Madre ottiene l'affido esclusivo del figlio minore dopo un'ingiusta sentenza di affidamento condiviso
Il padre del minore, destinatario di un provvedimento di divieto di avvicinamento emesso dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Castrovillari, si era reso protagonista di vari episodi di violenza nei confronti della madre
CORIGLIANO-ROSSANO - La Corte d'Appello di Catanzaro, accogliendo le tesi formulate dai difensori e ribaltando la decisione del Tribunale di primo grado - che aveva disposto per l'affido condiviso del minore con la collocazione presso il padre - ha reso giustizia ad un madre a cui era stato strappato il figlio minore.
«La decisione dell'affidamento condiviso - riporta la nota - era stata ritenuta ingiusta da B.M.N. di 40 anni in considerazione soprattutto delle sofferenze da lei patite e della violenta personalità dell'ex compagno, L. A. P. di 63 anni, padre del minore e destinatario di un provvedimento di divieto di avvicinamento emesso dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Castrovillari. La madre aveva quindi presentato un reclamo alla competente Corte d'Appello, la quale, nell'analizzare dettagliatamente i fatti aveva riscontrato l'esistenza di una situazione conflittuale tra le parti che si concretizzava in episodi di violenza perpetrati nei confronti della mamma del piccolo, eventi tesi sempre di più ad allontanare il bambino da questa ostacolandone il rapporto, una serie di situazioni da cui emergeva la particolare personalità del padre che si presentava non solo possessiva nei confronti della compagna ma anche conflittuale nelle relazioni interpersonali. Queste considerazioni hanno fatto propendere la Corte per l'affido esclusivo del minore alla mamma con collocamento presso la sua abitazione disponendo infine che gli incontri con l'altro genitore possano avvenire solo in maniera vigilata».
«Soddisfazione per la soluzione della vicenda - si legge in conclusione - viene espressa dai componenti dello studio legale Ettore Zagarese, Nicoletta Bauleo e Maria Teresa Fontana, che si sono occupati del caso e che, con notevole impegno professionale, hanno contribuito al ritorno di un bambino tra le braccia della madre».