Il giorno di dolore di Cassano. L'addio a Michela tra colombe bianche e le note di una canzone
Il monito del vescovo cassanese, Mons. Francesco Savino, ai giovani: «Non sciupate la vita». Si chiude un periodo tristissimo per la Sibaritide-Pollino
CASSANO - Una celebrazione semplice, prima in silenzio e poi come una grande festa per dire addio a Michela Praino.
Anche per lei magliette e palloncini bianchi a porgerle l'ultimo saluto e poi colombe in volo affinché un bacio possa arrivarle fin lassù.
Sono in tantissimi in piazza Capolanza a Lauropoli a voler dire addio alla giovanissima cassanese, deceduta nella tragedia di ferragosto, sulla Ss106 insieme a Eleonora Recchia e Akrem Ayari.
Aveva solo 20 anni Michela, era bella e piena di vita, con troppi sogni da realizzare per andare via così presto e lo dimostrano i tanti ragazzi in piazza, in piedi a domandarsi increduli se tutto questo sia accaduto davvero, in mezzo ad una serie di palloncini in fila che compongono la frase "buon viaggio".
"Anch'io provo dolore - dice Monsignor Savino, il vescovo della Diocesi di Cassano che ha officiato la funzione - Non si può perdere la vita a 20 anni. Michela, da tutti ragazza stimata, si dava da fare per darsi un presente e un futuro.
Come consolare il dolore inconsolabile dei suoi cari?".
Le parole non servono, continua il vescovo, restano solo domande per la morte di Michela e ai giovani ha detto: "se oggi piangete davvero, lasciate che vi dica di non sciupare la vita. Non sprecatela, perché se la vita è un soffio, per un soffio si può morire".
Un pensiero profondo quello di Monsignor Savino, dal quale è scaturito l'applauso dei presenti che dalla chiesa è arrivato fino in piazza.
Il cuore è vicino anche ai familiari di Akrem, il 18enne di origine tunisina ma residente a Sibari, altra vittima di questa tragedia che verrà sepolto nel suo Paese d'origine.
Gli amici dicono ciao a Michela sulle note di una canzone, mentre si abbracciano circondando la bara bianca.
A Cassano è lutto cittadino e tutta la comunità si stringe in un unico abbraccio, quasi a cercare di sentire di meno il dolore implacabile di questa tragedia.