La valorizzazione e la promozione dell’identità marinara dei nostri territori e della stessa capacità di sviluppo economico sostenibile ad essa collegata non può non passare dalla riappropriazione della memoria collettiva e delle proprie origini. La storia delle marinerie di questa regione, scandita da sacrifici e da esperienze secolari, ma anche purtroppo di lutti, è uno di valori aggiunti della nostra tradizione e del nostro futuro sulla risorsa mare nell’Euro-Mediterraneo. È per queste ragioni che come
Gruppo di Azione Costiera (GAC) “I Borghi marinari della Sibaritide” (BORMAS) aderiamo e sosteniamo l’invito pubblico fatto nei giorni scorsi dal
Sottosegretario regionale alla Protezione Civile Giovanni DIMA a farsi promotori di un importante momento regionale di commemorazione e di riflessione, in occasione del
40esimo anniversario della tragedia in mare di Schiavonea. È quanto dichiara il Presidente del GAC BORMAS
Cataldo MINÒ sottolineando la necessità di condividere, su questi obiettivi, scelte e percorsi capaci di coinvolgere un numero sempre maggiore di istituzioni, categorie, associazioni e società civile. Riteniamo importante – aggiunge MINÒ – cogliere questa occasione storica, a 40 anni dalla stage in mare di Capodanno del 1974, per affrontare, ina una delle marinerie più importanti del Mezzogiorno, una riflessione approfondita e su più livelli rispetto alla pesca, al ruolo delle categorie interessate ed a tutte le tante e diverse tematiche connesse alla grande risorsa mare, dal turismo ai trasporti, nel quadro delle normative e delle straordinarie occasioni comunitarie, fino ad oggi poco sfruttate. Nel ribadire quindi la massima collaborazione del GAC – conclude MINÒ – auspichiamo che l’appello del Sottosegretario DIMA possa trovare presto accoglienza presso tutti i potenziali attori territoriali e regionali, contribuendo insieme, anzi tutto a ricordare un fatto storico che ha cambiato per sempre la vita di tante famiglie e dell’intera comunità locale; e poi a scrivere una bella e proficua pagina per quanti credono, come noi, che c’è ancora molto da fare e da investire sul mare e sulla cosiddetta blue economy.