Abbiamo sentito il parere di alcuni ristoratori e gestori di bar a Corigliano Rossano. La divisione è equa tra chi vuole ripartire e chi vuole attendere
di Josef Platarota Il decreto lampo di ieri sera a firma di Jole Santelli ha diviso in due la Calabria. Proprio a tal proposito abbiamo sentito chi, a Corigliano Rossano, gestisce bar, ristoranti e pizzerie. La reazione, come nella cittadinanza, non è la stessa per tutti gli addetti ai lavori. «
Questa è un’ordinanza giusta ma impulsiva. Si poteva aspettare il 4 maggio, così è solo un dispetto politico». Questo è il parere di un gestore della nostra città che aggiunge: «Il vero problema è, non tanto l’apertura o meno, ma il flusso di rientri che si registrerà in Calabria. Si deve agire per evitarli». Un altro proprietario di un bar molto conosciuto e frequentato a Rossano predica calma: « È vero – annuisce – abbiamo bisogno di lavoro per capire come relazionarci, ma ciò non toglie che dovremo farlo con la massima precauzione. Noi siamo pronti a tutto – avverte –
ma lo Stato ci deve rispettare come noi abbiamo fatto con le disposizioni che ci sono state date». Non manca chi vuole spingere sull’acceleratore: «
Sono d’accordo con la decisione della Santelli, dobbiamo tornare a lavorare. In qualche modo bisogna pure riaprire. Conte – accusa questo ristoratore di Corigliano Rossano – si è sottomesso al Nord.
Come il Governo ha chiuso dove c’era il problema adesso deve riaprire dove si può ripartire e, in Calabria, lo si può fare». Di tutt’altro avviso una titolare di un bar cittadino: «
Ieri sono rimasta scossa dalla decisione del Presidente della Regione. Io, comunque, non avrei riaperto perché non sono assolutamente d’accordo.
Per riaprire c’è bisogno di lavoro, di spese e di tempo, non si può fare dalla sera alla mattina. Meno male – conclude – che il Sindaco Stasi ha praticamente rigettato il decreto regionale».