Magari non lo sanno, non ci hanno mai fatto caso, ma tanti sibariti mossi i primi passi fuori da casa potrebbero inciampare in qualche pianta di riso. Quel
riso che in Cina esiste da secoli, dove tutto può essere sfruttato per accrescerne la produzione, persino tetti che per qualche mese si improvvisano orti. Dalla bocca di nonne e mamme, lo avremo sentito mille volte: non c’è stomaco che, nella buona tradizione calabra, non si possa “pulire” con un buon piatto di riso. Certo, per chi è cresciuto sotto i tavoli delle cucine calabresi, quelle in cui si mangia pane e “tradizione”, un po’ di quei chicchi bianchi potrebbero lasciare l’amaro in bocca. Ma se è vero che la nostra terra in materia di eccellenze non si fa mancare proprio niente, i calabresi non avranno un bel da fare a immaginare che nella
Piana di Sibari ci sono circa 600 ettari di terreno coltivati a riso. Di ottima qualità, per giunta. Insomma, è proprio in quelle enormi distese verdi, dove fra i lunghi fusti sembra quasi di riuscire a vedere i cappelli a larghe tese e i fazzoletti tirati sul viso di tante mondine con l’acqua alle ginocchia, che alcuni piccoli ma coraggiosi coltivatori hanno deciso di piantare i falcetti per diventare fra i maggiori produttori italiani di riso. Da
Corigliano a
Villapiana, passando per
Cassano, la coltivazione del re dei cereali tocca ben sei realtà agricole, per una produzione totale di circa 15.000 quintali tra riso e risone; e sebbene non si sia riusciti a buttar giù le barriere del mercato nazionale, tanti jonici hanno imparato a cercare fra gli scaffali quel prodotto che più buono non si può. Che sia il “
Riso di Sibari” della riseria
Magisa, piuttosto che quello della
masseria Fornara dei fratelli Perciaccante o ancora quello della
Campoverde Agricola, i consumatori di buona forchetta sanno di non poter sbagliare: il riso, quello buono, cresce anche in Calabria. Un altro oro, questa volta bianco, incastonato nei nostri terreni e che, come tutte le altre eccellenze calabre, aspetta solo il momento giusto per farsi conoscere. Qualcuno, però, dovrebbe dargli una bella spinta.
m. f.