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Basso Jonio: cimiteri pieni, un'emergenza fra le emergenze

3 minuti di lettura
di DAMIANO MONTESANTO Quello che dovrebbe essere il luogo più sacro per ogni persona, al di là della fede religiosa o della concezione politica o filosofica, il cimitero, non è quasi mai in cima ai pensieri del politico di turno. Anche nel Basso Jonio- Sila Greca non si sfugge a questa regola. Lo dimostra la precarietà degli interventi che si operano sulle aree cimiteriali in continua emergenza, insieme a tante altre, nella terra delle emergenze. Questa emergenza non risparmia nessuno ed è aggravata dalla mancanza di risorse che interessa un po’ tutte le amministrazioni, a qualunque latitudine la mancanza di cimiteri adeguati è ormai un dato di fatto sul quale hanno pesato le disattenzioni del passato, che non possono  più oltre essere tollerate, e una certa cultura che non ha ritenuto il cimitero, ubicato spesso in siti poco sicuri dal punto di vista idro-geologico, opera pubblica  di primaria importanza,  limitandosi all’ ampliamento dell’ esistente. Ciò ha comportato spesso interventi di risanamento e di messa in sicurezza dai costi rilevanti, senza però risolvere il problema. Una caratteristica, questa, che si ripete puntuale in tutti i comuni dell’area, alle prese  con problemi di frane e smottamenti che hanno creato, non di rado, assolute emergenze. A cominciare dal Comune di Cariati, che verso la metà degli anni novanta ha operato un consistente ampliamento dell’area cimiteriale, con la costruzione di centinaia di loculi in cemento, altrettante tombe a terra e incentivando la costruzione di cappelle gentilizie su un’area ad hoc. Una gestione non sempre accorta e diligente, però, ha vanificato l’intervento in quanto si è consentito lo spostamento delle salme nelle nuove tombe disponibili, che nel breve giro di qualche anno si sono esaurite. Oggi l’amministrazione sta per approvare un altro consistente intervento che prevede la costruzione di 210 loculi e la messa a disposizione di 114 tombe a terra e 30 ossari. L’opera si finanzia da sé perché il costo di una tomba a terra è di 2500 euro, per una concessione novanta novennale, mentre il costo di un loculo, ventennale, è di 600 euro. La manutenzione del cimitero costa lo stipendio di un dipendente più le spese per le manutenzioni straordinarie,  importanti per dare un minimo di decoro e di pulizia a questi luoghi oggetti di culto della pietà popolare e di conservazione degli affetti umani. Nel Comune di Mandatoriccio  qualche anno fa un fenomeno di dissesto geologico ha costretto al riallocamento di 150 salme, le cui tombe erano state distrutte dal movimento franoso. Oggi lo stesso Comune si trova con due cimiteri, ma con una grave emergenza a causa della limitatezza dei posti disponibili,  in seguito agli interventi di risanamento e messa in sicurezza degli stessi; ciononostante la manutenzione non costa meno di 15mila euro all’anno, mentre il costo di un loculo, per un periodo di venti anni, è di 750 euro. Un po’ meno, 600 euro, a Terravecchia, dove il cimitero, inaugurato il 24 febbraio 1844, ha subito, fino al 2012 quattro interventi per ampliamento e messa in sicurezza, prima di essere interessato da una frana che ne ha impedito l’ulteriore ampliamento. Oggi il cimitero, che ha una spesa di manutenzione intorno ai 7mila euro annui, dispone  di 54 loculi, costruiti nel 2014, che sommate alle tombe a terra, dovrebbero bastare per i prossimi cinque anni. E poi? È sempre questa la domanda che si pongono gli amministratori,  poco inclini a considerare la costruzione di un nuovo cimitero, ma sempre disponibili a piccoli e spesso inutili interventi di ampliamento. Non dissimile è la situazione nel Comune di Scala Coeli dove negli anni scorsi si è proceduto alla costruzione di un numero limitato di loculi che sono già in via di esaurimento. E per ora, stante il commissariamento del Comune, certamente la problematica non verrà affrontata. Prezzi molto contenuti vengono praticati nel comune di Bocchigliero, dove il costo del suolo per una tomba non supera i 140 euro, la manutenzione i 3 mila euro e la disponibilità dei posti non dovrebbe creare problemi per i prossimi 15 anni. In piena emergenza si trova anche il Comune di Longobucco dove però l’amministrazione ha già predisposto un progetto di ampliamento per 70 nuovi loculi, che dovrebbero dare respiro per qualche anno. Qui, dove la manutenzione costa lo stipendio di un operaio stabilizzato per 22 ore, più qualche altro intervento con personale comunale, il costo dei loculi arriva a 343 euro per quelli in prima fila e a 291 per quelli in quarta fila, mentre il suolo per la costruzione di una tomba non arriva a 104 euro. Una problematica che ha molti aspetti identici nei vari comuni del territorio e che evidenzia una visione limitata, da parte delle amministrazioni, ad intervenire  su un problema che invece ha bisogno di interventi lungimiranti sia dal punto di vista culturale che temporale.
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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