Maltrattamenti, trentenne di Cariati torna in libertà
È quanto stabilito dal GIP del Tribunale di Castrovillari che, in accoglimento della richiesta avanzata dall'avvocato difensore Raffaele Meles
CARIATI - Lascia il carcere dopo circa due mesi D.M., trentenne di Cariati accusato di maltrattamenti e difeso di fiducia dall’avvocato penalista Raffaele Meles del Foro di Castrovillari.
È quanto stabilito dal GIP del Tribunale di Castrovillari che, in accoglimento della richiesta avanzata dalla difesa, ha posto l’uomo agli arresti domiciliari autorizzandolo contestualmente ad uscire di casa per recarsi al lavoro. Il trentenne - che nell’ultimo anno era stato già destinatario di diversi provvedimenti restrittivi della libertà, poi revocati - era finito in carcere lo scorso mese di novembre, quando in seguito ad ulteriori episodi denunciati dalla vittima con tanto di registrazione video, veniva tradotto in carcere dai carabinieri.
La vicenda ha inizio nel 2020, quando la parte offesa si era rivolta alle forze dell’ordine riferendo gli episodi di aggressioni verbali e fisiche subiti nel corso di diversi anni e facendo ascoltare anche dei messaggi audio ricevuti dall’uomo. In quella occasione, il GIP di Castrovillari aveva disposto la misura cautelare del divieto di avvicinamento ma, proprio quando i militari stavano notificando il provvedimento all’indagato, quest’ultimo contattava nuovamente la persona offesa - che in quel momento si trovava presso un ufficio di polizia per denunciare ulteriori episodi di maltrattamenti – profferendo altre minacce di morte alla presenza degli stessi militari. Alla luce di questo episodio, all’indagato veniva applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari.
In sede di interrogatorio, l’avvocato difensore Raffaele Meles aveva chiesto e ottenuto dal GIP l’autorizzazione per il proprio assistito a recarsi al lavoro mentre, il mese successivo, sempre su istanza della difesa, venivano revocati gli arresti domiciliari.
Agli inizi del 2021, l’uomo avrebbe ripreso a minacciare la vittima, che per provare tali condotte avrebbe nuovamente registrato sia le telefonate sia i messaggi ricevuti; immediata la decisione del GIP di disporre l’applicazione della misura cautelare della detenzione in carcere quale unica e sola misura tesa ad evitare che l’uomo potesse passare alle vie di fatto. Dalle telefonate e dai messaggi registrati, nonché da quanto emerso dall’ulteriore querela sporta, l’indagato avrebbe non solo manifestato la volontà di uccidere la propria vittima, ma in una circostanza l’avrebbe inseguita con l’auto e costretta a scendere e solo un improvviso ripensamento, dovuto probabilmente alla presenza di altre persone, avrebbe scongiurato il peggio.
Dopo un mese di detenzione, in accoglimento dell’istanza avanza dall’avv. Raffaele Meles, nonostante il parere contrario della Procura della Repubblica, Il Gip poneva D.M. agli arresti domiciliari applicandogli contestualmente il divieto di avvicinamento alla persona offesa ed autorizzandolo a recarsi al lavoro. I domiciliari venivano successivamente revocati in seguito all’ennesima istanza avanzata dalla difesa dell’uomo, il quale, però, una volta tornato in libertà, avrebbe ripreso a perseguitare la vittima con appostamenti e telefonate minatorie, tutte registrate e portate all’attenzione dell’Autorità inquirente. A seguito di tali episodi, lo scorso novembre l’uomo era finito di nuovo dietro le sbarre. Accogliendo l’ulteriore istanza avanzata dall’avv. Raffaele Meles, il Gip lo ha ora posto agli arresti domiciliari con contestuale autorizzazione a recarsi al lavoro.