2 ore fa:Cisl e Fit Cisl sull'investimento per la Nuova 106: «Svolta storica per la viabilità»
4 ore fa:La Lega calabrese esulta per l'assegnazione del Cipess di 1,12 miliardi di euro per la nuova 106
1 ora fa:Bandiera blu e depurazione "home made": «Interventi su depuratori fatti tutti dal Comune» | VIDEO
4 ore fa:La rassegna de "Il Teatro si fa in Tre" torna con due nuovi appuntamenti
29 minuti fa:Sapia (Cisl Cosenza): «SS106 e Bandiere Blu, due segnali forti per il territorio»
1 ora fa:«La mancanza d'acqua non è solo un problema tecnico: è una ferita alla dignità delle persone. Serve una strategia strutturale»
2 ore fa:Al Museo archeologico di Sibari e Amendolara torna "La notte Europea dei Musei"
3 ore fa:L'Istituto Omnicomprensivo Polo Arbëresh di Frascineto ricorda la strage di Capaci
59 minuti fa:Votare Sì per un lavoro più giusto e una società più inclusiva: l'appello della Cgil | VIDEO
3 ore fa:Rinnovato l'accordo tra il Mic Calabria e Calabria Verde per ripulire i 59 siti archeologici

Votare Sì per un lavoro più giusto e una società più inclusiva: l'appello della Cgil | VIDEO

2 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – Nella Sala Rossa di Palazzo San Bernardino, nel centro storico di Rossano, si è tenuta giovedì 15 maggio una delle tappe della Cgil per spiegare l’importanza di recarsi alle urne il prossimo 8 e 9 giugno votando sì al Referendum per un lavoro più tutelato, dignitoso, stabile e sicuro.

L’oscuramento mediatico dei temi referendari e le esternazioni del governo che hanno incitato gli elettori all’astensionismo sono risultati inaccettabili, pertanto si è resa necessaria una campagna informativa puntuale e serrata per invitare tutti i cittadini ad esprimere, col voto, il proprio parere sui temi in questione.

All’evento sono intervenuti il Segretario organizzativo Cgil Nazionale Luigi Giove, il Segretario Generale Cgil Calabria Gianfranco Trotta e i segretari territoriali e di categoria.

Il parterre del sindacato ha ribadito l’urgenza di cambiare in meglio le leggi che rendono, ad oggi, i lavoratori sempre più poveri e precari rimuovendo, inoltre, l’ingiustizia che nega il diritto alla cittadinanza in tempi brevi a circa 2 milioni e 500 mila persone che vivono stabilmente in Italia.

I 5 quesiti che la corte costituzionale ha ritenuto validi sono quelli per i quali nel corso dal 2024 sono state raccolte circa 5 milioni di firme.

I primi 4 riguardano il lavoro e sono i seguenti:

Stop ai licenziamenti illegittimi - «Nelle imprese con più di 15 dipendenti, le lavoratrici e i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi non possono rientrare nel loro posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo. Sono oltre 3 milioni e 500 mila ad oggi e aumenteranno nei prossimi anni le lavoratrici e i lavoratori penalizzati da una legge che impedisce il reintegro anche nel caso in cui la/il giudice dichiari ingiusta e infondata l’interruzione del rapporto». Con il sì, si intende abrogare questa norma fermando i licenziamenti privi di giusta causa o giusto motivo.

Più tutele per i lavoratori nelle piccole imprese - «Nelle imprese con meno di 16 dipendenti, in caso di licenziamento illegittimo oggi un lavoratore può al massimo ottenere 6 mensilità di risarcimento anche qualora un/a giudice reputi infondata l’interruzione del rapporto. Questa è una condizione che tiene i dipendenti delle piccole imprese (circa 3 milioni e 700 mila lavoratori) in uno stato di forte soggezione rispetto al titolare». Con il sì, si intende abrogare questo limite aumentando l’indennizzo sulla base della capacità economica dell’azienda, dei carichi familiari e dell’età della lavoratrice e del lavoratore.

Riduzione del lavoro precario - «In Italia circa 2 milioni di lavoratori e 300 mila persone hanno contratti di lavoro a tempo determinato. I rapporti a termine possono oggi essere instaurati fino a 12 mesi senza alcuna ragione oggettiva che giustifichi il lavoro temporaneo». Con il sì, si intende vuole rendere il lavoro più stabile ripristinando l’obbligo di causali per il ricorso ai contratti a tempo indeterminato.

Più sicurezza sul lavoro - «Arrivano fino a 500 mila, in Italia, le denunce annuali di infortunio sul lavoro. Quasi 1000 i morti. Modifichiamo le norme attuali che impediscono in caso di infortunio negli appalti di estendere la responsabilità all’impresa appaltante. Cambiamo le leggi che favoriscono il ricorso ad appaltatori privi di solidità finanziaria, spesso non in regola con le norme antinfortunistiche». Con il sì, si intendono abrogare le norme in essere estendendo la responsabilità dell’imprenditore committente per garantire maggiore sicurezza.

Il quinto, invece, è quello sulla cittadinanza:

Più integrazione con la cittadinanza italiana - «Riduciamo da 10 a 5 gli anni della residenza legale in Italia richiesti per poter fare domanda di cittadinanza italiana, che una volta ottenuta sarebbe trasmessa ai figli e alle figlie minorenni. Questa modifica costituisce una conquista decisiva per circa 2 milioni e 500 mila cittadini di origine straniera che nel nostro paese nascono, crescono, abitano, studiano e lavorano». Con il sì, si intende allineare l’Italia ai maggiori paesi europei che già promuovono diritti e tutele delle persone straniere stabilmente residenti nei Paesi ospitanti.

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.