Al via la fase di rimodulazione della grande macchina (e forse anche un po’ sgarrupata) dei rifiuti calabresi. Se ne sta discutendo tanto in questi giorni e le polemiche non mancano, con i movimenti ambientalisti pronti a scendere nuovamente in strada mentre le istituzioni locali frenano ogni tipo di paura. Già, perché da qualche parte è venuto fuori che il dirigente del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, Orsola Reillo, avrebbe emesso un provvedimento con l’avallo della ATO Cosenza con il quale i rifiuti del territorio provinciale dovrebbero transitare tutti per l’impianto di Bucita, da qui e per i prossimi 20 anni.
Cosa c’è di vero? La Magna Carta sono le linee guida per la rimodulazione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti della Regione Calabria. Cosa dice? Che per garantire la copertura della domanda “variabile” di trattamento/recupero/valorizzazione della differenziata e dei rifiuti urbani indifferenziati è stata prevista la realizzazione di una serie di piattaforme “flessibili” sul piano operativo, in grado cioè di adattarsi alle attese variazioni della domanda di trattamento dei rifiuti. In altre parole, si rimodula un piano vetusto che prevedeva solo il trattamento del rifiuti tout court e che oggi, invece, si adegua alle rinnovate esigenze della raccolta differenziata. Dal momento che tanti comuni calabresi (finalmente!) hanno intrapreso la buona pratica della differenziata.
Il nuovo assetto impiantistico, pertanto, prevede la trasformazione di quattro impianti di trattamento meccanico-biologico esistenti sul territorio regionale in piattaforme di trattamento/recupero/valorizzazione della differenziata e dell’indifferenziati. Nell’Ambito territoriale ottimale (ATO) di Cosenza è stata prevista la realizzazione di nuove piattaforme. Nel complesso, quindi, il nuovo assetto regionale prevede nove impianti di trattamento.
In attesa, però, che l’impianto pubblico rinnovi le sue vecchie strutture (come quella di Bucita)
e ne realizzi di nuove (come l’impianto previsto nella Valle Crati per l’ambito dell’ATO Cosenza)
saranno pienamente funzionanti gli impianti privati, come quello di Calabria Maceri di Rende. È così che funziona al momento. E conoscendo i tempi della Calabria funzionerà così ancora a lungo. Vediamo allora chi conferisce a Bucita.
Sono nel totale 34 i comuni che il Piano Regionale dei Rifiuti destina alla linea di trattamento di Corigliano-Rossano. E sono:
Acquaformosa, Bocchigliero, Calopezzati, Caloveto, Campana, Cariati, Cassano allo Ionio, Civita, Corigliano-Rossano, Cropalati, Crosia, Firmo, Frascineto, Laino Borgo, Laino Castello, Longobucco, Lungro, Mandatoriccio, Morano Calabro, Mormanno, Mottafollone, Paludi, Pietrapaola, San Basile, San Cosmo Albanese, San Demetrio Corone, San Giorgio Albanese, Sant'Agata di Esaro, Scala Coeli, Spezzano Albanese, Terranova da Sibari, Terravecchia, Trebisacce e Vaccarizzo Albanese. Tra questi comuni, inoltre, c’è da dire che
Corigliano-Rossano, in parte, sversa da tempo parte dei rifiuti presso l’impianto di
Calabria maceri di Rende, mentre
Crosia,
Cariati e
Mandatoriccio sono
dislocati presso l’impianto di Crotone.