di MATTEO LAURIA Le tecniche di comunicazione utilizzate dai sette candidati a sindaco si differenziano di ora in ora. Più ci si avvicina alla data dell’urna, tanto più diventa aggressivo il linguaggio. Su tutti i fronti. L’attuale campagna elettorale si distingue nell’utilizzo della “rete”, attraverso l’uso smodato del social network Facebook, di blog e siti di informazione, un po’ meno di “Twitter”. Non si disdegnano comunque le forme tradizionali, il famoso “comizio” e gli incontri in luoghi pubblici.
Gli elettori sono bombardati come non mai, a tal punto da far fatica a individuare spazi di ragione. Si ha la sensazione talvolta che tutti dicano delle verità, ma il vero dramma è e rimane l’attendibilità. Taluni puntano sull’immagine del leader, strategia che ormai paga poco. L’epoca del berlusconismo è oramai tramontata. Così come l’idea di apparire competenti e preparati a tutti i costi non premia. Non mancano gli esempi di leader bocciati dagli elettori a causa della supposta ipersaccenza. I tempi sono cambiati, la rivoluzione culturale e sociale spiazza chi della politica continua ad avere l’idea d’un tempo. In questo, i “media” incidono e non poco. Non è esaustivo avere ottime idee, né è indice di successo presentare programmi risolutivi. Molti studi di marketing elettorale confermano la tesi tendenziale secondo la quale i principali requisiti per raggiungere il successo ruotano attorno alla personalità del candidato.
Tra i punti principali, svetta il CARISMA. Una sorta di
“talento” naturale che non puoi importi. O ce l’hai o sei fuori. Ed ecco perché non tutti possono fare politica, seppure la Costituzione italiana dia ampie garanzie. È
indicata una personalità forte, sicura di sé, capace di imprimere sicurezza e fiducia negli elettori. Umile, semplice e sensibile allo stesso tempo. Non è cosa facile, neanche per il potenziale “leader” essere consapevoli circa il proprio essere.
Inutile quindi impegnarsi nel costruirsi o imporsi un’immagine quando questa è lontana dall’identità spontanea vera del personaggio. Un dato è certo: l’idea dell’autoreferenzialità non premia. Investire sul solo candidato a sindaco, seppur carismatico, è deleterio in una campagna elettorale. È importante, al contrario, dare l’idea di squadra con programmi concreti e poco vaporosi. Non solo essere, quindi, ma anche apparire. Se uno degli anelli si sgancia, è flop. Percezione e intuizione sono elementi di fondamentale importanza. Occorre avere contezza di ciò che può interessare la platea d’ascolto. In tutto questo, la carica emozionale gioca un ruolo significativo, perché funge da trascinamento.
Non solo sentimento, ma anche passione e amore per le idee, e non guasta un pizzico di simpatia con qualche frase a effetto. Sinanche la componente emotiva, il gesticolare, e/o il modo di porsi costituiscono indicatori per l’elettorale. Così come l’abbigliamento. La politica è cosa seria. La superficialità non è ammessa.