Nello stesso giorno compie una rapina, viola la misura di avvicinamento e danneggia una macchina: arrestato
Il 25enne, inoltre, più volte si è mostrato indifferente agli obblighi dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla sua ex compagna
CORIGLIANO-ROSSANO – I Carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro hanno arrestato un 25enne del posto in esecuzione di un’ordinanza di aggravamento della misura cautelare disposta dal GIP di Castrovillari, su richiesta della locale Procura della Repubblica, per le ipotesi di reato di rapina e violazione del divieto di avvicinamento alla parte offesa.
I fatti raccontano che nella giornata del 6 febbraio scorso i Carabinieri della Stazione di Corigliano Calabro Scalo accertassero come il ragazzo, sottoposto alla misura del divieto di avvicinamento alla sua ex compagna ed ai luoghi abitualmente frequentati da quest’ultima, si portasse, incurante della misura, presso la sua abitazione, non già con intenti minacciosi verso la sua ex, bensì per minacciare una sua amica che in quel momento si trovava lì e lo aveva ripreso con il cellulare mentre aveva danneggiato, poco prima, la macchina parcheggiata in pubblica via, appartenente ad un’altra donna con cui aveva intrattenuto una relazione sentimentale.
Il 25enne, in particolare, pretendeva che la ragazza cancellasse dall’apparato telefonico le foto ritraenti il danneggiamento, ma durante il diverbio, l’aggrediva e le sottraeva il cellulare.
Non contento, dopo aver cancellato le immagini dalla memoria del telefonino, gettava quest’ultimo a terra, distruggendolo. I militari portatisi sul posto accertavano le gravi condotte perpetrate dall’indagato, il quale non era nuovo a violare la misura del divieto di avvicinamento alla parte offesa, come già era stato appurato dai Carabinieri nel settembre scorso, quando si era portato presso l’abitazione della donna e le aveva danneggiato anche un infisso.
Sulla base delle risultanze acquisite dai militari e segnalate alla Procura della Repubblica di Castrovillari, il GIP riteneva che l’indagato fosse del tutto indifferente agli obblighi che gli derivano dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento, che appariva inadeguata a contenere le condotte violente e prepotenti dello stesso, disponendo, quindi, la misura cautelare degli arresti domiciliari in sostituzione della precedente.