La calabrese Swamy Rotolo conquista il David di Donatello
L'attrice 17enne di Gioia Tauro su tutte le pagine dei giornali per un esordio che brucia le tappe, una bellezza mediterranea che incanta il cinema italiano, Carlo Conti: «E' un record»
CORIGLIANO-ROSSANO – Giovani talenti calabresi crescono e conquistano le prime pagine dei giornali. Questa volta tocca alla diciassettenne Swamy Rotolo, vincitrice del David di Donatello per il film “A Chiara”, del regista Jonas Carpignano, regista e sceneggiatore regista italo-americano, che da anni vive e lavora a Gioia Tauro.
La giovane attrice esordiente, che vive nella città portuale calabrese, è alla sua prima candidatura e assegnazione, di quelli che sono considerati gli "Oscar" italiani, i premi assegnati dall'Accademia del Cinema. Il film premiato è il sequel di "A Ciambra", pellicola molto sponsorizzata da Martin Scorsese, in cui si racconta la vita della comunità rom insediatasi nell'omonimo quartiere della città portuale. In “A Chiara” si vanno ad approfondire i legami familiari e la complessa realtà di un’adolescente calabrese, interpretata da Swamy, che appartiene a una famiglia della ’ndrangheta.
L’attrice di gioia Tauro si definisce tenace e ostinata proprio come Chiara, la protagonista del film di Carpignano. La giovane calabrese è legatissima alla famiglia, che a sua volta è legata da vecchia amicizia con il regista di “A Chiara”, Jonas Carpignano.
I suoi modelli di riferimento sono Alba Rohrwacher e Valeria Golino e, a proposito della candidatura ha dichiarato: «Non me l’aspettavo perché sapevo c’erano molte attrici più brave di me. Anche perché non avendo esperienza con altri film, non avendo mai studiato, non pensavo proprio di arrivare ad essere candidata ai David».
Molto attiva su Instagram, splendido viso mediterraneo, dichiara sulla Calabria e la questione ’ndrangheta: «Troppo spesso questo aspetto viene enfatizzato. Ma è un luogo comune, perché la mafia è una cosa talmente grande che esiste dappertutto, non solo nella mia terra. A Gioia Tauro ho sempre vissuto come tutti i ragazzi della mia età tra scuola, palestra, social e amici. Non ho mai assistito a una sparatoria. Noi giovani rappresentiamo il cambiamento, dobbiamo impegnarci per quanto possiamo per ribaltare l’immagine legata all'illegalità dei luoghi in cui viviamo».