«La struttura sanitaria provinciale ha retto benissimo l'urto della pandemia» semplici e dirette le parole di Mario Marino, direttore del dipartimento di prevenzione dell'Asp di Cosenza, che hanno fatto la chiosa alla conferenza stampa tenutasi stamattina a Cosenza, nella sede dell'Ordine dei medici, per fare il punto sulla gestione sanitaria della fase 1 della fase 2 dell'epidemia Sars-Covid19 nella provincia di Cosenza e coordinata dal dottor Michelino Braiotta. Una guerra che il sistema sanitario, in Calabria e anche nel territorio bruzio, a conti fatti, ha combattuto a mani nude. E Marino ha evidenziato anche la carenza cronica dei dispositivi di prevenzione che ha rallentato e non poco le operazioni d'intervento. «Nonostante tutto - ha precisato il direttore del dipartimento di prevenzione - abbiamo fatto un gran lavoro, tamponando anche focolai importanti». E i riferimenti sono ovviamente, su tutti, ai casi di Torano castello, San Lucido e Rogliano. Ma dalla lunga analisi è emerso anche un altro aspetto, che in queste intense settimane di emergenza forse è passato spesso in secondo piano, ed è quello dell'emergenza urgenza. «Il 118 non si è mai tirato indietro, nemmeno quando il sistema è andato in tilt». A ricordarlo è stato Riccardo Borselli, direttore della centrale operativa del 118 dell'Asp di Cosenza, che non nascondendo nemmeno un filo di emozione ha raccontato quelli che sono stati i giorni duri dell'emergenza. «C'è stato un periodo - ha precisato Borselli - che i telefoni della centrale operativa impazzivano per le chiamate che arrivavano di persone in preda al panico e alla paura per una malattia che ancora nessuno conosceva. Eppure, abbiamo gestito tutto con estrema lucidità dando risposte sia all'utenza ordinaria del 118 che a quella straordinaria del covid». È andato tutto bene? A conti fatti, per il responsabile del 118, sì. «Non sono mancati - ha spiegato - i problemi legati ai tempi di intervento perché i protocolli di sicurezza anti-contagio prevedono una profilassi stringenti sia sulla vestizione del personale che sulla sanificazione costante dei mezzi di intervento. Una procedura che prevede tempi lunghi e che di conseguenza ha allungato anche i tempi di intervento». Più duro e pungente il presidente dell'ordine dei medici chirurghi e odontoiatri, Eugenio Corcioni, che non ha mancato colpi di fioretto alla politica regionale. «Sembra proprio - ha detto - che la politica non abbia a cuore i problemi della sanità». Un affermazione giustificata dal fatto che, a quanto pare, «non si è fatto nulla al di là dei soliti proclami e dei soliti comunicati. È vero che il nuovo governo regionale si è insediato da poco ma è altrettanto vero che alcuni problemi, come la carenza dei tamponi, non sono stati affrontati per come si doveva». Amalia De Luca, responsabile dell'unità operativa di Epidemiologia e Sorveglianza della Popolazione dell'Asp di Cosenza, ha poi illustrato i dati epidemiologici dell'emergenza covid-19 in provincia di Cosenza mettendo in risalto la capacità della struttura sanitaria nell'aver saputo gestire sia l'emergenza avviando anche nuovi percorsi sperimentali che hanno dato importanti risultati nell'ambito della lotta al coronavirus. La dottoressa De Luca ha precisato, inoltre, l'importanza del prelievo del plasma. «Un'attività che dobbiamo incrementare - ha concluso - per trovarci pronti a quella che potrebbe essere una nuova ondata dell'epidemia».
mar.lef.