Continua il viaggio nel cuore pulsante del turismo di Corigliano Rossano. In attesa delle disposizioni abbiamo sentito gli imprenditori della notte
di Josef Platarota C’è una generazione di ragazzi e di avanguardisti del divertimento che, come raccontato venerdì con gli stabilimenti balneari, non sanno più a che santo votarsi. Si tratta degli imprenditori e dei gestori che gravitano attorno al mondo della notte, delle discoteche, dei pub e Lounge Bar presenti a Corigliano Rossano.
«È come se mi avessero dato fuoco al locale. Così è stato per me il Coronavirus». Parlare di loro e del divertimento, anche in questi giorni assurdi di isolamento e frustrazione,
non è futile, ma fondamentale per evitare il disastro di un comparto turistico che rappresenta una fetta fondamentale del Pil della nostra città. Non è edonismo giovanile, è sacrificio di ragazzi che investono, è voglia di fare per la propria comunità ed è anche cultura.
TRA RABBIA E ORGOGLIO È lo sfogo amaro di un giovane con la partita Iva, che tra le varie angherie quotidiane di uno Stato che dà di meno di quanto riceve, può contare solo sulla sua forza interiore: «
I famosi 600 euro sono una presa in giro, basti pensare che posseggo tre P.I. in cui pago regolarmente le tasse e a mala pena me ne coprono una. A Pasqua ho dovuto pagare di tasca mia la cassa integrazione, i miei dipendenti mi chiedevano qualcosa per passare le feste in maniera serena.
Molte volte penso di lasciare tutto e andare in Germania. Prima la crisi del 2008, poi quella del 2011, passando, nel locale, per desertificazione territoriale e l'alluvione del 2015. Sono stremato».
NIENTE SPEAKEASY? Poi c’è l’estate, che a Corigliano Rossano vuol dire anche locali in cui ballare o scambiare quattro chiacchiere. «Il Covid 19 snatura il concetto di incontro, perché non è possibile con il distanziamento sociale,
ma faremo del nostro meglio modificando la nostra proposta alla clientela». Nella città ionica un locale apre a luglio, giugno per chi se lo può permettere, e chiude i primi giorni di settembre, ma prima ci sono dei mesi di preparazione. «Ormai barman e camerieri sono personale altamente qualificate. Con questa incertezza come facciamo? Gli possiamo dire resta che sicuramente andrà tutto bene?
Questo personale va bloccato mesi prima se no si resta a piedi».
VOGLIA DI INIZIARE «Si può dire – ci rivela un imprenditore della movida rossanese – che eravamo al 70% ed eravamo pronti ad aprire già a partire da giugno per allungare la stagione. Faremo di necessità virtù». Come per gli stabilimenti balneari istituzioni colpevolmente assenti. «Dobbiamo vedercela da soli, per questo – sottolinea –
sarà fondamentale che ci riuniamo attorno ad un tavolo e si faccia un’azione comune tra tutti i locali di Sant’Angelo e Schiavonea in vista dell’Estate. All’Amministrazione chiediamo di essere interpellati. Quasi sicuramente o non ci sarà un tabellone estivo o sarà esautorato, ma dalle crisi possono nascere delle rinascite se vengono utilizzate tutte le precauzione.
Sarebbe bello avere una pacca sulle spalle dal nostro Sindaco Flavio Stasi, giusto a dirci “coraggio ragazzi, siamo con voi”.