollecitata con accorte e caute mani è capace di restituire cose d’un certo interesse, d’un certo significato, ha permesso, per ciò che riguarda Gasparo, di aprire una finestra sulla sua vita. Rovistando tra le superstiti e disfatte carte dei notari Coriglianesi del Cinquecento – continua ancora Di Martino – ho individuato, per caso quasi, un curioso documento riguardante il Nostro che, con piacere, pro­pongo ora al benevolo lettore.

È il 26 gennaio del 1560 venerdì di un anno bisesto, in Corigliano; al notaro Pietro Antonio Carbone viene richiesto di accogliere una dichiara­zione resa da un individuo della vicina Rossano. Dinanzi a Lui e al Giudice a contratti compare il dichiarante, una persona di qualità dal momento che si accompagna a due gentiluomini di casa Abenante e al reverendo Pre­vosto di Corigliano. Notar Carbone prese nota attentamente delle paro­le pronunciate e, con molta circospezione, trattandosi di materia troppo delicata, le inserì nel proprio protocollo in questi termini: «In Dei nomine amen – Regnante Serenissimo et Captholicissimo Rege Philippo de Austria. Die XXVI ianuarii 3 e indictionis 1560 in terra Coriolani. In nostri presencia Iudicis, notarii 2 testium subscriptorum comparet Gaspari Fiorinus de Civitate Rossani qui cum iuramento fecit subscriptam declarationem ut infra videlicet: qualmente a sua noticia e pervenuto che lo magnifico governatore de la città de Rossano in virtù de una commissione de la Regia audienza habia preso informatione contra in magnifico Stefano Maleno de la Città di Rossano; et tra li altri testimonii nce ne sonno alcuni li quali se sonno examinati et hanno deposto come hanno inteso da esso Gaspare farse nota et manifesta decta verità al mondo con questa declara cum iuramento che lo decto magnifico Stefano Maleno mai have usato con esso Gaspare tale ne nisciuna altra vigliaccaria o vitio et per questo esso mai ha decto simile cosa ma tucto quello che è stato deposto da li sopraditti testimonii è grandissima mentita et contra ogni verità anci il decto magnifico Stefano Maleno è parrino di esso Ga­spare levato nel Sacro fonte del bactesmo et sempre lo ha tractato da figliol suo et esso Stefano è gentilhomo principale de la provincia de Calabria et honoratissimo cristiano de buona vita et costume et esso Gaspare offerisce declarare tucto ciò che ha deposto in ogne altro tribunali et maxime a Sua Excellentia. Ita asseruit cum iuramento. Presentibus Nobile Marzo Palopolo regio ad contractum iudice lo ma­gnifico Scipione de habenante lo reverendo Ioammaria de habenante nobile Pompeo de habenante»13.

Sull’argomento, a riprova di quanto già argomentato, conferme arri­vano da Giulio Le Pera e Maria Elena Murano secondo i quali Di Martino «non soltanto attesta la presenza di Fiorino a Rossano nel 1560, ma lascia anche intendere che egli appartenesse a qualche famiglia altolocata. […] Il documento non certifica se Fiorino a quel tempo risiedesse a Rossano, ovvero se si trovasse soltanto temporaneamente nella sua città. Le certez­ze ricavabili sono però almeno tre: la sua sicura origine rossanese, la sua presenza in città nel 1560 e il suo peso pubblico di rilievo»14.

Come già si accennava in precedenza, nonostante risulti abbastanza complessa una ricomposizione della vita del Fiorino, osservata la lonta­nanza del periodo storico di riferimento, e le limitate fonti, credo che sul piano logico non si può escludere, che il compositore rossanese sia stato avviato e abbia completato la sua prima formazione proprio nella sua cit­tà. Del resto ad avvalorare tale supposizione non mancano gli studiosi i quali concordano che questo fu certamente possibile poiché non si può dimenticare che Rossano per lungo tempo è stato centro rinomato della presenza bizantina nel Meridione e quindi espressione della sua cultura e tradizioni, quindi, sicuramente in città non poteva non esserci una scuola riconosciuta per l’apprendimento della musica soprattutto di quella sacra necessaria ad accompagnare le diverse funzioni liturgiche. Le informazio­ni storiche finora esaminate ci hanno fornito su Fiorino elementi relativi alla sua passione per la composizione musicale e poetica oltre al fatto che lo stesso pare abbia realizzato anche una esperienza nell’insegnamento.

