A Ferragosto nella luce dolce delle icone: una mandorla svela il senso del mistero della festa
La mandorla, la Calabria del nord est e le sue radici greche, la tradizione e l'identità: papas Elia Hagi ci accompagna verso il ferragosto, la festa dell'Assunzione al cielo della Beata Vergine Maria con una simbologia inedita
Quando giorni fa un amico mi regalò una manciata di mandorle e cominciai a sgusciarle mi si è palesata nella mente la scena più grande dell’affresco bizantino della chiesa parrocchiale di Vaccarizzo Albanese. Rappresenta la Madonna sul letto di morte, circondata dagli apostoli, ma in quel momento arriva Cristo nella Gloria del Paradiso con gli angeli in una mandorla di luce grigio azzurra, e la scena cambia. Lo vediamo prendere nelle sue mani l’anima della Vergine. È un eloquente illustrazione al testo della Sapienza: “Le anime dei giusti, sono nelle mani di Dio, nessun tormento li toccherà” (Cf. Sap 3,1). La scena anticipa e prepara il nostro comune destino d’immortalità. Coloro che si mettono nelle mani di Cristo possono diventare perfetti, a Sua immagine, perfetti nell’amore, in sapienza, gioia, bellezza, e soprattutto immortalità – come ci svela la simbologia della mandorla nell’affresco.
Il termine tecnico con cui è designata nella Storia dell'arte è vesica piscis (vescica di pesce), come un riferimento a Cristo: in greco ichthys (nella grafia greca del tempo ΙΧΘΥΣ) significa pesce; era un acronimo utilizzato dai primi cristiani per indicare Gesù Cristo. Simbolo di forma ogivale, viene impiegato anche nell'Arte occidentale per inserirvi il Cristo, dando risalto alla sua figura in attorniata dagli angeli: sta a significare la beatitudine eterna, il paradiso, il cielo.
Ciò che non può essere espresso a parole, le icone lo rendono nella mandorla; eppure ciò che si sperimenta della gloria di Dio va oltre le immagini, avvolgendo di gloria e di amore anche il cammino verso la morte e risurrezione.
Il mandorlo è la prima pianta a svegliarsi dal sonno invernale e fiorire e come tale è simbolo di nuova vita; nelle vicinanze, la città di Amendolara sul mar Jonio, nella sua etimologia presumibilmente indica un luogo coi mandorli. Un tentativo di fare teologia intorno a questa meravigliosa drupa ovale lo fece Origene. Ecco cosa scrive in una sua omelia nella mia traduzione approssimativa: «La mandorla è il frutto il cui primo guscio è amaro, quello successivo lo protegge e lo difende, ma solo il terzo che si fa strada tra gli altri strati, nutre. Di questo tipo è l'insegnamento della Legge e dei Profeti. Il primo aspetto, quello della lettera, è molto amaro: comanda la circoncisione, impone sacrifici secondo la lettera che uccide. Butta via tutto questo come il guscio amaro della mandorla! In secondo luogo si raggiunge il guscio posto a difesa del seme: esso denota l'insegnamento morale o la regola della moderazione. Questi sono ovviamente necessari per la protezione dell’essenza preservata all’interno, e devono comunque essere spezzati e divisi. Ad esempio, l'astinenza dal cibo e la correzione del corpo: finché siamo in questo mondo corruttibile sono senza dubbio necessari. Ma quando questo sarà spezzato e frantumato, quando sarà trasformato, al momento della risurrezione, dalla corruzione in incorruttibilità e da ciò che è materiale a ciò che è spirituale, il corpo non sarà più soggetto ad alcuna corruzione. Così ora la regola della moderazione si mostra necessaria, e poi non sarà più necessaria. E in terzo luogo, sepolto tra questi, troverai il significato nascosto dei misteri della sapienza e della conoscenza di Dio, dai quali le anime dei santi sono nutrite, non solo in questa vita, ma anche nell'altra. Perché questo è il frutto sacerdotale, dal quale è promesso che saranno saziati coloro che “hanno fame e sete di giustizia». (Omelia IX, 7.3)”.
La festa cristiana del Ferragosto è in realtà la commemorazione della Dormizione (o dell’Assunzione al cielo della Beata Vergine Maria), una delle dodici grandi feste del calendario bizantino. La Chiesa orientale venera intensamente la Madre di Dio, la Theotòkos (la Madre di Dio), ovvero la Panaghia (la Tuttasanta), come ci si riferisce ad Essa nel canto della Paraclisi.
L’icona e la liturgia della Chiesa professano la presenza dei discepoli ritornati a Gerusalemme per rendere omaggio a Maria; l’Assunzione corporea della Madre di Dio fu confermata dal messaggio dell’angelo e dalla di Lei apparizione agli apostoli, tutte cose che riflettono gli avvenimenti relativi alla morte, sepoltura e risurrezione di Cristo. In effetti la festa del 15 agosto viene chiamata in Oriente, Pasqua d’estate.