Abbattuto il primo diaframma della Galleria Trebisacce: la SS106 accelera verso il futuro
Il Terzo Megalotto della SS106 prende forma. Entro il 2026 completati tutti i varchi del lungo tunnel di 3,3 km, ma già a fine anno attesi i primi 18 km dall’innesto con la SS534

TREBISACCE - C’è un’energia nuova nel cantiere della SS106, un’energia che vibra sotto i martelli, tra le rocce e sull’asfalto appena steso. Il Terzo Megalotto, ormai lo diciamo e viviamo da mesi, non è più solo una promessa: è una realtà di progresso che sta rivoluzionando l'Alto Jonio calabrese. La sorpresa è dietro l’angolo: si parla seriamente di fine anno come possibile data per l’apertura dei primi diciotto chilometri, proprio dall’innesto con la SS534 verso nord, il tratto che domani sarà la spina dorsale di collegamento con la nuova Sibari-Corigliano-Rossano, ora prossima alla fase esecutiva (leggi qui aggiornamenti).
In questi giorni, infato, è caduto il primo dei quattro diaframmi che chiudevano le canne della Galleria Trebisacce. È stato aperto il diaframma della carreggiata nord lato sud, un pezzo di montagna che si spacca per far passare la strada del futuro. E a farlo non sono state maestranze qualunque, ma i minatori calabresi di Acri, della frazione Serricelle, uomini temprati dalla roccia e dall’orgoglio di costruire nella propria terra un’opera che resterà nella storia.
Nel progetto (guarda qui il recente reportage fatto sui cantieri), la Galleria Trebisacce è lunga circa 3,3 chilometri, a doppia canna per senso di marcia, e rappresenta uno dei punti più delicati e spettacolari dell’intera opera. I restanti diaframmi — due fra le canne di imbocco sud e centro, e altri verso nord — sono attesi per crollare entro il primo trimestre del 2026, completando così la continuità interna della galleria. Una volta aperto sui 4 lati il tunnel la strada si potrà dire essere completata al 90%.
Ma prima ancora di parlare di asfalto e viadotti, va sottolineato il grande lavoro che ogni giorno si consuma dentro e attorno ai cantieri. Le maestranze impegnate, le aziende appaltatrici e il contraente generale Webuild, con l’amministratore unico del ramo SS106, Salvatore Lieto, sono i protagonisti silenziosi di questa rivoluzione infrastrutturale. Tutto avviene sotto il coordinamento costante di Anas, oggi guidata da Luigi Mupo che ha preso il testimone di Francesco Caporaso, attuale Commissario straordinario per l'ammodernamento della Statale 106 a Sud di Sibari, che stanno imprimendo ordine e velocità a un’opera complessa e strategica. Non va dimenticato, inoltre, l’impegno profuso nei mesi e negli anni da Silvio Canalella, già responsabile nuove opere che ha lasciato un segno importante prima di passare al comparto Sicilia. Sono loro i veri artefici di un progresso che oggi si traduce in chilometri di strada nuova.
Ma non è tutto. Mentre la montagna cede e il cemento prende forma, su terreni più facili scorrono già i primi diciotto chilometri di asfalto, dal chilometro zero fino al km diciotto: un nastro nero che taglia la Piana di Sibari, tracciando la via veloce verso il mare, verso i paesi, verso il mare aperto. E in parallelo, è partito anche il varo del viadotto Forno, altra opera gravosa, insieme all'imponente e straordiario Viadotto Avena, simbolo di questa nuova strada.
Il Terzo Megalotto — che si svilupperà per 38 km totali, da Sibari a Roseto Capo Spulico — non è soltanto un’opera d’ingegneria, ma una storia che cambierà la vita quotidiana della Calabria del nord-est.
Sarà la via con cui il traffico eviterà i centri abitati, sarà la luce che illumina i tempi morti dei viaggi, la sicurezza per chi viaggia la sera, la speranza per chi ripone nella mobilità la possibilità di sviluppo.
Se davvero entro fine anno verranno messi in funzione quei diciotto chilometri, significherà che il Terzo Megalotto non è più solo costrutto futuro. Sarà la prima “galleria” aperta verso quel che sarà, il primo tratto concreto di una Calabria ‒ dell’Alto Jonio ‒ che non vuole più restare dietro, che vuole affacciarsi sul futuro con una strada che tenga il passo con il Pianeta, con il turismo, con la dignità.