La polizia arresta due cognati: erano i re dello spaccio a Schiavonea
L'indagine è scaturita da numerose segnalazioni anonime giunte al Commissariato di Corigliano-Rossano da cittadini esausti nell’assistere inermi al continuo via vai di persone ed autovetture lungo alcuni vicoli della popolosa frazione marinara
Nel quadro dei servizi predisposti dal Commissariato di P.S. di Corigliano-Rossano, finalizzati alla prevenzione e repressione della spaccio di sostanze stupefacenti con particolar riguardo nei luoghi frequentati dalla movida cittadina, Personale dipendente in forza alla Squadra di P.G. nella tarda serata del 3 luglio u.s. traevano in arresto per il reato di detenzione di sostanza stupefacente ai fini dello spaccio due uomini, entrambi cognati, S.A. di anni 40 e A.C. di anni 36 residente nell’area urbana di Corigliano.
In particolare l’interesse investigativo scaturiva da numerose segnalazioni anonime giunte presso gli uffici della polizia da parte di cittadini esausti nell’assistere inermi al continuo via vai di persone ed autovetture lungo alcuni vicoli della popolosa frazione marinara di Schiavonea, dove tra l’altro a pochi metri si trova la piazzetta Portofino, rinomato centro di ritrovo di turisti e giovani di tutta l’area Ionica.
Venivano predisposti nei giorni precedenti numerosi servizi di osservazione da parte degli investigatori ricorrendo avvolte anche all’utilizzo di abbigliamento sportivo/ turistico per meglio confondersi tra i giovani vacanzieri che permetteva ad identificare gli odierni indagati ma soprattutto a rivelarne il loro modus operandi.
In effetti veniva riscontrato dai detective che i giovani clienti raggiungevano una determinato via ed una specifica abitazione dove inizialmente si fermavano per prendere contattato per l’acquisto dello stupefacente. Qui uno dei cognati si avvicinava alle autovetture degli acquirenti infilando una mano nell’abitacolo ritraendola subito dopo con all’interno delle banconote invitando la macchina ad allontanarsi per poi ritornare dopo qualche minuto. Nello stesso frangente l’uomo consegnava il denaro all’altro congiunto che presenziava alla fase dello “scambio” garantendone mediante l’attività di “vedetta” che la compravendita fosse portata a compimento mentre l’altro familiare si dirigeva in una traversa adiacente alla sua abitazione e prelevare degli involucri in cellophane da una cassetta del contatore idrico appartenete ad altro edificio per riconsegnare ai predetti avventori.
Nella serata del sabato gli uomini della locale squadra di P.G. facevano scattare il blitz dove assistevano ad un ennesima cessione di stupefacente riuscendo a sorprendere a S.A. aprire lo sportello del contatore dell’acqua ed estrarre un busta con all’interno nr. 25 involucri termosaldati contenente sostanza stupefacente del tipo cocaina del peso complessivo di 7.2 grammi. Altresì venivano rinvenuti addosso ad A.C. numerose banconote di vario taglio che al momento dello scambio venivano riposte nella tasca del pantalone.
L’attività investigativa proseguiva presso l’abitazione del nominato in oggetto la cui perquisizione dava esito negativo. Pertanto si procedeva al sequestro penale di tutte le sostanze stupefacenti nonché banconote di vario taglio per la somma complessiva di 550 euro, provento dell’attività illecita.
Per i fatti sopra esposti, gli avventori venivano segnalati amministrativamente al Prefetto di Cosenza per i provvedimenti del caso mentre i due cognati venivano tratti in arresto in flagranza per il reato di spaccio di sostanza stupefacente e, su disposizione del Pubblico ministero di turno presso la Procura della Repubblica di Castrovillari venivano sottoposti in regime degli arresti domiciliari a disposizione dell’Autorità giudiziaria procedente in attesa del rito per direttissima.