Per quanto invece riguarda il termine della sua vita terrena, come ricor­dava in precedenza Di Martino, poco si sa tranne l’ipotesi dello studioso Annunziato Pugliese, che del Fiorino si è occupato a 360°, secondo il quale il compositore rossanese verosimilmente avrebbe fatto ritorno nella sua Rossano, ipotesi presente nella nota biografica sul Fiorino degli autori Giulio Le Pera e Maria Elena Murano che a riguardo così scrivono: «Lo studio di Pugliese (precedente però al ritrovamento dei testi del 1560 e del 1577) ipotizza che, dopo una lunga parentesi ricca di onori e gloria, il polifonista calabrese, forse «ormai vecchio e senza lavoro al nord» e «lon­tano dall’opulenza delle corti dove fino a qualche anno prima era lodato e richiesto», in ultimo, quando da tempo anche le diatribe locali che aveva­no contribuito ad allontanarlo si erano spente, potrebbe essere ritornato a Rossano per concludere la sua vicenda umana come Cantorum Magister»15

 

BIBLIOGRAFIA

10 G. LE PERA; M. E. MURANO, Fiorino, Gasparo…, p. 172, cit. p. 74.

11 M. P. BORSETTA; A. PUGLIESE, (a cura di) Atti del Convegno internazionale di studi, Arcava­cata di Rende-Rossano Calabro, 9-11 dicembre 1994 dal titolo Villanella napolitana canzonetta: rela­zioni tra Gasparo Fiorino, compositori calabresi e scuole italiane del Cinquecento, Istituto di Bibliografia Musicale Calabrese, Vibo Valentia, 1999, p. 586.

12 G. LE PERA; M. E. MURANO, Fiorino, Gasparo…, p. 173, cit. p. 74.

13 C. Di Martino, Gasparo Fiorino a Rossano: un documento notarile svela un episodio della vita del gran­de musico rossanese vissuto nel Cinquecento, Il Serratore N. 38, 1995, p. 32.

14 G. Le Pera; M. E. Murano, Fiorino, Gasparo…, p. 172, cit. p. 74.

15 Ibidem, p. 175, cit. p. 74.
 

Per leggere la prima parte della biografia intitolata “Le origini di Gasparo Fiorino, poeta e musicista rossanese del ’500” clicca qui

Franco Emilio Carlino
Autore: Franco Emilio Carlino

Nasce nel 1950 a Mandatoriccio. Storico e documentarista è componente dell’Università Popolare di Rossano, socio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e socio corrispondente Accademia Cosentina. Numerosi i saggi dedicati a Mandatoriccio e a Rossano. Docente di Ed. Tecnica nella Scuola Media si impegna negli OO. CC. della Scuola ricoprendo la carica di Presidente del Distretto Scolastico n° 26 di Rossano e di componente nella Giunta Esecutiva. del Cons. Scol. Provinciale di Cosenza. Iscritto all’UCIIM svolge la funzione di Presidente della Sez. di Mirto-Rossano e di Presidente Provinciale di Cosenza, fondando le Sezioni di: Cassano, S.Marco Argentano e Lungro. Collabora con numerose testate, locali e nazionali occupandosi di temi legati alla scuola. Oggi in quiescenza coltiva la passione della ricerca storica e genealogica e si dedica allo studio delle tradizioni facendo ricorso anche alla terminologia dialettale, ulteriore fonte per la ricerca demologica e linguistica