Aeroporto della Sibaritide, milioni spesi per un’opera mai decollata
Tra progetti pagati, fondi espunti e cantieri mai aperti: così l’aeroporto di Sibari è rimasto sulla carta. Oggi varrebbe oltre 30 milioni di euro, ma i soldi usciti dalle casse pubbliche restano senza ritorno

CORIGLIANO-ROSSANO - La Piana di Sibari avrebbe dovuto avere il suo scalo aeroportuale già da tempo. Localizzato in contrada Olmo Torto, nel comune di Cassano Jonio, il progetto prevedeva una pista da 1.520 metri per 30, un’aerostazione passeggeri, un hangar per l’aeroclub, parcheggi e torre di controllo: un’infrastruttura classificata ICAO 3C, in grado di accogliere aerei di medie dimensioni e dare respiro a un’area che conta centinaia di migliaia di residenti e un potenziale turistico di primo livello.
Parole, solo parole, tante parole e promesse al vento. Promesse che, però, hanno prodotto dei costi. Ed è su questi che abbiamo fatto una ricerca andando a rileggere atti, bollettini e delibere sul tanto osannato e vituperato Aeoporto di Sibari. Che seppur mantenendo il claim da "opera dei sogni" continua a rimanere nella prospettiva della sua realizzazione un'opera utile a sostegno dell'economia polivalente della Calabria del nord-est e del Metapontino (che a breve sarà connesso in 40 minuti attraverso la nuova SS106).
Secondo le prime stime ufficiali, redatte tra fine anni Novanta e primi Duemila, l’opera sarebbe costata circa 41 miliardi di lire, cioè poco più di 21 milioni di euro. Una cifra che, rivalutata oggi, equivarrebbe a oltre 30 milioni di euro in valori reali.
Quanti soldi sono stati spesi davvero?
La storia economica dell’aeroporto della Sibaritide assomiglia - nemmeno a dirlo - a un romanzo incompiuto, fatto di stanziamenti annunciati, fondi deliberati e progetti messi su carta, senza mai vedere un cantiere aperto. Tutto parte nel 2002, quando nell’Accordo di Programma Quadro tra Stato e Regione Calabria viene inserito un primo finanziamento da un milione di euro, destinato a completare lo studio progettuale. Qualche anno dopo, tra il 2005 e il 2006, il Comune di Cassano Jonio consegna alla Regione lo studio di fattibilità con progetto preliminare, segno che almeno una parte di quelle risorse era stata effettivamente spesa.
Nel 2007 la Regione Calabria approva, con una delibera di Giunta, una prima tranche da 4,9 milioni di euro, ufficialmente dedicata alle attività propedeutiche alla realizzazione dell’opera. Due anni dopo, nel 2009, la Provincia di Cosenza parla di ulteriori 5 milioni di euro da destinare agli espropri e alla sistemazione delle aree interessate, anche se di questa somma non esistono riscontri pubblici sull’effettivo utilizzo.
Nel 2012 un’altra tappa amministrativa: con un’apposita delibera la Regione dà mandato al Dipartimento Lavori Pubblici di avviare una procedura di partenariato pubblico-privato per la progettazione, realizzazione e gestione dello scalo. Un’idea rimasta anch’essa senza seguito. Infine, nel 2022, nei documenti di programmazione della Regione compare la voce “Progetto di fattibilità Aeroporto di Sibari”, con quasi un milione di euro a disposizione. Ma quella cifra non verrà mai spesa, perché l’intervento viene espunto dal Piano di Sviluppo e Coesione.
Se si sommano le risorse già allocate negli anni, si arriva a circa 6 milioni di euro impegnati, in parte già spesi per studi, progetti e istruttorie. A questi vanno aggiunti i milioni rimasti solo sulla carta, come i fondi per gli espropri e l’ultima voce del PSC. Il risultato, però, non cambia: milioni di euro pubblici sono stati consumati in vent’anni di carteggi, senza che un solo mattone dell’aeroporto sia stato posato.
Un’opera fantasma dal costo reale in crescita
Se davvero l’aeroporto fosse costruito oggi, con costi aggiornati e standard di sicurezza più stringenti, il valore dell’opera si attesterebbe tra i 30 e i 35 milioni di euro. Un’infrastruttura strategica, in grado di affiancare Lamezia, Reggio e Crotone, e di dare un respiro internazionale a un territorio che ha fame di collegamenti.
Eppure, l’unico segno concreto di volo resta l’aviosuperficie privata Sibari Fly, ben lontana dalle ambizioni di un aeroporto commerciale.
Il conto che resta ai cittadini
Dunque, mentre la politica discute e le delibere si susseguono, la realtà è che milioni di euro pubblici (almeno uno) sono già stati spesi per un’opera rimasta sulla carta. Un capitale disperso tra carteggi, progettazioni e atti amministrativi, senza che un solo passeggero abbia mai potuto imbarcarsi.
Un’infrastruttura ancora utile oggi
La domanda oggettiva, concreta e realistica è: avrebbe ancora senso costruire l’aeroporto della Sibaritide? La risposta è sì, e non solo guardando alla geografia. La Piana di Sibari è una delle aree più produttive della Calabria: un bacino agricolo di eccellenza, dal comparto agrumicolo al riso, dall'ortofrutticola di qualità con le sue drupacee d'eccellenza all’olio per finire al vino e con un agroalimentare ed un comparto manifatturiero primario che continua a trainare export e reddito locale (il nord-est continua ad essere il motore produttivo della Calabria nonostante carenze infrastrutturali e profondissimi gap). A questo si aggiunge il potenziale turistico (nella Sibaritide c'è il maggior numero di posti letto dell'intera regione), oggi solo in parte sfruttato: mare, archeologia, parchi naturali, fino alle porte del Pollino e della Sila Greca.
Un aeroporto, se calibrato sulle reali esigenze del territorio, garantirebbe non solo collegamenti più rapidi con il resto d’Italia e con l’Europa, ma anche una spinta concreta alle filiere produttive. Potrebbe diventare il punto di riferimento per un bacino d’utenza che va ben oltre la sola Piana di Sibari, toccando la Sibaritide, l’alto Ionio cosentino, il Pollino e parte della Basilicata.
In un’epoca in cui si parla di turismo lento, esperienziale e sostenibile, la possibilità di atterrare direttamente nel cuore di un territorio ancora autentico significherebbe attrarre nuovi flussi e destagionalizzare l’offerta. Allo stesso tempo, per le imprese agricole e manifatturiere, significherebbe poter contare su una logistica più veloce ed efficiente.
È per questo che, a distanza di oltre vent’anni dai primi progetti, l’aeroporto della Sibaritide resta un’infrastruttura potenzialmente decisiva. E proprio per questo brucia ancora di più il fatto che milioni di euro siano già stati spesi senza risultati concreti.