di ROSSELLA MOLINARI Il
Codex Purpureus Rossanensis è oggi inserito nel registro della
“Memoria del mondo” dell'Unesco, un elenco che raggruppa il patrimonio documentario mondiale con l'obiettivo di preservarlo e di incoraggiarne la conoscenza. Istituito nel 1992, il programma “Memory of the world” trae origine dalla crescente consapevolezza della situazione critica di conservazione e di accesso al patrimonio documentario in varie parti del mondo. Oltre alla mancanza di fondi, guerre e conflitti sociali hanno aggravato problemi esistenti da secoli. Collezioni di rilievo in tutto il mondo hanno subito destini avversi. Saccheggi, dispersione, commercio illegale, distruzioni, luoghi di conservazione inadeguati e carenza di risorse finanziarie sono stati, purtroppo, decisivi in tale processo di deterioramento del patrimonio documentario. Gran parte di esso è scomparsa per sempre, gran parte è in pericolo; fortunatamente una parte, talvolta inaspettatamente, riemerge. Da qui l’azione di recupero, avviata nel 1993 dal Comitato consultivo internazionale (Iac) attraverso un apposito “piano d’azione”. I principali obiettivi del programma sono: facilitare la conservazione del patrimonio documentario attraverso le tecniche più appropriate di preservazione; assicurare l'accesso universale, incoraggiandone la conoscenza attraverso le nuove tecnologie; dare massima visibilità all’esistenza e al significato del patrimonio documentario-base del programma. Oggi, con l'arrivo dell'atteso riconoscimento, tutto questo sarà applicato anche al Codex, inserito nel registro della "Memoria del mondo", per l'Italia, unitamente alla Collezione degli Almanacchi di Barbanera. Ora è tempo di iniziare a mettere in atto una serie di iniziative al fine di trarre tutti i benefici possibili derivanti dall'essere città custode di un patrimonio dell'umanità. Con l'auspicio che chi di dovere sia in grado di trasformare tutto in vera occasione di sviluppo, attirando grossi flussi e dando impulso al turismo, religioso e culturale. Adesso è il momento di pianificare strategie di marketing territoriale capaci di rendere Rossano meta privilegiata, come accade in tante altre realtà che hanno saputo “sfruttare” al meglio il proprio patrimonio e conquistare ampie fette di visitatori. La città, come oggi si sottolinea da più parti, ha bisogno di percorsi integrati e coordinati che facciano da volano per il rilancio e lo sviluppo del turismo. La speranza è che, con il rientro del Codex Purpureus Rossanensis previsto entro fine anno, ci si possa trovare già pronti. Senza sprecare tempo e, soprattutto, senza sprecare questa grossa opportunità. Adesso è il momento di dimostrare, con decisione, cosa si è in grado di fare. Con il contributo di tutti e con azioni concrete, senza più perdersi in parole, per dare una nuova chance non solo alla città di Rossano ma all'intera Sibaritide. L’idea di presentare per la prima volta la candidatura del Codex all’Unesco fu caldeggiata e sostenuta, negli ultimi anni del suo ministero a Rossano, da
Monsignor Santo Marcianò, attuale Ordinario Militare Italiano, sempre attento alla valorizzazione del ricco patrimonio presente sul territorio. Il merito di essersi fatto carico di tutto l’iter burocratico previsto, raccogliendo dati, incontrando esperti, redigendo la cronistoria del Codex, arricchendone il repertorio iconografico e sollecitandone la diffusione attraverso la creazione di un sito dedicato (
www.codexrossanensis.it), va a
don Nando Ciliberti, Direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi, che, con passione, dedizione e competenza, ha seguito tutte le fasi previste dal Regolamento Unesco. “Hanno fornito il loro apporto – come informava una nota dell'Arcidiocesi di Rossano-Cariati lo scorso anno - sinergicamente con l’Ufficio Beni Culturali, al fine di presentare la domanda (il 24.01.14 durante l’amministrazione diocesana di Mons. Antonio De Simone) corredata di tutto il necessario, diversi collaboratori che si sono occupati della traduzione del documento in francese e inglese: Don Andrè Outtara Klo Lassana, Barbara Caponsacco, Michele Abastante, Natalino Scino”. Un percorso seguito con passione e attenzione, che ha compreso anche una esposizione al Quirinale durante la quale il prezioso Evangeliario rossanese ha incantato Papa Francesco e l'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In città, tra i primi a lanciare pubblicamente il dibattito sul Codex è stato il consigliere comunale
Lorenzo Antonelli. Nel 2014 l'Italia avanza ufficialmente la candidatura del Codex Purpureus Rossanensis all’iscrizione nel registro della “Memoria del Mondo” con la seguente motivazione: “Un manoscritto onciale greco risalente al V-VI secolo contenente testi del Vangelo secondo Matteo e del Vangelo secondo Marco. È conosciuto in tutto il mondo per il particolare colore porpora delle sue pagine, scritte con inchiostro dorato e argentato, e contiene una serie di 14 tavole che illustrano la vita e gli insegnamenti di Cristo. Le superbe miniature lo rendono uno dei più antichi manoscritti illustrati del nuovo Testamento”.