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Parco giochi perennemente vandalizzato. Ora dobbiamo decidere: vincono loro o vince la civiltà?

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CORIGLIANO-ROSSANO - È avvilente. Straziante. Disarmante. Non servono altre di parole per descrivere ciò che resta oggi del parchetto giochi del borgo marinaro della Fossa. Un’area riqualificata con impegno qualche anno fa da questa Amministrazione Comunale, ristrutturata da appena dieci giorni e oggi, 30 luglio dell’anno del Signore 2025, è già impraticabile, ferita, umiliata. Vandalizzata.

Da chi? Nessuno lo sa. O, più precisamente, nessuno lo dice. Sta di fatto che quello che avrebbe dovuto essere un luogo di gioia e spensieratezza per i bambini è oggi un simbolo di desolazione e abbandono. I giochi, rotti. Le strutture, pericolanti. Le immagini sono eloquenti e dolorose, oltre che avvilenti per un genitore che porta un figlio al parco per giocare e deve spiegargli che non può farlo perché qualche coglione ha deciso, in barba ad ogni regola civile, che lì bisognava fare razzia.

È comprensibile — certo — che il Comune risponda con amarezza: "Abbiamo sistemato tutto appena dieci giorni fa." Ma questa, purtroppo, non può essere considerata una risposta accettabile. È, anzi, una risposta che sa di resa. Un modo indiretto per dire che "non c’è niente da fare… hanno vinto loro."

Questo non lo possiamo accettare. Non può andare bene così. Non può vincere chi distrugge, chi sfregia, chi calpesta il bene comune senza rispetto né consapevolezza. Non possiamo arrenderci a questa logica. Non possiamo restare spettatori passivi davanti all’imbarbarimento dello spazio pubblico.

Questa città ha bisogno di ripartire, sì. Ma non soltanto da nuove strutture o interventi-tampone. Deve ripartire dal coraggio dei suoi cittadini. Da quella capacità – sempre più rara – di sentirsi parte di un unico corpo, e non cellule isolate, distanti, indifferenti. Ne scrivevo proprio qualche giorno fa nel mio corsivo: “La barca, il mare e quei turisti stanziali”.

Dobbiamo combattere l’apatia, il menefreghismo, quell’omertà che tutti citano e pochi si fermano davvero a comprendere. Perché l’omertà, spesso, nasce dall’assenza di alternative, dal senso di impotenza, dal timore che denunciare non serva a nulla. E invece serve. Serve eccome se ci sentiamo co-partecipi e protetti dal senso di comunità.

Quanto accaduto nel borgo marinaro della Fossa è solo uno dei tantissimi casi limite ma ce ne sarebbero tantissimi altri da citare: dal taglio degli alberi a Zolfara per finire alle condizioni pietose in cui versano alcuni spazi pubblici nel centro storico di Corigliano, che vengono quotidianamente stuprati dal vandalismo dei soliti ignoti contro i quali la comunità deve ribellarsi. 

E allora sì, serve che il Comune faccia la sua parte. Che attivi canali reali e funzionali di monitoraggio civico, coinvolgendo cittadini attivi e consapevoli, soprattutto nelle contrade. Serve che vengano istituiti i Municipi - previsti dalla Legge sulla Fusione e che ad oggi sono fermi solo sullo Statuto comunale e non applicati - per responsabilizzare i Consiglieri comunali e renderli davvero presidio quotidiano dei territori di riferimento.

Perché non è più pensabile - né giusto - che tutto debba passare dalla gestione del Sindaco. Una città di 80mila abitanti, con un’estensione territoriale superiore a quella dell’arcipelago di Malta, non può permettersi ulteriori defaillance nel governo del territorio.

Serve un patto. Serve una visione. Serve il coraggio di organizzarsi, tutti insieme. O finirà, davvero, che vinceranno loro: dai giochini vandalizzati alle sparatorie sul lungomare... il passo è un attimo!

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.