Per l'uomo, domiciliato a Rocca Imperiale, la misura cautelare detentiva degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Castrovillari, su richiesta della locale Procura, per i reati di tentata estorsione e lesioni personali aggravati. La vicenda veniva a conoscenza dei Carabinieri della Stazione di Roseto Capo Spulico a fine settembre, quando la vittima subiva un violento pestaggio ad opera dell’odierno arrestato, tanto da farlo andare in ospedale, dove gli venivano riscontrate traumi e contusioni con una prognosi di 20 giorni. A seguito di ciò i militari iniziavano una meticolosa attività investigativa per ricostruire la vicenda, appurando che il 48enne vantava un credito di 500 euro verso la vittima, riconducibile all’anno prima e dal momento che quest’ultima non era riuscita ancora a saldarlo, l’indagato l’aveva dapprima minacciato di spacciare cocaina per suo conto, circostanza assolutamente rifiutata e quindi era passato alle vie di fatto. In un primo momento si era portato presso l’abitazione della vittima “requisendogli” l’autovettura a garanzia del credito vantato, quindi, qualche giorno dopo, al culmine di un acceso diverbio, l’aveva colpita con pugni e calci, tanto da farla cadere a terra e sbattere la testa. A seguito del furioso pestaggio si era reso necessario il repentino intervento dei sanitari, che trasportavano il ferito al pronto soccorso di Cosenza, dove gli venivano refertati traumi e contusioni in varie parti del corpo, con una prognosi di 20 giorni. A supporto di quanto già ricostruito, i Carabinieri acquisivano delle immagini di videosorveglianza, nonché delle testimonianze, che confermavano l’evoluzione dei fatti. Sulla base dei fatti descritti e del grave impianto accusatorio, l’A.G. riteneva
sussistenti le esigenze cautelari […] poiché bisogna considerare la pervicacia dimostrata nella richiesta di adempimento del credit
o e la spregiudicatezza nel compiere ben due aggressioni fisiche in danno della vittima, l’ultima delle quali in pieno giorno […], che disvelano una personalità proclive alla commissione di condotte criminali e considerava l’unica misura cautelare adeguata alle esigenze sopra esposte quella degli arresti domiciliari.