30 minuti fa:Al PalaBrillia appuntamento con la manifestazione finale del progetto "Scuola Attiva S3"
1 ora fa:Importante sodalizio tra l'Istituto Comprensivo di Crosia Mirto e la Lega Navale
5 ore fa:Città per bambini, trend in costante crescita in Calabria
5 ore fa:Ancora un'auto in fiamme nella notte allo scalo di Corigliano
1 ora fa:Itas Itc Rossano, studente aggredisce violentemente un docente
4 ore fa:Cassano Jonio, ripartiti i lavori di raccolta delle acque bianche di Lauropoli
2 ore fa:Tarsia, si chiude "Calabria Terra di Pace e Fratellanza"
3 ore fa:La primavera di Patir, un nuovo processo di consapevolezza che coinvolge la Sibaritide
3 ore fa:Per i pendolari calabresi arriva “Carta Tutto Treno Calabria”
5 ore fa:Cresce la consapevolezza verso i temi ambientali, successo a Cariati per le giornate ecologiche

Tre ore per un’ambulanza: ancora disagi e caos nella rete ospedaliera della Sibaritide

1 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO - Storie di ordinaria follia continuano a registrarsi nella malconcia rete ospedaliera dello Jonio cosentino. Una condizione perdurante, fuori dal tempo, che va ovviamente oltre l’emergenza Covid. La quale ha solo messo in luce tutti i drammi del sistema sanitario che a queste latitudini – ahinoi - si vivono da sempre. E che negli ultimi mesi si sono solo accentuati.

Tant’è che oggi a mettere nel panico un’intera popolazione non è solo il fatto che recandosi in uno dei due presidi dello spoke di Corigliano-Rossano (l’unico complesso ospedaliero presente nel raggio di 100km) si rischia facilmente di essere infettati dal Covid (basta leggere i numeri e le storie di quante persone, sanitari e degenti, negli ultimi tempi si sono infettati nelle due strutture). Una volta arrivati all’interno di uno dei due nosocomi bisogna sperare di avere fortuna di ricevere tutte le cure del caso.

Mancano posti letto, mancano medici, manca una organizzazione aziendale dell’ospedale degna di questo nome. Ma non mancano nemmeno imboscati e chi in questo periodo così particolare e critico non disdegna di farsi qualche giorno di ferie. Legittime - per carità - ma forse poco opportune, considerata una contingenza storica simile ad un periodo di guerra.

Quanto accaduto ieri nell’ormai solito Pronto soccorso del “Giannettasio” è uno degli apici di questo stato di cose a limite tra il tragico ed il surreale. Un ragazzo, giunto nel presidio dopo un incidente in bici, viene preso in carico dai medici. Entra in PS alle 17.30. La prima diagnosi parla di trauma cranico e di frattura frontale che non può essere curata in loco.

Si attivano, così, le procedure di trasferimento verso l’ospedale Hub dell’Annunziata di Cosenza. Si cerca disperatamente un’ambulanza che possa consentire al giovane di poter raggiungere il nosocomio bruzio nel più breve tempo possibile. Quelle a servizio del “Giannettasio” e del “Compagna” ci sono ma a bordo c’è solo l’autista ed un infermiere (a proposito, chissà se gira ancora quella vettura medica che un anno fa aveva più di mezzo milione di km sul motore!).

Passano le ore, il ragazzo è dolorante. Si sa, con un trauma cranico in corso, soprattutto quando ci sono fratture ed ematomi, non si può scherzare più di tanto. Cresce la tensione. In tutta la provincia non si riesce a trovare un’ambulanza fornita di personale sanitario che possa trasferirlo a Cosenza. Una vergogna inaudita. Passano tre ore, sono le 20.30 e finalmente l’autolettiga “fornita” di personale viene rintracciata, arriva dal punto di primo intervento di Cariati.

Questo è il caos di un territorio che già non aveva armi per combattere l’emergenza sanitaria nel periodo pre-covid e che oggi è stato mandato in campo a combattere con in mano, invece delle spade, uno spaghetto.   

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.