La "Tilda" del maestro Cilea riprende vita dopo 130 anni grazie al rossanese Russo
Stasera all'Auditorium Paganini di Parma, nel contesto del Festival Toscanini, risuoneranno le note dell'opera che rappresenta una delle quattro colonne portanti del primo Verismo insieme a Cavalleria Rusticana, Mala Vita e Pagliacci
CORIGLIANO-ROSSANO - Quante sorprese celano le storie dei coriglianorossanesi fuori sede. Ne raccontiamo tante, ogni giorno, ma ce ne sono sempre di nuove. Come quella del giovane musicologo e compositore Giancosimo Russo che si è cimentato, nientemeno, nel ridare vita ad una delle opere teatrali cardine del primo Verismo italiano: la Tilda. Il componimento musicale, nato dall'estro di quell'altro "grande" che fu Francesco Cilea, tra i più illustri compositori calabresi, era andato distrutto durante la prima guerra mondiale. Da allora se ne persero le tracce.
La prima volta che l'opera lirica musicata dal celebre maestro di Palmi fu il 1892 al teatro Pagliano di Firenze e alcuni mesi dopo venne rappresentata anche in Austria, al Teatro dell'Esposizione Musicale di Vienna
È un'opera lirica, dicevamo, in tre brevi atti, e parla di un amore non corrisposto soffocato nel sangue.
A distanza di 130 anni, però, è arrivata la mano di un giovane rossanese che, attraverso studi, ricerche e tantissimo amore ha ricostruito la musicalità dell'opera che risuonerà per la prima volta, dopo oltre un secolo, questa sera nell'Auditorium Paganini di Parma in occasione dell'edizione zero del Festival Toscanini.
Tra i movimenti che Giancosimo Russo ha estratto dalla Tilda del compositore calabrese, spicca un "Saltarello". «È una danza di origini antiche - spiega Russo - distinta da un passo svelto talvolta in contrasto con una prima danza, più lenta. Con il passare dei secoli dalle corti il saltarello è arrivato alle campagne del Lazio, dove ha mantenuto il suo carattere agile e dinamico, trasformandosi in una danza di gruppo o di coppia da ballarsi nei campi, all’aria aperta. È questa la danza cui Mendelssohn si ispira per il movimento conclusivo della sua Sinfonia Italiana. E nonostante il nome... non è previsto alcun salto in questa danza!»
Un vero e proprio inedito, insomma, di un pezzo di storia della musica risorgimentale italiane. La Tilda, infatti, è la terza delle 4 colonne portanti del primo Verismo, assieme a Cavalleria Rusticana, Mala vita e Pagliacci.