Stralcio operazione Stige, carabiniere assolto perché il fatto non sussiste
Il militare, difeso dagli avvocati Francesco Nicoletti e Giusy Acri, era coinvolto nel procedimento “Mondo sommerso”
CORIGLIANO-ROSSANO - Il Tribunale di Crotone in composizione collegiale, in totale accoglimento delle richieste avanzate dagli avvocati Francesco Nicoletti e Giusy Acri, del medesimo Studio, ha assolto un carabiniere da gravissime imputazioni con la formula più ampia: perché il fatto non sussiste.
Per come riportato nella Comunicazione di Notizia di Reato depositata presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro il 16.08.2018, le indagini avevano preso il via a seguito di quanto emerso dalle attività investigative svolte negli anni dal Reparto del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Crotone e della Sezione Anticrimine del R.O.S. di Catanzaro sul conto del Locale di Cirò, da attività intercettive effettuate a carico di affiliati della predetta consorteria nonché da servizi di osservazione. Nello specifico, erano emersi elementi tali da far supporre contatti tra due militari appartenenti alla Stazione dei Carabinieri di Cirò Superiore ed esponenti della consorteria criminale. Dalle registrazioni ricavate da una telecamera installata a Cirò marina risultava che in più circostanze i due militari si erano recati presso un esercizio di vendita all’ingrosso di bevande di proprietà di una terza persona ma di fatto riconducibile a Sestito Giuseppe, detto “Pino”, elemento apicale della cosca cirotana nonché cognato di uno dei capi storici della cosca, Marincola Cataldo, entrambi tratti in arresto nell’ambito dell’Operazione di Polizia denominata “Stige”. In alcune occasioni uno dei due militari si intratteneva con tale soggetto in maniera apparsa amichevole, in un’altra circostanza era stato accertato che all’interno della villetta abitata da uno dei due carabinieri era stata organizzata una serata musicale alla quale aveva partecipato un noto cantante neomelodico cirotano, gravato da pregiudizi/precedenti penali e molto vicino agli ambienti criminali, e che tra gli invitati vi era un pluripregiudicato per reati di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, omicidio, ricettazione nonché titolare di condanna definitiva per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, già sorvegliato speciale di P.S.. In un’ulteriore occasione veniva accertata la presenza di un autoveicolo in dotazione alla Stazione Carabinieri di Cirò Superiore dinanzi una palazzina, all’interno di un piazzale in Cirò Marina, in un luogo al di fuori della rispettiva giurisdizione e, pertanto, “anomalo”. Proprio questo dettaglio aveva attirato l’attenzione e determinato un approfondimento investigativo che aveva portato i militari intervenuti, dopo aver appurato che non fossero in corso predisposti servizi, ad identificare gli occupanti di quel veicolo e ad accertare che l’ultimo piano di quella palazzina era abitato dal noto pluripregiudicato Sestito Giuseppe, detto “Pino”.
All’esito di una articolata attività d’indagine veniva dunque tratto a giudizio anche il carabiniere difeso dagli avvocati Francesco Nicoletti e Giusy Acri e, all’esito dell’udienza preliminare, rinviato a giudizio per il reato in concorso di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Il Tribunale di Crotone, in composizione collegiale, in totale accoglimento delle richieste avanzate dagli avvocati Francesco Nicoletti e Giusy Acri ha assolto il carabiniere con la formula più ampia: perché il fatto non sussiste.