Dove il bene non fa rumore: storie di solidarietà a Schiavonea
Notevole il lavoro di volontari che assicurano 60 pasti caldi al giorno, un servizio indispensabile che restituisce dignità a tanti cittadini extracomunitari
CORIGLIANO-ROSSANO - Spesso si parla di Schiavonea solo per episodi spiacevoli, per risse o comportamenti poco edificanti. E certamente è giusto continuare a raccontare e a monitorare quelle situazioni di degrado e di delinquenza che coinvolgono, purtroppo, anche molti stranieri. Fa parte del dovere di chi osserva e scrive dire la verità, anche quando è scomoda.
Ma sarebbe ingiusto fermarsi solo a quella parte di realtà. Perché a Schiavonea c’è anche tanta gente perbene, che lavora onestamente e che si impegna, ogni giorno, per rendere più umano e accogliente il volto del quartiere.
Ci sono uomini e donne che, senza clamore, dedicano tempo ed energie al volontariato. In collaborazione con la chiesa di Schiavonea, da lunedì a sabato, ogni sera viene aperta la mensa solidale dove circa sessanta persone — in gran parte lavoratori stranieri, ma anche residenti in difficoltà — trovano un pasto caldo, serenità e rispetto.
Ecco la vera forza di una comunità: quella che, pur tra mille problemi, riesce a non voltarsi dall’altra parte. Quella che, con piccoli gesti, aiuta chi è più sfortunato a vivere in modo più civile, più decoroso, più umano.
Questa è l’altra faccia di Schiavonea. Quella che non fa rumore, ma che costruisce ogni giorno un senso di appartenenza e solidarietà. E anche questa, forse più di ogni altra, merita di essere raccontata.