Di MATTEO LAURIA Il Crotone in serie A. Un motivo d’orgoglio per la Calabria e i calabresi. Non solo: tale meta potrà diventare una vetrina mediatica essenziale affinché l’Italia si accorga di questo lembo di terra. C’è da dire che la piattaforma Sky ha dato molto spazio all’evento storico che vede per la prima volta i pitagorici nella massima divisione, a differenza del servizio pubblico, pagato da noi cittadini, che al contrario ha dato priorità ‒ seppur legittimamente ‒ al successo di Claudio Ranieri conseguito con il Leicester.
Per la Rai, l’ennesima conferma che la Calabria è solo zona di ’ndrangheta e nulla più. La prossima stagione calcistica presenterà aspetti davvero curiosi: come è noto, le tifoserie prediligono spostarsi con treni e pullman, è raro l’utilizzo dell’aereo. Ci sarà da ridere quando i supporter delle squadre militanti della massima serie si imbatteranno nella realtà jonica, in particolare, nella sua tratta ferroviaria, che non ha convogli di lunga percorrenza perché tutti soppressi. I grandi manager del trasporto pubblico l’hanno ridotta a solo traffico regionale.
Che spettacolo indecente! Unico binario, non elettrificato, stazioni chiuse, nulli i punti di ristoro, limitati i centri di informazione. Meno male che da qualche mese è in circolazione lo “swing”… nuovo di convoglio, ma già alle prese con i primi problemi meccanici. L’unica soluzione, per i poveri “tifosi” al seguito delle proprie squadre, sarà lo scalo aereo di Crotone, altrimenti saranno guai per chi dovrà raggiungere lo stadio “Ezio Scida” sia su strada che su rotaia. È
un bene, dunque, che proprio il Crotone sia salito in Seria A non solo per il suo significato sociale, culturale e mediatico, ma anche per mostrare alla Nazione lo stato delle infrastrutture lungo l’asse jonico. E qui non faranno di certo una bella figura i dirigenti di Trenitalia, il Governo regionale e nazionale. Usciranno fuori
le classiche motivazioni circa l’utenza ritenuta non esaustiva per il traffico ferrato, salvo poi rinvenire il contrario se si sposta l’attenzione sul mercato ampio delle autolinee. È uno dei tanti paradossi in salsa calabrese
: proprio perché si ritiene la statale 106 pericolosa e impercorribile, sarebbe dovuto essere privilegiato il transito su rotaia. Invece, avviene proprio il contrario! Chissà quali grossi interessi si celano dietro… Nel frattempo, a rimetterci sono i cittadini costretti a lunghe ore di viaggio per raggiungere la capitale o i grossi centri del Nord, raccolti in strette postazioni dove si fa fatica persino a stiracchiarsi. Questa è l’Italia del terzo Millennio, l’Italia dell’Europa, l’Italia della modernità. Sin qui, nulla di nuovo. Descrivere alcune realtà oramai diventa inutile: è l’Italia dei muti, dei sordi, dei ciechi. A convenienza! Il dramma è che il fenomeno della corruzione è alla base della povertà. Lo dicono studi di alta economia, lo dice la Grecia. Perseverare è diabolico. Sul settore dei trasporti, occorrerebbe avviare una seria attività di indagine al fine di meglio comprendere le ragioni di cotanta ostilità. Lo Jonio è tra i pochi se non l’unico tratto d’Italia non elettrificato. Ci sarà una ragione? Qualcuno dovrebbe fornire delle risposte. Ma, in questa terra, nessuno risponde a nessuno. Mancano gli organismi di controllo, di vigilanza, di verifica. E su tutto questo c’è chi, ovviamente, ci specula. Il Crotone in serie A apre a nuovi orizzonti. Tra questi,
l’amarezza di non saper cogliere a modello quanto fatto in una città di appena 60mila abitanti. L’idea di fusione tra i comuni di Corigliano e di Rossano potrebbe promuovere nuove iniziative e aprire ad occasioni di sviluppo di tipo anche sociale.
La città unica si colloca al terzo posto in Calabria con i suoi 90mila abitanti. Oggi assemblare le due aree appare un compito non proprio facile, ma chi ci crede deve portare avanti idee innovative, di integrazione, di programmazione comune. E, chissà, sulla scorta di quanto è avvenuto a Crotone, almeno calcisticamente si potrà dare vita a una società ampia composta da imprenditori dell’area urbana. La Sibaritide ha bisogno di soggetti capaci di saper trasmettere entusiasmo. Oggi, così divisi, non si va da nessuna parte. È nel mondo dello sport e nelle attività politico-amministrative che si richiede un potere contrattuale decisamente diverso.